domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.04.2023 I nostri servizi di sicurezza: Nordio ordina ispezione
Cronaca di Giuseppe Guastella

Testata: Corriere della Sera
Data: 14 aprile 2023
Pagina: 6
Autore: Giuseppe Guastella
Titolo: «Il caso della fuga di Uss in Russia. Nordio ordina un’ispezione»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/04/2023, a pag. 6 con il titolo "Il caso della fuga di Uss in Russia. Nordio ordina un’ispezione", la cronaca di Giuseppe Guastella.

Chi è Carlo Nordio ? - Open
Carlo Nordio

MILANO L’evasione rocambolesca il 22 marzo dell’imprenditore russo Artem Uss, in odor di traffici militari illegali, dagli arresti domiciliari nel Milanese dove era in attesa di essere estradato negli Usa e i passaggi giudiziari di una vicenda che ha il sapore di una spy story hanno fatto decidere al ministro della giustizia Carlo Nordio di disporre accertamenti ispettivi con una richiesta di informazioni trasmessa nei giorni scorsi ai vertici del palazzo di giustizia di Milano. Il punto su cui si focalizza l’attenzione degli ispettori è la decisione con la quale i giudici della quinta sezione penale della Corte d’appello — quella che si occupa delle estradizioni — hanno revocato a novembre, dopo più di due mesi di cella, la custodia cautelare in carcere per il 40enne imprenditore russo figlio del governatore di una regione siberiana, sostituendola con gli arresti domiciliari sotto il controllo del braccialetto elettronico. Il 22 marzo, però, Artem ha rotto il braccialetto, ha lasciato la sua abitazione di Borgo Vione nel Comune di Basiglio (alle porte di Milano), è salito in auto ed è sparito per ricomparire, qualche giorno più tardi, in Russia intervistato dall’agenzia di stampa ufficiale Ria Novosti e dichiarando di essere scappato perché non aveva fiducia nella magistratura italiana. Un’azione studiata e programmata, probabilmente con la collaborazione degli uomini dei servizi segreti russi, che lascia anche il retrogusto spiacevole della beffa. Il 40enne è arrestato il 17 ottobre scorso all’aeroporto di Malpensa quando gli viene notificato un mandato d’arresto internazionale emesso dagli Stati Uniti mentre sta per imbarcarsi su un volo diretto in Turchia che avrebbe poi dovuto ricondurlo in patria. È accusato con altre 6 persone di contrabbando dagli Usa alla Russia di tecnologie dual-use, impiegabili sia nel settore civile che in quello militare, e di milioni di barili di petrolio dal Venezuela a Cina e Russia sotto la copertura della sua società Nda Gmbh, oltre di aver eluso le sanzioni inflitte alla Russia per la guerra in Ucraina riciclando milioni di dollari provento degli stessi reati. Il 25 novembre, Uss ottiene i domiciliari con il parere negativo del sostituto procuratore generale Giulio Benedetti. Per l’accusa, alcune tecnologie militari che erano state oggetto dei presunti traffici del russo sarebbero state ritrovate nei carri armati impiegati dai russi in Ucraina. Tre mesi dopo, il 21 marzo, la Corte d’appello dà il via libera all’estradizione negli Usa, ma solo per due delle accuse, e comunque non per l’esportazione delle tecnologie sensibili. Nel frattempo, anche la Russia chiede l’estradizione di Uss per un’indagine su un presunto riciclaggio di denaro. Anche se l’imprenditore presta il suo consenso, la richiesta non viene accolta per questioni tecniche, ma resta il sospetto che fosse un’azione strumentale. Il giorno dopo, ancor prima che i suoi legali, gli avvocati Vinicio Nardo e Fabio De Matteis, ricorrano in Cassazione, l’uomo rompe il braccialetto, esce dall’abitazione nelle campagne milanesi, sale su un’auto che sembra dirigersi verso Est e fa perdere le sue tracce. L’allarme scatta alle 14. Fino ad allora non aveva destato sospetti, tranne qualche breve segnale di allarme che era sembrato essere partito per errore. Forse erano test di prova in vista della fuga. Alla Corte d’appello, alla Procura generale e alla Procura ordinaria non erano arrivate segnalazioni sul rischio che potesse scappare.

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT