Russia e Cina contro la Nato Cronaca di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 16 luglio 2023 Pagina: 8 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «La risposta alla Nato di Pechino e Mosca: esercitazioni congiunte»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 16/07/2023, a pag.8, con il titolo 'La risposta alla Nato di Pechino e Mosca: esercitazioni congiunte' l'analisi di Lorenzo Cremonesi.
Lorenzo Cremonesi
KIEV Pechino e Mosca rispondono con una dimostrazione di unità alla sfida lanciata dalla Nato e, a tre giorni dalla fine del summit di Vilnius, annunciano l’intenzione di tenere «esercitazioni militari congiunte» nel mar del Giappone. Il comunicato è giunto ieri mattina dal ministero della Difesa cinese, che non precisa la data delle manovre, sebbene paiano prossime, ma specifica che saranno chiamate «Northern-Interaction-2023» e hanno come obiettivo «il mantenimento della sicurezza dei corridoi marittimi strategici». Un passo che sottolinea le scelte strategiche di lunga durata da parte del regime di Pechino: nonostante i fallimentari errori commessi da Putin nella campagna militare ucraina e la sua evidente debolezza politica interna, Xi Jinping continua a considerarlo un importante alleato nel confronto con il campo occidentale e con la politica americana di «contenimento» cinese nel Pacifico. Ciò è destinato a suscitare anche l’allarme di Tokio, che con la Cina ha aperti diversi contenziosi territoriali e di controllo delle acque. Il Global Times, il giornale in lingua inglese del Partito Comunista cinese, sottolinea che è la prima volta che la Russia invia unità navali e forze aeree per partecipare a manovre di questo tipo. Nel frattempo, cinque navi cinesi da guerra e quattro elicotteri hanno già lasciato la base di Tsingtao, nella provincia dello Shandong, per raggiungere il tratto di mare dove inizieranno le esercitazioni. Sin dal 2018, la flotta navale russa del Pacifico ha invece già invitato quattro volte quella cinese per operazioni congiunte. Putin ha tutto l’interesse a rilanciare il proprio ruolo sulla scena internazionale. Il caos interno alla Russia e il fallito colpo di Stato da parte della milizia mercenaria Wagner hanno annebbiato la sua immagine. Si spiega anche così l’enfasi con cui i portavoce del Cremlino raccontano della sua lunga telefonata ieri con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa. Questi sta anche cercando di elaborare una proposta di compromesso per iniziare negoziati di pace con l’Ucraina. Un modo per «oliarla» potrebbe essere rilanciare l’accordo sull’export del grano ucraino attraverso il mar Nero, che potrebbe spirare domani, visto che i russi minacciano di non rinnovarlo. Sino a pochi giorni fa doveva essere il leader turco Erdogan a giocare da mediatore, ma adesso il suo ruolo è parso appannato dopo la sua scelta di liberare alcuni noti combattenti ucraini del battaglione Azov in violazione degli accordi con Putin. Al parco affollato degli aspiranti mediatori si è aggiunto anche il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, che ieri ha incontrato Zelensky a Kiev. Negli ultimi mesi sono stati proprio gli arsenali sudcoreani a fornire (attraverso altri Paesi) larga parte dei proiettili necessari agli ucraini per continuare la controffensiva.
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