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Libero Rassegna Stampa
11.11.2023 Trieste: morte a Israele
Commento di Antonio Castro

Testata: Libero
Data: 11 novembre 2023
Pagina: 4
Autore: Antonio Castro
Titolo: «Li abbiamo in casa»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/11/2023, a pag.4, con il titolo 'Li abbiamo in casa' l'analisi di Antonio Castro.

A Trieste presidio di cittadini in piazza per la Palestina | Euronews
Una manifestazione contro Israele a Trieste


E dopo il corteo di Monfalcone (27 ottobre), ieri a Trieste Allah Akbar ha nuovamente fatto da colonna sonora alla manifestazione pro Palestina organizzata dalla sinistra cittadina. E anche questa volta i manifestanti (qualche migliaio di persone secondo gli organizzatori, «non più di 700, 800 persone», assicurano dalla Digos), hanno urlato ingolfando le vie del centro città. I dimostranti issavano le bandiere della Palestina e gigantografie con le macerie lasciate dai bombardamenti sulla Striscia di Gaza. Ritornando ad urlare “morte a Israele”, come a voler ribadire l’orientamento della manifestazione. In piazza Libertà ieri sono accorsi in tanti alla manifestazione promossa dal comitato l’Odv Salaam Ragazzi dell’olivo. «Chiediamo l’immediato cessate il fuoco», si legge in un manifesto, «ed esigiamo che la comunità internazionale, l’Europa e l’Italia si impegnino a proteggere la popolazione civile della Striscia di Gaza». 

ISRAELE DIMENTICATA Non una parola per ricordare l’attacco del 7 ottobre. Eppure a due passi da qui, era solo il 10 ottobre, forse sull’onda emotiva dell’orrore suscitato dalle immagini dell’attacco dei guerriglieri di Hamas contro i kibbutz e i moshav nel sud di Israele erano accorsi in tanti a manifestare la vicinanza al popolo israeliano, a sfilare indossando e issando la bandiera con la Stella di David. Forse quelle immagini, forse il ricordo dei volti dei 230 ostaggi ancora in mano ai terroristi di Hamas è sfumato. Almeno sembrano averlo rimosso gli organizzatori della manifestazione triestina. L’orrore di quella strage a meno di due ore di volo dall’Italia lascia ormai il passo al tifo da stadio. Si sta da una parte o dall’altra aggrappandosi agli slogan “Free Gaza, Free Palestine”. Rischiando di sposare un “doppio standard”. Uno per i morti israeliani, uno per quelli palestinesi. Le manifestazioni simili cominciano a riproporsi con sospetto tempismo. Il timore è che possano sfociare in qualcosa di peggio. «Trieste, storica città di passaggio e di integrazione», ricorda Fabio Scocciamarro, assessore all’Ambiente del Friuli Venezia Giulia, «deve fare i conti pure con l’immigrazione incontrollata della rotta balcanica. Però con la numerosa comunità serba presente stabilmente non c’è mai stato un problema di integrazione. Gli altri invece...», taglia corto l’esponente di FdI. Problemi di integrazione (o radicalizzazione latente) che devono aver fatto scattare qualche campanello d’allarme sicurezza. E infatti ieri a Trieste sono stati schierate oltre alle forze dell’ordine locali, alcuni reparti in assetto antisommossa. Forse ipotizzando un’affluenza massiccia (dopo l’iniziativa dello scorso venerdì 27 ottobre a Monfalcone), sono stati inviati rinforzi anche da Padova. Il corteo è sfilato via pacificamente. Certo un po’ stufi i commercianti e i cittadini. All’iniziativa hanno formalmente aderito anche altre realtà come la comunità islamica di Trieste, Arci di Udine Pordenone e di Trieste, Burjana, Cobas, Coordinamento No green pass, Pci, Usb. Tutti uniti per manifestare «sostegno alla popolazione di Gaza» e gridare «no all’intervento militare in Palestina». Tanti i giovani «ma c’erano anche», ricostruisce il sanguigno primo cittadino di Trieste, Roberto Dipiazza, da 23 anni alla guida dell’amministrazione comunale, «anche i richiedenti asilo che ormai soggiornano stabilmente in centro città». 

RICHIEDENTI ASILO IN CORTEO L’agenzia di stampa Agi conferma che si è visto anche Furio Honsell, consigliere regionale di Open Sinistra Fvg. Con un numero crescente di manifestanti il sospetto è che ci sia chi voglia cavalcare i sentimenti antisemiti delle comunità musulmane presenti sul territorio. Si dice «profondamente preoccupata» Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone, che parla apertamente dell’ennesima manifestazione «pro Hamas, durante la quale sono stati ripetuti gli slogan “Allah Akbar” e “A morte Israele” che qualche settimana fa abbiamo dovuto subire anche a Monfalcone». Ma c’è dell’altro. Cisint sussurra una ipotesi allarmante: «Ci è stato riferito che molti dei manifestanti siano partiti proprio da Monfalcone, confermando, ancora di più, che la situazione è davvero molto tesa e che questo integralismo della comunità musulmana» che sembra sempre più assumere il «volto della violenza e del fanatismo». Chiede urgentemente «controlli più stringenti in queste comunità e nei cosiddetti centri culturali» anche il senatore Marco Dreosto (Lega), invitando «la sinistra a prendere le distanze e smetta di strizzare l’occhio a questi estremisti!».

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