sabato 21 settembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
27.04.2023 La Cina arresta i taiwanesi
Gli Usa tacciono

Testata: Il Foglio
Data: 27 aprile 2023
Pagina: 3
Autore: la redazione del Foglio
Titolo: «La Cina arresta i taiwanesi»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 27/04/2023, a pag. 3, l'editoriale "La Cina arresta i taiwanesi".

Taiwanese activist faces 'secession' charges in mainland China, in a first  for cross-strait ties | South China Morning Post
Yang Chih-yuan

Yang Chih-yuan è il primo attivista taiwanese che dovrà affrontare l’accusa di secessionismo in un tribunale di Pechino. Il trentatreenne Yang era stato arrestato lo scorso agosto a Wenzhou, nella provincia orientale dello Zhejiang, poco dopo la visita dell’allora speaker della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi – scatenando l’ira della Repubblica popolare cinese che annunciò l’intenzione di reprimere i “separatisti taiwanesi”. Dopo otto mesi di silenzio sulla sua sorte, martedì la Procura suprema del popolo cinese ha annunciato l’arresto formale di Yang, accusato di essere un sostenitore di lunga data dell’“indipendenza di Taiwan” (paese de facto indipendente e mai governato da Pechino) e di aver fondato un “Partito nazionalista di Taiwan”, illegale secondo la legge cinese e punibile con la pena di morte. Il caso di Yang è la conferma che gli arresti e le intimidazioni della Cina nei confronti di Taipei si fanno sempre più brutali: nonostante questo sia il primo caso di un taiwanese arrestato nella Cina continentale con l’accusa di “attività separatiste”, non è la prima volta che Pechino arresta un cittadino di Taipei per presunte attività che danneggiano la “sicurezza nazionale”. Ieri, un giorno dopo la formalizzazione dell’arresto di Yang, è stato confermato anche l’arresto di Li Yanhe, un editore che ha pubblicato alcuni libri critici nei confronti del Partito comunista cinese sotto lo pseudonimo Fu Cha. Nato in Cina, si era trasferito a Taiwan nel 2009. Un mese fa era tornato in Cina per trovare i parenti in occasione del Qingming, il giorno degli antenati in Cina. Una settimana fa era stata denunciata la sua scomparsa e solo ieri Pechino ha confermato l’apertura di un’inchiesta su Fu Cha. Le autorità taiwanesi hanno denunciato gli “arresti arbitrari” della Cina nei confronti dei residenti di Taiwan come violazioni dei diritti umani e martedì hanno ricordato di “valutare i rischi rilevanti” prima di visitare la Cina: state attenti, “la Cina continentale è abituata a violazioni dei diritti e della sicurezza personale”.

Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT