Stato palestinese: i trucchi da circo dell’Arabia Saudita
Analisi di Fred Maroun, da Israele.net
Fred Maroun
Faisal bin Farhan
Il ministro degli esteri saudita Faisal bin Farhan ha dichiarato: “Pensiamo che la normalizzazione sia nell’interesse della regione, che porterebbe vantaggi significativi a tutti. Ma senza trovare una via verso la pace per il popolo palestinese, senza affrontare questa sfida, qualsiasi normalizzazione avrà benefici limitati. Pertanto penso che dovremo continuare a concentrarci sulla ricerca di un percorso verso una soluzione a due stati, sulla ricerca di un percorso che dia dignità e giustizia ai palestinesi”. Meno di un mese fa, anche il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman aveva affermato qualcosa di simile. In apparenza, sono parole encomiabili. Una soluzione a due stati, unita alla normalizzazione tra mondo arabo e Israele, appare come un sogno che si avvera. Ma cosa hanno fatto i sauditi, o qualunque altro stato arabo, per aiutare i palestinesi a conseguire davvero una soluzione a due stati? Niente, a quanto mi risulta. Chiunque presti qualche attenzione al conflitto sa qual è la radice del problema: il rifiuto palestinese dell’esistenza di uno stato ebraico in qualsiasi forma. Iniziò con il rifiuto da parte di tutto il mondo arabo ma oggi è principalmente un problema palestinese, mentre gli stati arabi e islamici vanno da quelli con una pace tesa con Israele, a quelli con un’aperta ostilità che usa il conflitto con Israele come pretesto per spalleggiare dittatori e terroristi. A parte il Libano e la Giordania, le cui popolazioni vorrebbero che le svariate generazioni di discendenti dei profughi palestinesi un giorno se ne andassero, agli arabi in generale non importa granché cosa succede ai palestinesi. Ma sono i palestinesi stessi che continuano a vivere nell’illusione che gli ebrei siano degli invasori europei alieni che alla fine verranno sconfitti e costretti ad andarsene. Fino a quando la maggior parte dei palestinesi non si renderà conto che la loro narrazione della storia è un mucchio di bugie propinate loro da leader arabi corrotti, non ci saranno progressi perché la maggior parte dei palestinesi continuerà a preferire deprivazione e morte piuttosto che accettare compromessi. Questo è il motivo per cui rifiutarono il piano di spartizione delle Nazioni Unite nel 1947, così come l’offerta di una soluzione a due stati del primo ministro israeliano Ehud Barak nel 2000. Questo è il motivo per cui la maggior parte degli israeliani è fermamente convinta che, qualunque cosa faccia Israele, i palestinesi continueranno a rifiutare qualunque soluzione ragionevole e quindi non si danno più la pena di provarci. Mohammed bin Salman e Faisal bin Farhan stanno cercando di correggere la falsa narrazione palestinese della storia? Stanno dicendo ai palestinesi che gli ebrei hanno una storia in quella terra che è parecchio più lunga di quella degli arabi palestinesi, che Gerusalemme è persino più sacra per loro che per i musulmani, che Israele è la casa degli ebrei e che gli ebrei non lasceranno mai più la loro casa? No, non lo fanno. Né lo fa nessun altro leader arabo e islamico. Tutti continuano ad assecondare il presidente a vita palestinese Abu Mazen e le sue menzogne sulla storia ebraica, e tutti continuano a manifestare indignazione ogni volta che Israele reagisce agli attacchi dei terroristi palestinesi. Forse i sauditi non vogliono davvero normalizzare i rapporti con Israele e usano i palestinesi come pretesto. O forse hanno semplicemente troppa paura di sbugiardare le menzogne che capi, giornalisti e intellettuali arabi vanno ripetendo da così tanto tempo. Un’intricata rete di bugie diventa molto difficile da sbrogliare dopo che è stato investito così tanto tempo per costruirla. Una cosa è comunque chiara. L’affermazione dell’Arabia Saudita di voler conseguire una soluzione a due stati per dare ai palestinesi “dignità e giustizia” non è altro che un trucco da circo.
(Da: Times of Israel, 10.6.23)