Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 12/04/2023, a pag. 7, l'articolo di Andrea Marinelli, Guido Olimpo dal titolo "Dai razzi di Al Sisi alle triangolazioni che imbarazzano Seul: cosa dicono le carte sugli «amici» spiati".
Gli americani spiano i loro amici: non è una sorpresa, ma lo diventa quando emerge — e crea — sfiducia reciproca.
Emirati Arabi
Gli sceicchi, stando alle carte riservate uscite sul web, hanno deciso di collaborare con i servizi segreti russi contro le intelligence di Washington e Londra. Comune interesse tra pragmatici. Dubai è la nuova casa di tanti oligarchi, le monarchie sono state accusate di aver assistito i russi nel superare l’embargo, c’è azione comune in Libia dove appoggiano il generale Haftar, leader della Cirenaica, protetto dai mercenari della Wagner. Mohammed bin Zayed, uomo forte del Golfo guarda al sodo, è partner dell’Occidente ma questo non preclude contatti reali con Cina e Russia. All’epoca di Trump gli emiratini hanno favorito canali riservati con i «moscoviti», compreso un misterioso incontro alle Seychelles.
Egitto
Il presidente Al Sisi cammina sul filo. Pesa la crisi economica, dure le ripercussioni del conflitto in quanto il Paese ha sempre importato grano e olio di girasole da Russia e Ucraina, prodotti che ora costano di più. Il governo ha disperato bisogno di assistenza economica, conta su russi, cinesi, investitori del Golfo con i quali è indebitato. Sempre con il sostegno della Russia sta costruendo una centrale nucleare. Collabora in modo profondo con gli Stati Uniti ma non ha escluso di concedere un approdo alla Marina di Putin e ha anche commissionato nuovi caccia Sukhoi 35, ordine finito nel limbo dopo la minaccia di sanzioni da parte statunitense. La Casa Bianca ha poi «trattenuto» aiuti militari come ritorsione alle violazioni dei diritti umani, altro tema che porta nuvole nelle relazioni bilaterali. La disponibilità a vendere 40 mila razzi egiziani agli invasori rientra in uno scambio di affari e favori.
Corea del Sud
La posizione ufficiale di Seul è sempre stata quella di non concedere materiale offensivo a Kiev. In realtà alla fine di settembre del 2022 erano uscite news su un’intesa «coperta» in base alla quale gli Usa compravano equipaggiamenti bellici destinati all’esercito di Zelensky che dovevano passare grazie ad una triangolazione attraverso la Repubblica Ceca. Chissà se è andata in porto. A gennaio il governo ha dato luce verde al trasferimento da parte della Polonia in Ucraina di semoventi Krab, mezzi che montano componenti sud coreane. E, naturalmente, l’esecutivo non ha detto nulla sul fatto che il Pentagono abbia recuperato dalle sue basi nella penisola proiettili da 155 millimetri spediti in gran fretta agli ucraini. Le rivelazioni di queste ore sulle intercettazioni condotte dagli Usa sul tema forniture e le pressioni esercitate hanno creato imbarazzo. Infatti una delle prime reazioni, unita alla richiesta di chiarimenti, è stata di mettere le mani avanti: alcuni file sarebbero stati «alterati» per seminare zizzania.
Israele
Gerusalemme e Washington sono strette da un patto di ferro storico ma la Storia stessa è piena di episodi clamorosi di guerra di spie tra i due alleati. Le ultime carte riferiscono di una presunta manovra istigata dal Mossad contro la riforma della giustizia decisa dal premier Netanyahu. Ora, come nota il quotidiano Haaretz, il dissenso di una parte dell’establishment della sicurezza è un fatto dichiarato, con lettere uscite sui media locali. Sembra che qualcuno dell’intelligence americana abbia travasato i dettagli nel report apponendo poi il sigillo top secret dandogli così un valore particolare. C’è spazio per le allusioni a depistaggi o inganni, al sovrapporsi di vero e falso, a quello — come ricorda l’editorialista del Washington Post David Ignatius — che i veterani della Guerra Fredda definivano «la giungla degli specchi».
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