Riprendiamo da REPUBBLICA di oggi, 20/08/2023, a pag.12 con il titolo "Mikhail Shishkin: “Lo Zar è come Hitler con lui non si può negoziare la pace” ", l'intervista di Conchita Sannino.
Mikhail Shishkin
«Putin crollerà», aveva detto subito. Continua a crederci, lo scrittore Mikhail Shishkin, e non ha mai smesso di battersi, con la sua parola e i suoi scritti contro il «dittatore». Ma ora chiede che i leader occidentali diano la spallata definitiva, che non cadano «nell’errore già commesso con Hitler, cercando vie di pacificazione». Per lui, è tempo di piegare lo zar. Emigrato in Svizzera fin dagli anni Novanta, il dissidente 62enne definito dalGuardian «il migliore romanziere russo vivente», sarà al Meeting di Rimini, il 24, a discutere del “destino della Libertà: fra democrazia e autocrazia”, insieme con Shadi Hamid.
Diciotto mesi di guerra. E ora? «Diventa evidente che l’unico modo per farla finita il prima possibile è sconfiggere l’esercito di Putin. Tutto il possibile deve essere fatto affinché ipaesi occidentali forniscano all’Ucraina il maggior numero possibile di armi».
Resta prioritaria la via militare? «Che tipo di “colloqui” avremmo potuto, per dire, fissare con Hitler nel 1944? Qualsiasi tregua sarebbe stata usata dal dittatore per rafforzare il suo esercito. Rifornire l’Ucraina è la via per la pace».
Come spiegare a suo figlio quel che sta accadendo? «Questione dolorosa, è amico di ragazzi ucraini: tutti parlano russo e augurano la vittoria all’esercito ucraino. Mio figliosi rende conto che Putin è nemico della lingua e della cultura russa tanto quanto lo è dell’Ucraina. E l’esercito ucraino sta difendendo la civiltà europea dai barbari, dalla banda criminale che ha preso il controllo della Russia».
Lei quindi non crede, dopo Gedda, a una possibile pace? «La pace è possibile solo dopo che Putin se ne sarà andato. Dopo lo zar,certo, verrà un nuovo zar, ma la prima cosa che farà sarà avviare i negoziati e incolpare Putin per la sconfitta. Uno zar che perde la guerra è considerato falso in Russia: Nikolaus II, Gorbaciov, Eltsin e ora Putin. Il vero zar rimane – nell’opinione russa - Stalin».
E la postura di Cina e Brics: è cambiata davvero per il grano? «I politici hanno senso del contesto. Vedono che Putin si sta indebolendo e la sconfitta è inevitabile, scelgono la parte vincente».
In Russia a marzo si vota per le Presidenziali, cosa può accadere? «Le elezioni in Russia non hanno mai avuto alcun ruolo. Sono famose le parole di Stalin: “Non è come si vota, ma come si contano i voti che conta”. Se Putin vivrà per vedere le elezioni di marzo, e spero davvero non lo faccia, sarà un’ovvia frode, ma è impossibile prevedere chi salirà al potere. La storia ci dice che probabilmente saranno le persone vicine a Putin a tradirlo.
Al Meeting parlerà dei rischi per la libertà. Anche in Europa, dove soffiano venti di destra, è minacciata? «La democrazia non è uno status acquisito. Ma è un assetto della società che rende possibile la lotta per la libertà. Quindi possiamo dire che la democrazia è la lotta per la democrazia, e deve essere condotta costantemente. In democrazia, i politici dipendono dagli elettori. Se influenzi l’opinione pubblica, influenzi i politici».
L’Europa ha tratto da questo conflitto la lezione che dovrebbe? «La storia insegna solo che la storia non insegna nulla. Sembrava che in Europa non sarebbe mai potuta accadere una tale tragedia. E invece tutto si ripete. La propaganda di Putin è come quella di Hitler. Se tuttocontinua a ripetersi, arriveremo alle drammatiche parole di un nuovo politico europeo: “Non ho altro da offrire che sangue, fatica, lacrime” (il discorso di Churchill, ndr)».
La letteratura spiegherà cosa è successo in Russia? «La letteratura russa deve all’umanità un romanzo molto importante sul perché i russi sono diventati fascisti, perché la maggioranza della popolazione ha sostenuto questa guerra criminale. Forse questo libro sarà scritto da qualcuno che ora è seduto in trincea e cerca di capire cosa ci fa lì in questa guerra».
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