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La Stampa Rassegna Stampa
29.06.2023 Russia nel caos, caccia al 'traditore'
Commento di Anna Zafesova

Testata: La Stampa
Data: 29 giugno 2023
Pagina: 16
Autore: Anna Zafesova
Titolo: «Il traditore Surovikin»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 29/06/2023, a pag.16 con il titolo "Il traditore Surovikin" il commento di Anna Zafesova.

Anna Zafesova | ISPI
Anna Zafesova

Russian general Surovikin was sympathetic towards Wagner rebellion, US  officials say | Reuters
Il generale Surovikin


Quando, nelle ore di paralisi della marcia su Mosca dei Wagner, il generale Surovikin era stato tra i pochi ad apparire in video per condannare Evgeny Prigozhin e implorarlo di fermarsi, molti avevano notato la sua postura rigida, quasi innaturale, come se si fosse sistemato male sulla sedia, appoggiando sulla coscia un mitra appena visibile sotto il tavolo. È vero che il "generale Armageddon", come era stato chiamato in Siria dopo aver distrutto Aleppo, non è noto per la sua brillante retorica, ma nel breve video in cui con voce monotona diceva ai Wagner «noi siamo dello stesso sangue, fermatevi» sembrava più che mai uno di quei generali dell'Armata Rossa usciti da qualche film di James Bond degli anni '70. Alcuni blogger militari russi avevano ironizzato che Surovikin – notoriamente molto legato ai Wagner, che avevano combattuto al suo fianco in Siria – era stato preso in ostaggio, e costretto a rinnegare i suoi alleati. Ora, gli "inviati di guerra" - i propagandisti legati al ministero della Difesa, molti dei quali però sono anche vicini ai Wagner – sostengono che il generale Surovikin sia stato rinchiuso nella prigione Lefortovo di Mosca, e che l'arresto sarebbe avvenuto già domenica scorsa. Insieme a lui sarebbe stato il suo vice al comando delle truppe aerospaziali russe, che includono anche l'arsenale nucleare. Lefortovo è la prigione dei servizi segreti, il penitenziario costruito ancora dall'ex Kgb per i dissidenti e le spie, e se confermata la notizia dell'arresto andrebbe ad aggiungersi alle voci di una caccia ai sostenitori di Prigozhin aperta dalla polizia politica Fsb nei ranghi delle forze armate russe. Anche perché molti amici di Prigozhin, nell'esercito come nella politica, ci avevano tenuto a dichiararsi tali: Surovikin già nel 2017 era stato insignito dalla "orchestra" dei mercenari del gettone del Wagner onorario numero di matricola M3744. Alcuni giornalisti indipendenti russi avevano tirato fuori le prove di affari che la moglie di Surovikin faceva con il "cuoco di Putin", mentre suo marito avrebbe lanciato insieme ai Wagner un attacco alle zone di giacimenti petroliferi siriani negli interessi di un oligarca del "cerchio magico" del presidente russo. Secondo fonti dell'intelligence americana interpellate dal New York Times, il "Napoleone russo" poteva essere non Prigozhin, ma proprio Surovikin, che sarebbe stato «al corrente dei piani di golpe» dei Wagner. A dire il vero, Prigozhin non aveva fatto molto mistero del suo scontro con il ministero della Difesa russo, e aveva più volte dichiarato pubblicamente che il comando delle operazioni in Ucraina avrebbe dovuto venire affidato a Surovikin, o all'ex viceministro Mikhail Mizintsev (che secondo alcune voci sarebbe anche lui da qualche giorno irreperibile). Il New York Times sostiene che l'obiettivo di Prigozhin fosse «farsi consegnare Shoigu e Gerasimov», il ministro della Difesa e il capo dello Stato Maggiore che accusava di essere i responsabili del disastro ucraino (e di essere i concorrenti del generale Armageddon, un suo protetto). Si immagina che il progetto fosse quello di farli sostituire da Surovikin. Il 56enne generale siberiano è considerato molto popolare nelle caserme e ha la fama di un grande stratega. La sua nomina, nell'autunno scorso, a capo del comando dell'invasione dell'Ucraina aveva fatto parlare di una nuova star della politica russa: era la prima volta che Putin accettava di condividere con un militare lo spazio mediatico fino a qual momento interamente dedicato al presidente come comandante supremo. In Ucraina, durante i mesi del suo comando, Surovikin si era distinto negli spietati attacchi missilistici alle infrastrutture civili, che avevano lasciato le città ucraine al buio e al freddo durante l'inverno, e per la discreta e prudente ritirata da Kherson, riconsegnata alle truppe di Zelensky a novembre in maniera più ordinata rispetto alla fuga dei russi nel panico da Kharkiv a settembre. Ma a gennaio era stato sostituito al comando dell'invasione da Gerasimov, rimanendo comunque un suo vice. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha smentito intanto le rivelazioni del New York Times. Resta da capire quanto ci sia di vero nelle voci di una resa dei conti tra i "wagneriani" e i "putiniani", e se davvero assumerà la forma di uno scontro tra i militari e i servizi segreti, dei quali Putin - partito intanto per il Daghestan - sembra fidarsi di più in questo momento. La sua decisione di fornire carri armati e altre armi pesanti alla Guardia nazionale, fino a quel momento fondamentalmente una forza poliziesca, fa pensare all'intenzione di creare un altro esercito parallelo, a sostituire i Wagner. Intanto Prigozhin tace, e i suoi "musicisti" pare siano oggetto di una caccia in Russia e altrove. Il Wall Street Journal sostiene che Bashar al-Assad avrebbe ricevuto da Mosca la richiesta di non far uscire gli uomini di Prigozhin dalla Siria, mentre gira voce che i luogotenenti di Wagner a Latakia sarebbero stati fermati dalla polizia militare russa.

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