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Il Giornale Rassegna Stampa
26.06.2023 La Russia di Putin e i suoi alleati: quali sono le prospettive adesso?
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 26 giugno 2023
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 26/06/2023 l'analisi di Fiamma Nirenstein.

A destra: Vladimir Putin

PM Netanyahu Appoints Fiamma Nirenstein as Ambassador to Italy | Prime  Minister's Office
Fiamma Nirenstein

La Russia è un immenso punto interrogativo: la calma recuperata rispetto allo tzunami Prigozhin è popolata dall’immagine furiosa e debole di Putin che come la regina di Alice nel Paese delle meraviglie ringhia dai teleschermi: “Tagliategli la testa”. La grande potenza russa ha raccolto titoli sulla debolezza del capo in tutto il mondo. Questo avviene proprio mentre Putin segnava punti nella costruzione di una strategia mondiale autoritaria sul fronte internazionale contro il grande nemico, gli Stati Uniti di Biden. Certamente in prima linea l’alleanza con la Cina: adesso, Xi certo ci ripensa. Già da tempo aveva ammorbidito l’atteggiamento del rifiuto di condannare l’invasione dell’Ucraina puntando a quello della grande potenza mediatrice, e cercando strade più moderate per allargare influenza e i commerci; da qui la mediazione del nuovo accordo impossibile fra Arabia Saudita e Iran, un abbraccio fra sunniti e sciiti mai visto prima. Del resto anche il rapporto di alleanza fra Cina-Russia è raro nella storia. Ma ambedue le vicende sono state causate dalla debolezza americana. Intanto l’Iran è divenuto il beniamino di Putin in quanto fornitore di crudeli, utilissimi droni contro l’Ucraina. È il top della tecnica per cui la Russia con la Cina e l’Iran e partner vari, come il Pakistan al summit di Samarcanda sull’Afghanistan nell’aprile dello scorso anno, ha costruita una strada coi paesi che si oppongono all’egemonia americana. Ce ne sono molti interessati in un sistema multipolare e che trovano casa nella SCO, la Shangai Cooperation Organization, o il BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) o il CICA (Confidence on Interaction and Confidence Bilding measures in Asia), gruppi che mettono insieme i Paesi non occidentali. ln quest’ambito moltissimi patti sono stati chiusi, per esempio la Cina e l’Iran hanno firmato per 25 anni di aiuti, la Russia fornisce armi alla Turchia, l’Iran fornisce armi alla Russia, la Russia, gli ha promesso, secondo fonti, che se l’accordo in vista con gli USA sul nucleare non dovesse andare in porto si prepara a restituire ai Mullah l’uranio arricchito che ha stoccato a casa sua secondo gli accordi del 2015. Ed ecco che “Iran Dossier online”, un blog di opinioni iraniane ufficiali, venerdì, del giorno stesso del terremoto Prigozhin con una foto dei due interlocutori di cui si riporta la telefonata, il ministro degli esteri Sergei Lavrov e la sua controparte iraniana il ministro Amir Abdollahian dimostra la preoccupazione acuta delle Guardie della Rivoluzione.Nel testo, mentre ancora la Wagner sta marciando verso Mosca, Abdollahian promette il suo forte sostegno a Vladimir Putin e al suo potere in questo difficile momento, anzi: “Conferma il sostegno per il rispetto della legge in tutti i Paesi, inclusa la Russia, (nostro) vicino e amico, e fida nel fatto che la Russia supererà questo momento”. Promette “indefettibile supporto per il presidente Putin” e spiega che le relazioni sono migliorate dalla guerra in Ucraina perché l’Iran fornisce i droni Shahed 136 e la Russia considera l’opportunità di vendere all’Iran gli aerei da combattimento Su-35. Si citano anche con candore le misure prese insieme dai due Paesi per scansare le sanzioni imposte dagli USA. È una descrizione di uno dei pilastri di una larga politica internazionale bellicistica di cui la Russia è al centro. Se andiamo indietro nel tempo vediamo molte bandiere putiniane nella politica mondiale, in genere piantate insieme alla Cina. Nel caso dei Paesi del Golfo si è visto una cautela che forse in queste ore è oggetto di riflessione. Chi certamente è molto preoccupato è Assad: la presenza russa in Siria ha certamente garantito la protezione dell’Iran con gli Hezbollah. Il rispetto per la Russia da parte del mondo arabo gli ha consentito la riammissione nella Lega Araba. Anche Erdogan con la sua “relazione speciale” con Putin, con cui ha tenuto una videoconferenza il 27 aprile dopo la sua elezione, starà chiedendosi come si sviluppa la vicenda. L’incerto asse USA-India, rafforzatosi con l’incontri Putin-Modi certo trova una nuova spinta nella situazione attuale. E infine, Prigozhin aveva fatto dell’Africa un suo terribile dominio, specie piazzando le sue truppe in Mali, in Libia, nel Sudan. Se per così dire, non ha più tempo per occuparsene, rais locali, potentati che forniscono beni vari e commerci d’armi alla Russia vengono meno. Ma vedremo nei prossimi giorni e settimane.

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