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Libero Rassegna Stampa
10.11.2023 La paladina Onu anti-Israele deve dimettersi
Analisi di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 10 novembre 2023
Pagina: 1
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «La paladina Onu anti-Israele deve dimettersi»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 10/11/2023, a pag.1, con il titolo "La paladina Onu anti-Israele deve dimettersi", l'analisi di Daniele Capezzone.

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Fancesca Albanese, chi è la piccola Boldrini che imperversa in tv – Libero  Quotidiano
Francesca Albanese

La misura è colma, e a questo punto è semplicemente insostenibile che la signora Francesca Albanese, “special rapport e u r ” all’Onu, resti dov’è. Se ha ancora un’oncia di decenza e di senso delle istituzioni, come vivamente ci auguriamo, allora farebbe bene a dimettersi subito. Altrimenti, sarà il caso che altri la inducano a compiere un passo che appare ormai tanto inevitabile quanto im procrastinabile. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quanto ha rivelato, davanti al Congresso americano, Hillel Neuer, direttore dell’ong Un Watch, secondo il quale la Albanese, a novembre del 2022, sarebbe intervenuta ad una conferenza di Hamas dicendo: «Avete diritto a resistere». Avete capito bene: secondo questa accusa, un’esperta dell’Onu avrebbe incoraggiato alla “resistenza” un gruppo le cui imprese terroristiche sono non da oggi universalmente note. È bene che la Albanese comprenda che il tempo delle chiacchiere e del fumo è finito. Ha solo da dirci se questo episodio è vero o è falso. Senza interpretazioni-contestualizzazioni-storicizzazioni. Vero o falso. Se quelle parole sono state pronunciate, o se sono state comunque dette cose del medesimo tenore, la partita non può che essere conclusa. Già era insostenibile assistere allo spettacolo di un’“esperta indipendente” Onu impegnata – in una forma o nell’altra – a scaricare su Israele ogni sorta di infamia. Sempre secondo un report di Un Watch e secondo l’intervento del già citato Neuer, la Albanese avrebbe variamente riversato su Gerusalemme accuse di «crimini di guerra», «apartheid», «genocidio». Quanto alle presenze tv della Albanese, si tratta ormai di esibizioni degne della più scatenata propaganda anti-israeliana. E perfino ieri, quando la signora doveva rendere conto dell’accusa che le era stata mossa di non aver segnalato il fatto che il marito abbia lavorato per il Ministero dell’Economia palestinese, la Albanese ha risposto su Facebook a suon di offese. Ha qualificato quelli di Un Watch come «dileggiatori», ha evocato «insulti e protervie» contro di lei, ha gratuitamente svillaneggiato la nostra testata ed altre parlando di «impiegati del coordinamento Giornale/Libero etc». Ma – quel che è più grave – perfino ieri la signora non ha resistito alla tentazione di aggredire Israele. Citiamo fior da fiore: «Occupazione dominante, che toglie fiato, linfa, opportunità ed orizzonte ai palestinesi», «bambini uccisi dalle bombe israeliane», «la celebrata “unica-democrazia-del-medioriente” (che poi è democrazia per soli ebrei) sta commettendo dei crimini efferati». Tutto ciò travolge la verità, ovviamente. Ma soprattutto calpesta quegli elementari doveri di correttezza e imparzialità a cui uno special rapporteur Onu dovrebbe attenersi. Qui a Libero siamo – sempre e comunque – per il free speech. E dunque la signora Albanese resti liberissima di dire anche cose terribili, di fare la propagandista di parte, di scatenarsi ancora di più. Lo faccia da cittadina, da attivista, da militante politica, se crede. Ma non può farlo rimanendo un solo minuto di più nella posizione che occupa.

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