Putin bombarda Odessa Cronaca di Andrea Marinelli, Guido Olimpio
Testata: Corriere della Sera Data: 15 agosto 2023 Pagina: 12 Autore: Andrea Marinelli, Guido Olimpio Titolo: «E ora Mosca produce «in casa» i droni inventati dagli iraniani»
Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/08/2023, a pag. 12, l'articolo di Andrea Marinelli, Guido Olimpio dal titolo "E ora Mosca produce «in casa» i droni inventati dagli iraniani".
Un’altra notte intensa per Odessa bombardata dai russi mentre gli ucraini hanno provato a colpire target oltre confine. Guerra delle città accompagnata da combattimenti terrestri segnati dal consueto logoramento reciproco dei due schieramenti. Protagonisti, oltre ai missili, i droni di concezione iraniana ora rimodellati, come ha rivelato il centro studi britannico Conflict Armament Research (Car). I ricercatori, lavorando su rottami recuperati, hanno concluso che Mosca ha iniziato a produrre una propria versione dello Shahed 136, apparato venduto inizialmente da Teheran in quantità massicce. Ribattezzato Geran 2, la copia presenta punti di contatto evidenti ma anche modifiche che permetterebbero una messa a punto più veloce. I tecnici hanno introdotto parti già adottate su mezzi analoghi (ad esempio per la «navigazione»), hanno cambiato materiale, sono riusciti ad importare componenti occidentali nonostante l’embargo. Evidente l’obiettivo: mettere a disposizione dell’Armata il più alto numero possibile di velivoli e alimentare la «catena» di rifornimento. Gli Shahed sono una costante dei raid degli invasori, affiancano i missili più sofisticati — come i Kalibr — ma sono ordigni balistici meno moderni. Sono ritenuti lenti e con una carica bellica non sempre potente, tuttavia hanno offerto alla Russia una serie di vantaggi: attacchi in serie, costo relativamente basso della «macchina», pressione sulle difese anti-aeree nemiche costrette a consumare molte munizioni. Dopo ogni incursione Kiev ha rivendicato la distruzione di droni, intercettati da missili o fermati dal fuoco delle mitragliatrici, batterie mobili che — secondo la versione ufficiale — sarebbero efficaci. I danni provocati agli edifici delle città, sempre secondo gli ucraini, sarebbero causati da «frammenti». C’è del vero e c’è della propaganda per sminuire una minaccia comunque costante come hanno dimostrato i colpi subiti dalle infrastrutture energetiche durante l’inverno. E c’è già chi pensa ai mesi futuri attendendosi una nuova «campagna» da parte degli occupanti. Le conclusioni del Car hanno confermato sospetti recenti. Era nota la firma di un’intesa per la costruzione di una fabbrica di Shahed in Russia e l’intelligence Usa ha anche individuato una località: la regione economica speciale di Alabuga, a circa 600 miglia ad est da Mosca, dove sono arrivati numerosi macchinari d’origine iraniana. Tuttavia, secondo le stime americane rilanciate a fine luglio, l’apertura dell’impianto era prevista per il prossimo anno. Ma l’inchiesta britannica sembra indicare un anticipo nella tabella di marcia oppure l’esistenza di altri siti di produzione. Le fonti di Washington, al tempo stesso, sono convinte che il patto tra il Cremlino e gli ayatollah garantirà un arsenale di droni superiore a quello prospettato dalle prime analisi dello spionaggio occidentale. A chiudere due annunci. Gli Stati Uniti hanno varato un altro pacchetto d’aiuti militari per 200 milioni. Previsto l’invio di munizioni per Himars e Patriot, sistemi per lo sminamento, proiettili per l’artiglieria, anti-carro. La Russia, invece, doterà i sottomarini nucleari di missili ipersonici Zirkon, uno dei frequenti segnali per sottolineare l’ammodernamento dell’arsenale.
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