La cultura ebraica in Italia L'intervento del ministro Gennaro Sangiuliano
Testata: La Repubblica Data: 11 settembre 2023 Pagina: 27 Autore: Gennaro Sangiuliano Titolo: «La cultura ebraica ha donato all’Italia la bellezza»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 11/09/2023, a pag. 27, con il titolo “La cultura ebraica ha donato all’Italia la bellezza" il commento di Gennaro Sangiuliano.
Gennaro Sangiuliano
Caro direttore, ieri a Firenze, nello splendido contesto della Sinagoga, e in altre cento città italiane, abbiamo celebrato la Giornata europea della cultura ebraica. È stata l’occasione per riflettere sullo straordinario concorso che la tradizione ebraica ha dato all’intera cultura italiana. L’Ebraismo, con la sua ricchezza, non solo è parte fondante della nostra cultura, ma ne aiuta a definire il carattere. Quest’anno per la Giornata organizzata dall’Unione delle comunità ebraiche italiane, è stato scelto un tema ambizioso e denso, quello della Bellezza, una nozione ampia e articolata che assume soprattutto una dimensione spirituale e tocca il cuore e l’intelligenza delle persone. Nel definire una nozione di bellezza, bisogna fare i conti con Gerusalemme, perché è alla cultura ebraica e alla sua sapienza millenaria che dobbiamo rivolgerci per aprire la nostra anima alla trascendenza. Nella tradizione ebraica, la bellezza è una costante di tutti i comportamenti religiosi e della vita ordinaria; l’opera d’arte è la vita stessa in cui ogni relazione, con Dio e con il prossimo, ha una sua estetica, un peculiare senso del bello non fine a se stesso, ma sempre abitato da questa relazione fondamentale con Dio e la sua presenza: nel culto e nella cura degli oggetti liturgici, negli abiti sacerdotali e nelle architetture delle sinagoghe, nella cura del corpo e della sua salute, nella preghiera e nel canto, nelle relazioni di amore e di amicizia, nella morale privata e pubblica. Nell’Ebraismo è molto presente il concetto di “abbellire il precetto”, l’“hiddur mitzvah”, l’adempiere a un precetto in un modo bello, in modo estetico. È una idea che si basa su un passo del Talmud del trattato di Shabbat (133b), in cui si discute su un versetto dell’Esodo (15, 2): «È stato insegnato: “Questo è il mio Dio e io lo abbellirò”». Sempre nel Talmud troviamo: «Renditi bello di fronte a Lui quando esegui i precetti: fai una bella capanna, faiun bello shofar, un bel talleth, un bel Sefer Torà, scrivilo con un bell’inchiostro, con una bella penna, fallo scrivere da uno scriba esperto e rivestilo con bella seta». È questo lo spirito che pervade la cultura ebraica e che in Italia ha trovato un patrimonio culturale in cui sentirsi a casa e del quale essere parte integrante, con i propri riti, la propria religione e la propria storia. Il contributo ebraico al patrimonio culturale italiano è enorme e per questo, come ministro della Cultura, ritengo mio preciso compito lavorare alla sua tutela e valorizzazione. Vi è, innanzitutto, un dovere della memoria dell’Olocausto, per il quale il governo ha proposto e finanziato l’istituzione del museo della Shoah a Roma (il ddl è stato approvato, per ora, al Senato all’unanimità), e ha realizzato, in poche settimane, raccogliendo l’invito della Senatrice Liliana Segre, una segnaletica storica al Binario 21 della stazione di Milano. Ma credo sia anche necessario proteggere e riportare al loro splendore originale i segni della millenaria presenza ebraica in Italia. Stiamo, perciò, intervenendo per la riqualificazione della Sinagoga di Milano e per il completamento del restauro delle sinagoghe di Venezia. E, ancora, intendiamo sostenere il recupero, nel Mezzogiorno d’Italia, del patrimonio ebraico, ricchissimo e ingiustamente dimenticato. L’identità di un popolo e di una nazione sono decisivi: più si è saldi nella propria identità meglio si può dialogare pacificamente con gli altri. L’identità italiana è la risultante di tanti affluenti dal mondo greco- romano in poi, tra questi l’Ebraismo, che ha dato un contributo importantissimo. Per questo la Giornata della cultura ebraica deve essere giornata di tutti. È infatti una occasione per condividere i valori della convivenza plurale, nel segno del dialogo culturale e interreligioso e nella comune lotta a qualsiasi forma di antisemitismo e di discriminazione.
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