Lega araba: 300.000 morti Cronaca di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 08 maggio 2023 Pagina: 15 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «La Siria torna nella Lega Araba: occhi chiusi sui crimini di Assad»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/05/2023, a pag.15, con il titolo 'La Siria torna nella Lega Araba: occhi chiusi sui crimini di Assad' l'analisi di Lorenzo Cremonesi.
Lorenzo Cremonesi
Probabilmente la riammissione della Siria nella Lega Araba era inevitabile per il semplice fatto che, dopo 12 anni di condanne e isolamento, la dittatura di Assad è riuscita a rimanere in sella e il Paese era e resta troppo importante per essere ostracizzato tanto a lungo senza prospettive d’uscita. Il Medio Oriente sta cambiando rapidamente: il recente riavvicinamento tra universo sciita e sunnita, garantito dalle nuove intese tra Iran e Arabia Saudita mediate abilmente dalla diplomazia cinese, abbatte gli antichi steccati sorti dopo l’invasione Usa dell’Iraq nel 2003 e crea nuove opportunità di cooperazione regionale. Ieri 13 dei 22 membri della Lega Araba riuniti al Cairo hanno formalizzato la decisione, che comunque rimane controversa. Alcuni Stati come il Qatar non hanno neppure mandato i loro rappresentanti e non tutti sono pronti a regolarizzare i rapporti con Damasco. Il segretario della Lega, Ahmed Aboul Gheit, ha sottolineato che questa mossa è «parte di un processo graduale» volto a risolvere pacificamente la guerra civile in Siria. Così, lo stesso presidente siriano Assad potrà partecipare di persona al prossimo summit della Lega previsto nella capitale egiziana il 19 maggio. I dubbi e le perplessità di coloro che rifiutano di cancellare lo status di paria al dittatore e alla sua nomenklatura restano comunque più fondati e validi che mai. In modo cinico hanno sfruttato gli aiuti internazionali per le vittime del terremoto di febbraio per arricchirsi e rilegittimarsi. Stati Uniti e Ue continuano a opporsi a qualsiasi regolarizzazione dei rapporti. I crimini commessi in modo sistematico e prolungato dai loro apparati militari, sostenuti da Russia e Iran, hanno pochi eguali nella storia. Lo provano i circa 7 milioni di siriani profughi tuttora all’estero (sui 21 milioni di abitanti 13 anni fa). Raccontati oggi quei crimini sembrano cose del passato. Ma non è affatto così. Nella primavera-estate del 2011 la dirigenza siriana decise di reprimere nel sangue le rivolte della popolazione che chiedeva democrazia, eguaglianza e la fine del monopolio di potere della minoranza alawita, la setta locale sciita cui appartiene la famiglia Assad. L’Onu valuta che il conflitto abbia causato almeno 300 mila morti, oltre a centomila uccisi o spariti in carcere.
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