Il Consiglio del Sindacato dei giornalisti palestinesi ha dichiarato che la “massima priorità” dei giornalisti palestinesi non è l’obiettività professionale bensì “la lealtà verso tutti i martiri”, vale a dire i numerosi terroristi che restano uccisi mentre compiono attacchi e attentati contro civili e militari israeliani:
Giornalista palestinese Muhammad Al-Baz: “Oggi noi [del Consiglio del Sindacato dei giornalisti palestinesi] inviamo il messaggio che la massima priorità del giornalista palestinese è la lealtà verso tutti i martiri, la lealtà verso la giusta causa del nostro popolo”.
(Da: Notiziario della TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 23.5.23)
Questa professione di lealtà verso ogni forma di lotta armata, terrorismo compreso, fa eco a una dichiarazione fatta lo scorso gennaio ai giornalisti palestinesi da Ahmad Assaf, supervisore generale dei mass-media ufficiali dell’Autorità Palestinese, a nome del presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen, e riportata dal quotidiano Al-Hayat Al-Jadida:
Ahmad Assaf: “Agli occhi dell’onorevole Presidente, voi [giornalisti] siete i soldati della patria che difendono la narrativa nazionale palestinese contro la narrativa sionista”.
(Da: Al-Hayat Al-Jadida, quotidiano ufficiale dell’Autorità Palestinese, 30.1.23)
L’appello ai giornalisti palestinesi a farsi pedine della politica e della propaganda anziché attenersi al proprio “dovere professionale” viene perfettamente recepito dalla categoria, come dimostra un dialogo avvenuto sulla TV dell’Autorità Palestinese lo scorso gennaio:
Alaa Sharbati, figlio del detenuto terrorista Ayman Sharbati: “Buongiorno, grazie mille per avermi ospitato”.
Giornalista in studio: “Ci mancherebbe, è il nostro dovere”
Alaa Sharbati: “Voi siete il canale televisivo della patria, di cui siamo orgogliosi”
Giornalista in studio: “Il nostro dovere nazionale viene prima di quello professionale”
(Da: TV ufficiale dell’Autorità Palestinese, 6.1.23)
(Da: palwatch.org, 5.6.23)