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Osservatorio Enzo Sereni Rassegna Stampa
11.08.2023 L'Italia all'Onu ancora allineata con le dittature contro Israele
La nota dell'Osservatorio Enzo Sereni

Testata:Osservatorio Enzo Sereni
Autore: Osservatorio Enzo Sereni
Titolo: «Comunicato sul voto dell’Italia all’Economic and Social Council delle Nazioni Unite sulle presunte violazioni dei diritti delle donne in Israele»
Comunicato sul voto dell’Italia all’Economic and Social Council delle Nazioni Unite sulle presunte violazioni dei diritti delle donne in Israele
La nota dell'Osservatorio Enzo Sereni

2017 U.N. General Assembly Resolutions Singling Out Israel - Texts, Votes,  Analysis - UN Watch

L’Osservatorio Enzo Sereni prende atto con infinita pena del voto della delegazione italiana all’Economic and Social Council delle Nazioni Unite lo scorso 26 luglio. L’Italia è uno dei Paesi che hanno condannato Israele per avere suppostamente “violato i diritti delle donne palestinesi, la loro promozione e integrazione nello sviluppo della loro società”. Israele è l’unico Paese al mondo che abbia subito una condanna di violazione dei diritti della donna da parte dell’ONU. La votazione della Commissione dell’ONU ovviamente non scalfisce la situazione di fatto in Israele, dove la parità di diritti, di opportunità e di carriere è testimoniata, fra l’altro, dal fatto che la Presidente della Suprema Corte di Giustizia è una donna. Ancora una volta, l’Italia ha scelto col suo voto di allinearsi con Paesi come l’Afghanistan, il Qatar, lo Zimbabwe e la Libia, notoriamente fra i più retrogadi al mondo in materia di diritti civili e di parità fra i sessi. Ancora una volta abbiamo assistito alla mesta processione dei Paesi dell’Unione Europea di fronte alle mozioni di voto contro Israele: nove hanno votato a favore della condanna, due si sono astenuti, e uno ha votato contro. Contro hanno votato anche Paesi di riconosciuta tradizione democratica come il Regno Unito, il Canada e gli Stati Uniti. Ancora una volta, il voto dell’Italia contro Israele contraddice le dichiarazioni anche molto recenti di “amicizia fra i due Paesi”, e denuncia una scelta politica scopertamente sensibile nei confronti di altri più potenti interessi. Se i rapporti bilaterali fra Italia e Israele devono avanzare verso il raggiungimento di importanti obettivi comuni, è necessario un cambiamento radicale degli ordini spediti dal Governo italiano alle delegazioni diplomatiche del Paese nei principali centri decisionali internazionali.



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