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Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


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Libero Rassegna Stampa
11.11.2023 Il mondo si mobilita per salvare i terroristi
Commento di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 11 novembre 2023
Pagina: 6
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «Il mondo si mobilita per salvare i terroristi»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/11/2023, a pag.6, con il titolo 'Il mondo si mobilita per salvare i terroristi' l'analisi di Carlo Nicolato.

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Ci sarebbe un accordo, sostiene la tv Al Arabiya, per il rilascio da parte di Hamas di un centinaio di ostaggiin cambio della liberazione da parte di Israele di un numero non precisato di prigionieri dalle carceri. In un caso e nell’altro si parla prevalentemente di donne e bambini per quello che viene definito «uno scambio umanitario di prigionieri». L’accordo è stato smentito dai media israeliani, anche se una fonte della tv pubblica Kan sostiene ci siano comunque «sforzi in parallelo ai combattimenti per fare tutto il possibile per recuperare gli ostaggi». 

PROMESSA MANTENUTA Dopo le pressioni statunitensi è arrivata invece l’apertura di Netanyahu a «pause umanitarie di qualche ora», quattro per l’esattezza e solo nel Nord della Striscia, per consentire il passaggio degli aiuti e la fuga verso il Sud dei civili. Lo ha comunicato il segretario di Stato Usa Antony Blinken dall’India, sottolineando tuttavia che è necessario fare di più per proteggere i palestinesi. La misura promessa da Netanyahu ha soddisfatto il presidente Usa Joe Biden che in un messaggio su X ha rivelato di aver parlato con i leader israeliani dell'importanza delle pause umanitarie nei combattimenti per mettere in salvo i civili, sostenere la liberazione degli ostaggi e aumentare il flusso di cibo, acqua e medicine a Gaza. «Le pause», ha scritto, «sono un passo nella giusta direzione». Forse anche per cercare di appianare le crepe che si stanno creando nei Dem e le critiche interne all’Amministrazione, Blinken ha poi ammonito che «troppi palestinesi sono stati uccisi finora, troppi hanno sofferto in queste ultime settimane», aggiungendosi così al grande coro che più o meno involontariamente fa il gioco di Hamas e va dalla sinistra occidentale, passa per Putin, Erdogan, il Medio Oriente e arriva fin giù, in Sud Africa. Senza dimenticare l’Onu ovviamente che giusto qualche ora prima di Biden aveva ribadito la necessità di una pausa umanitaria con il coordinamento delle Nazioni Unite stesse. Ovvero proprio quello che il governo di Gerusalemme vuole evitare, convinto com’è della malcelata collaborazione tra elementi dell’UNRWA e Hamas stessa. All’Onu Israele nemmeno vuole affidare le sorti di Gaza a guerra finita, anche se in un’intervista a Fox News ieri Netanyahu ha sottolineato che Israele non vuole governare la Striscia e nemmeno vuole occuparla, «cerchiamo di dare a loro e a noi un futuro migliore». Sul fronte diplomatico vanno dunque segnalate nuove prese di posizione che vanno tutte nella stessa direzione, contro Israele. Come quella della Lega Araba che chiede un cessate il fuoco «completo» per fermare «l’aggressione israeliana» e quella del principe saudita Mohammed bin Salman secondo cui va anche fermato lo sfollamento forzato dei Palestinesi dalla loro terra. 

L’OSTILITÀ CONTINUA Un punto su cui si trovano d’accordo anche il presidente egiziano Al Sisi e l'emiro del Qatar Al Thani che si sono incontrati ieri al Cairo proprio per definire un piano di pace che preveda «la creazione di uno Stato palestinese indipendente in conformità con il diritto internazionale». C’è invece chi parla di «genocidio», segno davvero che di spiragli diplomatici per il momento ce ne sono davvero pochi, e vorrebbe portare Israele di fronte alla Corte Penale Internazionale. Tre Ong palestinesi, ma anche il presidente dell’autorità palestinese Abu Mazen secondo il quale «le forze israeliane e i coloni terroristi stanno commettendo pulizia etnica, discriminazione razziale e saccheggio dei fondi palestinesi». Nonché il Sud Africa, che nel frattempo ha richiamato l’ambasciatore in Israele e la sua missione diplomatica, e la Turchia di Erdogan, la cui pazienza, dice lo stesso presidente, sta per terminare. Secondo alcuni, lo ha scritto Bloomberg solo qualche giorno fa, Erdogan stesso potrebbe essere la chiave di Biden per risolvere la crisi di Gaza. Era così anche per la guerra in Ucraina, ma abbiamo visto tutti com’è andata a finire.

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