Putin dà la caccia ai 'traditori' Commento di Anna Zafesova
Testata: La Stampa Data: 01 luglio 2023 Pagina: 15 Autore: Anna Zafesova Titolo: «Il tradimento, crimine imperdonabile. Così lo Zar prepara la sua vendetta»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/07/2023, a pag.15 con il titolo "Il tradimento, crimine imperdonabile. Così lo Zar prepara la sua vendetta" il commento di Anna Zafesova.
Anna Zafesova
Il generale Surovikin
Prigozhin deve morire, almeno come personaggio politico. Il capo dello spionaggio militare ucraino Kyrilo Budanov però è convinto che la condanna a morte emessa nei confronti del capo della Wagner dal Cremlino non sia soltanto politica. «Ci vorrà tempo», avverte Budanov, convinto che l'ordine agli agenti con licenza di uccidere di Mosca sia già stato impartito, e che il «perdono» concesso da Vladimir Putin al cuoco diventato golpista sia stato soltanto una concessione in attesa di vendicarsi. E vendicarsi significa «accoppare», la decisione che secondo le rivelazioni di Aleksandr Lukashenko, che aveva mediato sabato scorso tra il Cremlino e i Wagner in marcia su Mosca, Putin aveva preso subito. Una reazione molto nello stile del personaggio putiniano, che ha già smesso di pronunciare il nome di Prigozhin in pubblico (stessa fobia che manifesta da anni nei confronti di Alexey Navalny) e che più volte ha dichiarato di considerare il «tradimento» come il più imperdonabile dei crimini. Infatti, nonostante le garanzie di incolumità al capo dei Wagner – protetto dalla «parola del presidente», come ha sottolineato il portavoce Dmitry Peskov – intanto viene fatto a pezzi il suo immenso impero. La fabbrica dei troll non c'è più. È stata chiusa da Prigozhin in persona, che ha già abbandonato il suo «confino» belarusso per liquidare a Pietroburgo il suo impero mediatico dal nome altisonante «Patriot». I numerosi siti, giornali e agenzie online, canali telegram e youtube erano soltanto la parte emersa di quella centrale di (dis)informazione nella quale erano state preparate decine di campagne sovversive, tra cui molto probabilmente l'offensiva a favore di Donald Trump nella campagna elettorale americana del 2016. L'ente per la vigilanza russo aveva già bloccato le pagine Internet delle testate di Prigozhin, e gira voce che quel che resterà del Patriot viene già conteso tra i fratelli Kovalchuk – gli oligarchi ritenuti tra i più intimi di Vladimir Putin – e megaconsorzi statali come Gazprom e Rostech. L'eredità del "cuoco di Putin" viene messa all'asta: secondo alcuni blogger militari russi, la capogruppo "Konkord", quella degli appalti da un miliardo di euro l'anno per le forniture alle mense dell'esercito russo, starebbe già passando sotto il controllo di personaggi vicini al ministero della Difesa. Il generale Sergey Surovikin, l'alleato di punta del gruppo Wagner, continua a non apparire in pubblico, forse trattenuto da giorni in un luogo segreto per venire interrogato dai servizi segreti. L'umiliazione della prigione che gli è stata evitata potrebbe però venire inflitta ad altri ufficiali indagati in questi giorni. E l'aumento del 10 per cento delle retribuzioni dei militari e poliziotti, ordinato ieri dal governo russo, assomiglia a una compensazione, soprattutto dopo che Putin in un accesso di rabbia ha gridato in piazza le somme astronomiche dei finanziamenti statali ai Wagner. Resta da capire quanto sarà possibile sradicare Prigozhin dal sistema (ieri la Novaya Gazeta ha trovato ulteriori ramificazioni dei suoi vasti interessi di soldi e potere, che vanno dalla Duma alla chiesa ortodossa), e quanto la furia di Putin rischia di danneggiarlo. I Wagner – che per ora hanno riaperto i loro uffici di reclutamento sparsi per tutta la Russia – sono quel reparto che perfino il comandante delle truppe ucraine Valery Zaluzhny ieri ha ammesso essere una delle sue «paure». E la fabbrica dei troll è stata cruciale nel manipolare l'opinione pubblica non soltanto in Russia. Eliminare la presenza di Prigozhin dalla linea del fronte come dalla Rete potrebbe essere una buona notizia non soltanto per gli ucraini. Non c'è dubbio però che il capo del gruppo Wagner sia consapevole dei rischi – già prima del tentato golpe aveva fatto mettere alla finestra del suo ufficio a Pietroburgo una provocatoria scritta che informava i potenziali cecchini che la distanza di tiro era di 326 metri, «tenendo presente il fiume» - e che abbia preso le sue precauzioni. Tra l'attività dei Wagner (originati da una costola del Gru, lo spionaggio militare russo) in Ucraina, Siria e in Africa e la fabbrica dei troll, Prigozhin possiede le prove di alcune delle vicende più sporche che ha gestito per conto dello Stato russo negli ultimi dieci anni. Difficile che non abbia messo da parte un archivio da pubblicare in caso di un malore improvviso. O che non voglia pubblicarlo senza aspettare l'arrivo dei killer.
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