venerdi 18 ottobre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
12.09.2023 L’Occidente in guerra
Dall'11 settembre alla difesa dell'Ucraina

Testata: Il Foglio
Data: 12 settembre 2023
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «L’Occidente in guerra»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 12/09/2023, a pag. 3, l'editoriale 'L’Occidente in guerra'.

Nuove Vittime delle Torri Gemelle dell'11 Settembre Identificate dopo 22  Anni - Online News

Ieri mattina i parenti delle vittime dell’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001 si sono riunite, come ogni anniversario, a Ground zero, in una cerimonia composta e dolorosa alla quale si sono uniti molti leader politici. Ventidue anni fa, al Qaida colpiva l’America e il mondo realizzava quanto fosse ampio e feroce il totalitarismo islamista: fino a quel momento la minaccia sembrava sì grande ma non in grado di toccare il suolo americano, mentre nel cielo azzurro di una New York appena andata al lavoro si comprese che l’attacco era globale. Ieri il sindaco di New York, Eric Adams, che ventidue anni fa faceva il poliziotto, ha detto: “La cosa più rilevante non è quello che è accaduto l’11 settembre, ma quello che è successo il 12 settembre: ci siamo alzati, gli insegnanti hanno insegnato, i costruttori hanno costruito e abbiamo mostrato che non ci saremmo piegati né spezzati”. Allora l’occidente si strinse attorno all’America e al nemico comune, al Qaida, che fu attaccata in Afghanistan con una coalizione internazionale. L’esito, o meglio gli esiti, della guerra al terrorismo sono ancora molto dibattuti, ma la frase di Adams, le cerimonie e i discorsi di ieri ci riportano alla guerra che l’occidente sta combattendo oggi contro il totalitarismo di Vladimir Putin. C’è una linea retta che collega quegli attacchi e la difesa dell’Ucraina di oggi, anche se molti continuano a vedervi un ghirigoro imperialista: è la minaccia ai valori democratici. L’unica differenza semmai riguarda la modalità con cui l’occidente ha deciso di difendersi – con un contingente internazionale allora e con il sacrificio dell’esercito ucraino oggi – ma la battaglia continua a essere la stessa: Putin utilizza metodi terroristici in Ucraina e vuole sovvertire un ordine basato su regole e libertà proprio come fecero al Qaida e poi lo Stato islamico in Europa. Ci detestano per quel che siamo, dicevamo allora, e lo stesso vale per Putin contro gli ucraini. E come allora non è solo importante l’attacco, ma la capacità e l’unità con cui l’occidente non si lascerà piegare né spezzare.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT