Ein li Erez acheret - Non ho un'altra terra
Commento di Deborah Fait
Israele è in piazza. Centinaia di migliaia di cittadini di tutte le correnti politiche, destra, sinistra, centro, sono da quasi 7 mesi nelle piazze di Israele con le bandiere, un mare di bandiere sventolanti, per protestare contro il governo di destra religiosa di Bibi Netanyahu. Migliaia di attivisti sono da giorni davanti all’aeroporto Ben Gurion, bloccando tutte le strade in intorno a Tel Aviv. Una protesta di portata nazionale in risposta alla prima parte della riforma giudiziaria fatta dalla coalizione di governo. Sebbene i manifestanti siano pacifici sono state arrestate alcune persone per aver bloccato le strade e si sono verificati alcuni incidenti quasi tutti provocati dalla polizia alla quale è stato dato l’ordine tassativo di impedire il blocco normale del traffico. Al grido “La democrazia vincerà” è stato loro giustamente impedito di interferire con il normale traffico dell’aeroporto. I dimostranti che scandivano instancabili la parola “De-mo-cra-zia”, sono stati deviati in zone da dove non potevano bloccare il transito dei viaggiatori molti dei quali, sorpresi dalla confusione e dallo sventolio di bandiere, non si aspettavano un’accoglienza così…calorosa. Dopo mesi di manifestazioni quasi quotidiane è davvero un miracolo che non si siano verificate violenze tipo “Francia” e questo perché gli israeliani, anche se di correnti politiche diverse, litigano, urlano, si insultano ma alla fine sanno di essere fratelli. Sanno che Israele è la casa comune di tutti noi, dove siamo al sicuro finché i nemici non ci ammazzano, dove i nostri figli all’esercito difendono tutti noi, nessuno escluso. Ogni israeliano sa che questa è l’unica casa che abbiamo, come dice la canzone “Einli Erez acheret – Non ho un'altra terra”.
Finora le cose sono andate abbastanza bene, ma non si può mai sapere, a volte basta una testa calda, una provocazione di qualcuno che odia il proprio popolo, e sarebbe la fine. Nonostante quello che gridano i dimostranti, Israele è una democrazia e tale resterà perché è insita nell’anima ebraica. Gli ebrei che sono sempre pronti a discutere su ogni cosa, sempre pronti a litigare per le proprie idee e a criticare chi li governa, non potrebbero accettare uno che dice loro cosa fare, come farlo e cosa pensare. Per questo motivo, siamo tutti spaventati da questo governo che tenta di prevaricare la Corte Suprema, per questo consideriamo i giudici come i garanti della nostra democrazia, e guai a chi ce li tocca, anche se molte volte li critichiamo aspramente per abuso di potere. La Corte Suprema va ridimensionata ma mai messa in secondo piano. Un dittatore in Israele durerebbe lo spazio di un battito d’ali perchè “Due ebrei, tre sinagoghe” non è una frase fatta ma una bella, simpatica verità.
In tutto questo casino che attraversa Israele da mesi, c’è un fantasma che si aggira. Si chiama Benjamin Netanyahu. Dove sarà? Manifestazioni, guerriglia in Samaria dove Jenin sforna terroristi in quantità industriale. La BBC che nel suo deliro antisemita, ci accusa di “ammazzare bambini”, sapendo benissimo che “i bambini” di cui parla sono terroristi armati fino ai denti. Giovani, sì, alcuni giovanissimi ma dalle cui spalle penzolano mitragliette, fucili, pistole, le mani piene bombe e coltelli alla cintola. Sono delle vere armerie ambulanti, pronti ad uccidere qualsiasi ebreo gli capiti a tiro. Se un quindicenne pieno di odio vuole ammazzarmi, io mi devo difendere e lo devo fare con le armi non con una scatola di cioccolatini. Purtroppo non ho mai sentito una sola critica ai genitori o alla società palestinese che abusa i suoi figli e insegna loro odio, violenza e amore per la morte. Alla luce di tutto questo, ripeto la domanda “Dove sta Bibi?” Perché non parla al popolo? Perché non ci rassicura? Perché, anziché accusare i dimostranti, tra cui molti del suo partito, di essere “anarchici e terroristi”, non cerca di calmare la sua coalizione di estremisti religiosi? Lui che ha sempre difeso Israele, che è stato un grande premier, un grande sionista, si è trasformato in uno che vuole solo il potere, costi quel che costi, e il prezzo è molto alto. Israele è anche la sua terra, se lo ricordi, Bibi, che non ne abbiamo un’altra. Non ce la rovini.