Cosa aspetta la Nato per inviare i jet a Kiev? Intanto i russi si bombardano da soli Cronaca di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 22 aprile 2023 Pagina: 12 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «I russi si bombardano da soli. La Nato: discutiamo sui caccia»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/04/2023, a pag.12, con il titolo 'I russi si bombardano da soli. La Nato: discutiamo sui caccia' l'analisi di Lorenzo Cremonesi.
Lorenzo Cremonesi
OCHERETINE (Donbass) I russi bombardano sé stessi, mentre il fronte occidentale si compatta nel preparare la controffensiva ucraina. Anche la malasorte sembra accanirsi contro il Cremlino. Le immagini della bomba lanciata accidentalmente da un Sukhoi-34 che esplode nel centro di Belgorod, causando due feriti (più un terzo ospedalizzato per attacchi d’ansia) e generando un cratere largo 20 metri, tornano ad evidenziare le lacune nell’impreparazione militare russa così come già emerse dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina 14 mesi fa. Per un attimo l’altra sera si era pensato potesse trattarsi di un blitz ordito da Kiev, come del resto è già avvenuto con i ripetuti raid di droni mirati a colpire le basi e i depositi militari di Belgorod. Ma a fugare ogni dubbio è stato, poche ore dopo l’incidente, il comunicato del ministero della Difesa a Mosca, dove si specifica che è stata aperta un’inchiesta. Intanto Kiev non sta a guardare. Tutte le volte che ci rechiamo sulle linee del fronte del Donbass, sia nella zona della cittadina assediata di Bakhmut durante le ultime settimane, che adesso nel settore della vicina Avdiivka, incontriamo ufficiali che ripetono che le loro unità migliori sono «assenti per addestramento in vista della controffensiva». Che l’attacco si terrà non c’è alcun dubbio, restano da chiarire modalità e tempi. Inevitabilmente qui dominano propaganda e disinformazione volte a confondere lo stato maggiore russo e a cui sembrano contribuire anche dal Pentagono. Da Kiev, per esempio, ancora a fine febbraio, si lasciava trapelare che la luce verde sarebbe probabilmente scattata tra «aprile e maggio». Ora però i tempi sono sembrati allungarsi all’estate. Anche i documenti top-secret americani diffusi in rete, in cui trapela che lo stato maggiore Usa è poco convinto della reale preparazione degli ucraini, contribuiscono alla confusione. Ieri nella base aerea Nato a Ramstein, in Germania, i rappresentanti dei 50 Paesi disposti ad aiutare Kiev hanno lavorato per coordinare gli invii di armi e munizioni. Come sempre, la parte del leone la fanno gli americani. Secondo il capo di stato maggiore, Mark Milley, i missili antiaerei donati agli ucraini garantiscono oggi una protezione migliore dei caccia. Lo ha detto replicando al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che invece aveva aperto alla possibilità di discutere l’invio di aerei da guerra. Ma anche in questo caso le informazioni vanno soppesate. Washington annuncia infatti di essere pronta a mandare 31 tank Abrams ultimo modello già a maggio, anticipando dunque le consegne che sino a poche settimane fa erano previste per l’autunno. Tuttavia, una fonte militare Usa aggiunge che ci vorranno poi «altre 10 settimane per addestrare gli equipaggi ucraini in Germania». Va però sottolineato che di recente gli stessi ucraini confermavano che «migliaia tra fanti, artiglieri e carristi» si erano già addestrati nelle basi americane e che più di 200 tank tra Leopard tedeschi, polacchi e dei Paesi Baltici, oltre a Challenger britannici e vecchi carri sovietici, erano già stati consegnati. Berlino intanto annuncia che verrà creato un hub per la manutenzione dei Leopard in Polonia.
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