La ferocia disumana di Putin Commento di Monica Perosino
Testata: La Stampa Data: 23 marzo 2023 Pagina: 8 Autore: Monica Perosino Titolo: «Putin, le bombe dopo Xi»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/03/2023, a pag.8 con il titolo "Putin, le bombe dopo Xi" la cronaca di Monica Perosino.
Monica Perosino
Lo schema putiniano si ripete monotono e prevedibile da oltre un anno. Non appena si abbassano le luci dei negoziati, qualsiasi formula e esito abbiano, tornano a parlare le bombe. E ieri il presidente russo non ha atteso che qualche ora per mettere in chiaro che il "piano di pace" cinese non è che uno show geopolitico a favore di telecamere e propaganda, un piano morto prima di nascere. Martedì sera, dopo la cena di Stato al Cremlino, Vladimir Putin aveva accompagnato Xi Jinping lungo la scalinata verso la sua auto e verso «un nuovo ordine mondiale». Una vigorosa stretta di mano, le raccomandazioni del cinese al «caro amico» («Prenditi cura di te») e gli auguri di «Buon viaggio» del russo. Grandi sorrisi. Ma evidentemente Putin era impaziente di tornare a parlare a modo suo e, ieri mattina, mentre Xi si preparava a lasciare Mosca, ha lanciato un'ondata di missili e droni armati sull'Ucraina. La chiosa russa all'impegno siglato al Cremlino con l'alleato di «cessare qualsiasi azione che porti all'inasprimento dei combattimenti» e di «cercare il dialogo» si è resa manifesta a Zhaporizhzhia dove un missile ha centrato un condominio (per ora un morto e 25 feriti tra cui tre bambini), e a Kyiv, dove uno sciame di droni ha colpito una scuola superiore e due dormitori nella città di Rzhyshchiv, a Sud della capitale. Almeno 8 le persone uccise nel raid in quella che Zelensky ha definito una giornata di «ferocia bestiale». «Più di 20 droni iraniani assassini, oltre a missili e numerosi bombardamenti. E questo solo nell'ultima notte di terrore russo contro l'Ucraina. Ogni volta che qualcuno cerca di sentire la parola "pace" a Mosca, lì viene dato un altro ordine per questi raid criminali». Il presidente ucraino ieri ha fatto visita ai soldati impegnati nell'area di Bakhmut. La cittadina contesa del Donetsk «è in piedi, le forze di difesa tengono», ha detto, mentre i filorussi continuano, invece, a rivendicare successi sul terreno sostenendo di avere il controllo di «tutte le strade asfaltate». In ogni caso la situazione a Bakhmut resta drammatica: diversi civili e circa 10 bambini si trovano ancora nella città assediata. Lo scorso 7 marzo il Consiglio dei ministri aveva approvato l'evacuazione obbligatoria delle famiglie con bambini dalle zone di combattimento attive, quando erano circa 38 i bambini rimasti nella cittadina. Secondo la viceprimemier Iryna Vereshchuk, i funzionari «stanno facendo tutto il possibile per facilitare l'evacuazione dei civili il più rapidamente possibile». Dopo Bakhmut il presidente Zelensky si è poi spostato a Kharkiv dove ha consegnato al sindaco il premio "Città eroe dell'Ucraina". I bombardamenti a Zhaporizhzhia hanno riacceso i riflettori sul pericolo di un incidente nucleare: «La sicurezza della centrale rimane in uno stato precario» ha detto il Direttore generale dell'Aiea, Rafael Mariano Gross, chiedendo ancora una volta un impegno da tutte le parti per garantire la sicurezza e la protezione della centrale più grande d'Europa, ora sotto controllo russo. Di un altro tipo di incidenti nucleari è tornata invece a parlare la Russia, dopo l'annuncio di Londra dell'intenzione di inviare proiettili perforanti all'uranio impoverito a Kyiv. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha definito la loro fornitura «un ulteriore passo verso l'escalation», mentre il vice capo del Consiglio per la sicurezza Dmitry Medvedev ha, al solito calcato la mano, evocando l'«apocalisse nucleare». Il Regno Unito ha assicurato con il ministro degli Esteri Cleverley, che «non c'è nessuna escalation nucleare. I proiettili all'uranio impoverito non sono munizioni nucleari ma sono munizioni puramente convenzionali». E se è sempre più chiaro che un qualsiasi passo verso la pace non è nell'agenda di Putin, la Cina «sta osservando con grande attenzione» quello che sta accadendo in Ucraina e «come il mondo sta reagendo all'aggressione russa», ma «non ha ancora oltrepassato il limite» nel tipo di aiuti consegnati a Mosca ha detto il Segretario di Stato americano Antony Blinken durante un'audizione al Senato, affermando che il sostegno politico e militare fornito dalla Cina alla Russia va contro gli interessi degli Stati Uniti. Ma non ci sono prove, però, che Pechino stia fornendo armi letali a Mosca. Intanto, fa notare Berlino, la Cina farebbe bene a parlare anche con Kyiv «di qualsiasi iniziativa di pace, non solo con la Russia».
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