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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Repubblica Rassegna Stampa
12.08.2023 Zelensky caccia i reclutatori dal congedo facile
Analisi di Paolo Brera

Testata: La Repubblica
Data: 12 agosto 2023
Pagina: 12
Autore: Paolo Brera
Titolo: «Mani pulite, a Kiev Zelensky caccia i reclutatori dal congedo facile»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/08/2023, a pag. 12, con il titolo “Mani pulite, a Kiev Zelensky caccia i reclutatori dal congedo facile” l'analisi di Paolo Brera.

Mitobiografia di Volodymyr Zelensky | Fata Morgana WEB
Volodymyr Zelensky

ODESSA — «Se non vogliono essere cacciati, vadano al fronte», banda di corrotti. Il presidente Zelensky è uscito dal Consiglio di sicurezza nazionale con una decisione che lascia il Paese a bocca aperta: «Congediamo tutti i responsabili dei distretti militari». A casa i reclutatori che non reclutano, gli equilibristi della mazzetta, gli azzeccagarbugli dei centri di mobilitazione che in cambio di una piccola dote — una decina di migliaia di dollari, si dice sui social informati — ti trovano il cavillo per aggirare il precetto. Un permesso a lasciare il Paese anche se sei maschio e abile alla guerra, l’acciacco giusto, la condizione invalidante, i troppi figli o gli studi da completare anche se hai pessimi voti. C’è un’Ucraina pronta all’eroismo delle barricate ma c’è anche chi «grazie no». Chi si presenta volontario e chi fugge a gambe levate. E poi ci sono loro, gli ufficiali militari, gli uomini dei distretti che gestiscono i reclutamenti che colpiscono a caso come le bombe a grappolo: passeggi per strada e fai caos con gli amici? Eccoti la cartolina. Fai tardi a ballare? Reclutato. Sei nel club dei vip a bere? Nessuno ti disturberà. Vecchi vizi di una società post sovietica, la corruzione era l’olio del motore. Ma ora lo scandalo rimbalza sui social e sui canali d’informazione online, aggira il controllo ufficiale dell’informazione a reti unificate e fa infuriare chi è al fronte con l’anima in mano e chi ha perso una gamba, un marito o una figlia. «Ci sono già 112 procedimenti penali — spiega il comunicato del presidente — contro funzionari dei distretti militari, e 33 sospetti. Congediamo tutti i Comitati militari regionali. Servono persone che sanno cos’è la guerra e perché il cinismo e la corruzione sono tradimento». Al loro posto andranno «i soldati che sono già stati al fronte o non possono stare in trincea perché feriti, o hanno perso gli arti ma conservato la dignità: è a loro che ci si può affidare». Li sceglierà il capo delle Forze armate, il generale Zaluzhny. E prima di nominarli «ci sarà un’ispezione da parte della Sbu», i servizi segreti. Non è un fulmine a ciel sereno, la decisione viene da lontano, da una serie di scandali che più indigesti non si può in un Paese che resiste da un anno e mezzo a un’invasione. Non che non siano abituati agli scandali, a Kiev e dintorni. Ma quando è troppo è troppo: i 3,7 milioni di euro della villa a Marbella comprata dal capo del Distretto militare di Odessa, Yevgen Borysov, mentre si piangevano le fosse comuni di Bucha (e una supercar, e l’ufficio da due milioni di euro per la moglie), erano troppo: 260 anni del suo stipendio. Lo scoprì il giornalista investigativo Igor Moseychuk, ex deputato ed ex vice comandante di Azov: «Casi come quello — dice a Repubblica — o lo scandalo degli acquisti a prezzi gonfiati per le forniture della Difesa scoperti dai giornalisti diNashi groshi ,o gli appalti allo Stato con enormi otkaty (mazzette), sono odiosi. Fui io a invitare il Comando militare a spedirli tutti al fronte, e a sostituirli con ufficiali di combattimento feriti». Ma anche ora che il Presidente ha scoperchiato la pentola continua il tintinnio delle manette: Hryhoriy Melnychenko, capo del Consiglio di Belgorod-Dniester, ha preso un motoscafo dello Stato da 60mila euro, con tanto di auto rimorchio. E l’ultima scoperta di Moseychuk sono «le 4.900 giacche e pantaloni militari per 142mila dollari diventati 421mila, con le mimetiche “antivento invernali” passate da 29 a 86 dollari l’una ». E che dire di Yuriy Bugla, membro della Commissione elettorale centrale, volato con famiglia a Miami, in Florida, con stipendio pubblico (1,5 mln di grivne)? Lo hanno scoperto «grazie ai social della moglie». E le decine di ettari comprate dal commissario militare di Yuzhnoye, Igor Smirnov, sul Mar Nero? Ma qualcuno storce il naso, per le epurazioni tardive. «Erano i nostri Schindler, ci salvavano dalla morte al fronte», scrivono in una chat Telegram su come evitare la mobilitazione. D’altronde «chi è in trincea da un anno e mezzo ha bisogno di riposo, devono essere mobilitati centinaia di migliaia di uomini», avverte Taras Chmut della Come back alive foundation . E il direttore dell’Istituto ucraino di Politica, Ruslan Bortnik, ammonisce: «Il ministero delle Finanze e i due corpi anti corruzione, che ci costano ciascuno cento milioni di dollari l’anno, dicono che la situazione è migliorata. Non direi: nessun super corruttore è in galera. Nessun ministro, nessun parlamentare, nessuno del cerchio di Zelensky. Le indagini sono sempre su livelli medi o bassi, è questa la firmadella Presidenza».

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