domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
21.03.2023 Usa, armi a Zelensky
Commento di Alberto Simoni

Testata: La Stampa
Data: 21 marzo 2023
Pagina: 7
Autore: Alberto Simoni
Titolo: «"No al cessate il fuoco adesso". Gli Usa bocciano la pace cinese»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/03/2023, a pag.7 con il titolo " "No al cessate il fuoco adesso". Gli Usa bocciano la pace cinese" l'analisi di Alberto Simoni.

Alberto Simoni - US CORRESPONDENT - La Stampa | LinkedIn
Alberto Simoni

300 giorni di guerra: Zelensky incontra Biden a Washington, per avere i  missili Patriot | Euronews
Volodymyr Zelensky con Joe Biden

Antony Blinken non fa giri di parole e dice che un cessate il fuoco sull'Ucraina sponsorizzato dalla Cina adesso non può essere accettato poiché farebbe solo il gioco dei russi e andrebbe in direzione opposta all'unica soluzione auspicata da Washington, ovvero una «pace giusta e duratura». Deporre le armi adesso significa, spiegano fonti americane, «congelare il conflitto e trasformare l'Ucraina in un perenne luogo di conflitto e tensioni». È la linea che fa dire alla Casa Bianca con il coordinatore per la Sicurezza nazionale, John Kirby, che «il mondo non deve farsi ingannare», un cessate il fuoco consentirebbe solo alla Russia di riorganizzare le truppe e di consolidare la presa sui territori conquistati in un momento in cui – si fa notare con dovizia – il confronto sul campo non sta sorridendo a Mosca. Rispetto alla massima espansione in territorio ucraino, oggi la Russia ha perso il 50% dei territori che aveva conquistato, e la battaglia è concentrata a Bakhmut che «non è comunque ancora caduta». La visita di Xi Jinping a Mosca è guardata con scetticismo da questa parte dell'Atlantico. La stessa proposta di pace cinese in dodici punti ha solo alcune parti condivisibili, e Blinken la ritiene essenzialmente vuota poiché da una parte predica equidistanza e dall'altra «soffia sul fuoco» sostenendo Mosca. Un auspicio è che Xi possa fare due cose: spingere Putin a smetterla con i bombardamenti sui civili e rispettare i confini; in secondo luogo il leader cinese dovrebbe parlare con Zelensky, coinvolgerlo nella definizione della proposta. Non si sa se ci sarà la tanto attesa telefonata. «Per quanto ne sappiamo, ancora contatti non ce ne sono stati», ha detto Kirby confermando che non ci sarà alcuna soluzione di pace senza il coinvolgimento ucraino. Ieri il segretario di Stato ha dato il via libera a un altro pacchetto di armi, principalmente munizioni per gli Himars, razzi, proiettili di vario calibro. È il 34esimo prelievo da agosto dagli arsenali del Pentagono. Sinora Washington ha utilizzato 32,5 miliardi di dollari per armare Kiev, di cui 19,95 miliardi riconducibili agli stoccaggi della Difesa. Zelensky ha ringraziato Biden via Twitter per il supporto «contro l'aggressione» russa. Anche gli europei fanno la loro parte, i ministri di Esteri e Difesa si sono accordati su uno stanziamento per dare munizioni e aumentare la capacità produttiva dell'industria europea pari a 2,14 miliardi di dollari. La definizione delle modalità è ancora in fase di studio, ma il segnale – ha rimarcato la Casa Bianca – è di totale sintonia fra gli alleati su cosa serve per Kiev. Blinken ha ricordato come con questa visita Xi di fatto «dia copertura diplomatica alla Russia» e significa che la «Cina non sente alcun proposito nel ritenere Putin responsabile per le atrocità». Il Report sui Diritti Umani diffuso ieri dal Dipartimento di Stato conferma la litania di atrocità commesse dai russi fra cui la deportazione di civili. Washington mantiene ancora dubbi sul ruolo cinese in Ucraina e non ha «tolto dal tavolo l'ipotesi che potrà fornire armi». Anche se finora non ci sono evidenze, ha spiegato Kirby sottolineando che «non sarebbe nell'interesse della Cina farlo». Lo sguardo americano sul summit dei due leader è molto articolato, se l'Ucraina assorbe le attenzioni c'è anche, e non tanto sullo sfondo, il confronto con Pechino per la leadership globale. Nessuno ha intenzione di rompere, i canali di dialogo sono aperti, anche se quelli militari sono faticosi. Dietro le quinte si sta anche lavorando a una missione di Yellen e del segretario al Commercio Gina Raimondo in Cina. Mentre Biden e Xi si parleranno, ma non c'è una data, ha precisato la Casa Bianca. Washington rifiuta l'idea di un confronto con la Cina improntato al contenimento e ribadisce invece che «abbiamo le nostre alleanze che sono nell'interesse della nostra politica estera». Alleanza consolidate, si nota, a differenza di quello che è considerato «un matrimonio di interesse fra Cina e Russia» con quest'ultima che per gli americani «è un junior partner». Ma insieme, è il ragionamento, sono una sfida all'ordine internazionale.

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/ 65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT