Una insopportabile equivalenza
Analisi di David Elber
Un’altra drammatica conseguenza dell’efferato crimine compiuto dalle squadre della morte palestinesi, è l’emergere di una equivalenza insopportabile e inaccettabile: la morte dei civili è tutta uguale. Questa equivalenza è tanto ipocrita quanto falsa: ha il solo scopo di criminalizzare Israele equiparandolo ai terroristi palestinesi.
Secondo questa logica abbietta, non ha importanza la precisa volontà di uccidere i civili ma, conta solo il loro numero. Se il numero dei morti civili, di una parte è più alto, questa parte ha automaticamente ragione.
Proviamo ora a descrivere, il perché e il come sono avvenute le uccisioni dei civili. Partiamo dal massacro perpetrato dai palestinesi il 7 ottobre, che non ha uguali nella storia di Israele ma ha la stessa dinamica di azione e reazione di innumerevoli episodi passati.
L’azione compiuta dai terroristi palestinesi aveva un fine chiaro: lo sterminio di quanti più ebrei possibile. Questa azione di sterminio è stata accompagnata da atti di inumana crudeltà, ripresa dagli stessi esecutori a fini propagandistici. Questa è stata perpetrata anche verso persone particolarmente indifese: bambini (anche neonati) e anziani. Questi civili non sono stati colpiti da distanza perché si trovavano nei pressi di basi militari, ma sono stati uccisi casa per casa a sangue freddo: in pratica erano i civili stessi il vero obiettivo dell’azione. Quindi sono stati omicidi volontari con l’aggravante della crudeltà e della strage.
L’azione militare intrapresa da Israele, come quelle avvenute in passato, non ha delle intenzioni omicide nei confronti della popolazione civile palestinese. Ma ci sono stati morti civili a causa del fatto che la popolazione civile è utilizzata, volontariamente dai terroristi palestinesi, come scudi umani. A riprova di ciò, è facile dimostrare che i terroristi hanno disseminato le installazioni militari di comando, comunicazione, stoccaggio delle armi, depositi di esplosivi e rampe di lancio per razzi e missili; sia tra le case, gli ospedali, le scuole, le moschee, sia sotto terra tramite una rete di tunnel (di diversi chilometri) sottostante i centri densamente popolati. Inevitabilmente, una qualsiasi risposta militare in questo teatro di guerra provoca, e ha provocato, la morte di civili. Però, Israele è ben consapevole che i terroristi palestinesi, attuano questa forma di “protezione” dei propri centri militari tramite lo “scudo” delle abitazioni civili (questo è severamente vietato da tutte le convenzioni internazionali relative alla guerra). Di conseguenza ha sviluppato, unico paese al mondo, delle tecniche di avvertimento per la popolazione civile per evitare il più possibile il loro coinvolgimento. Le tecniche più utilizzate sono: avvertimento tramite chiamata telefonica nell’area che si andrà a colpire, oppure segnalazione dell’obiettivo che sarà colpito con un missile senza carica esplosiva per far allontanare i civili. Ovviamente, di questi avvertimenti, ne approfittano anche i terroristi per scappare ben sapendo cosa sarà colpito. Ma per il comando israeliano è più importante evitare al massimo le vittime civili, anziché, colpire in maniera più efficace i terroristi. Nessun altro esercito al mondo ha mai adottato tecniche simili in nessun teatro di guerra. Tanto è vero che, nelle accademie militari e nei centri di addestramento di molti paesi, le tecniche utilizzate da Israele sono studiate e prese a modello. Tutte le statistiche sui conflitti armati, rilasciate dal comando americano o dai paesi NATO, forniscono chiare indicazione del fatto che tutte le azioni militari israeliane, compiute a Gaza, sono quelle che in assoluto hanno prodotto il minor numero di morti civili, rispetto a qualsiasi altra azione militare intrapresa dagli eserciti di tutto il mondo. Questi dati comprendono anche gli USA e i paesi della NATO, per i quali la priorità è tutelare i propri soldati. Tra queste azioni militari si possono ricordare: Prima guerra del golfo (sotto egida ONU) Somalia (sotto egida ONU), Serbia, Afghanistan, Iraq, Siria. Tutte queste operazioni militari hanno causato un numero di morti, tra i civili enormemente superiore, benché, la densità abitativa in ogni teatro fosse molto più bassa di quella di Gaza. Quindi accusare, Israele, di uccidere deliberatamente i civili, come fanno, invece, i terroristi palestinesi, è falso e da rigettare con sdegno. Il diritto internazionale su questo punto è chiaro: la totale responsabilità dei morti civili, se sono utilizzati come scudi umani, o semplicemente dimorano nelle immediatezze degli obiettivi militari, è esclusivamente di chi installa tali obiettivi tra la popolazione civile. Il solo fatto di svolgere azioni militari da installazioni ubicate tra le case, rende ipso facto, tali case come legittimi obiettivi militari. In più, è utile anche ricordare che, il non utilizzare abiti riconoscibili (divise) da parte di milizie armate, soprattutto nei centri urbani, è una grave violazione delle leggi di guerra perché rendono indistinguibili le milizie dai civili disarmati, rendendo questi ultimi possibili obiettivi militari.
Quanto detto fin ora, non vuol dire che “un morto vale meno di un altro” ma vuol dire che le azioni e le motivazioni che hanno come conseguenza le uccisioni dei civili sono moralmente diverse e non equiparabili, oltre che essere legali o illegali. Perciò mettere sullo stesso piano chi ammazza a sangue freddo, volontariamente, e in modo efferato con chi, involontariamente, uccide delle persone perché si trovano nell’immediatezza di un chiaro obiettivo militare, è disonesto, immorale e pericoloso. Si, pericoloso, perché se uno Stato non può reagire ad una strage per il fatto che l’avversario utilizzi la propria popolazione civile come scudo umano, non è assolutamente vero che la spirale della violenza finisca. È sicuro il contrario: si verificheranno più attentati e più stragi perché il chiaro intento di organizzazioni criminali come Hamas è lo stermino, non il benessere della propria popolazione. Per quanto dolorosa sia, una risposta militare adeguata, ai crimini commessi da Hamas, deve essere la sua distruzione.