Gas: Italia e Israele insieme Commento di Fabiana Magrì
Testata: La Stampa Data: 13 marzo 2023 Pagina: 14 Autore: Fabiana Magrì Titolo: «Tajani a Gerusalemme lancia l'hub del gas: "Al lavoro per la pace"»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 13/03/2023, a pag.14, con il titolo "Tajani a Gerusalemme lancia l'hub del gas: "Al lavoro per la pace" " il commento di Fabiana Magrì.
Fabiana Magrì
Antonio Tajani con Yitzhak Herzog
Il testimone della staffetta governativa tra Italia e Israele è passato nelle mani del ministro degli esteri Antonio Tajani che, a distanza di poche ore dal premier israeliano Benjamin Netanyahu di ritorno da Roma, è atterrato ieri all'aeroporto Ben Gurion per due giorni tra Israele e Cisgiordania. Martedì proseguirà il viaggio nella regione, verso Il Cairo. La visita di stato del vice premier italiano si inserisce in un momento di impennata della tensione tra israeliani e palestinesi. Le operazioni e i blitz militari israeliani, spesso mortali, si ripetono quasi quotidianamente in Cisgiordania. Ancora ieri mattina tre palestinesi armati sono stati uccisi in uno scontro con i soldati israeliani dopo aver aperto il fuoco contro la postazione militare di Tzahal al checkpoint di Surra-Jit. Nella situazione di inasprimento, sono tornati ad aumentare anche gli attentati in Israele. L'ultimo, giovedì sera. Con un bilancio di tre feriti in una sparatoria compiuta da un palestinese nel centro affollato di Tel Aviv. Oggi Tajani sarà a Ramallah «per dare un segnale di volontà di pace. La posizione italiana è quella di due popoli e due Stati. Vogliamo che la situazione - ha dichiarato il ministro - torni alla normalità». Incontrerà il presidente palestinese Abu Mazen, il primo ministro Mohammed Shtayyeh e il ministro degli esteri Riad Malki per cercare di "calmare le acque", aspettandosi che «tutti quanti, da una parte e dall'altra, lavorino intensamente per la pace e la stabilità». Perché, ha concluso, «ci sono tanti focolai di guerre e di scontri, nell'area del Mediterraneo e nel mondo, che non si sente assolutamente il bisogno di vedere peggiorare la situazione anche in questa parte del Medio Oriente». Prima Tajani incontrerà il premier israeliano Benjamin Netanyahu che ieri, nella riunione settimanale del gabinetto di governo, ha riferito dell'«importante visita diplomatica» appena compiuta in Italia «nell'ambito della nostra politica per formulare una posizione più forte e – per quanto possibile – più unitaria tra i Paesi occidentali contro il programma nucleare iraniano», ma anche «il rafforzamento del circolo filo-israeliano nell'Ue, la modifica dei voti dell'Italia all'Onu e nelle istituzioni internazionali, l'export del gas israeliano verso l'Italia e poi verso l'Europa, e altri importanti progetti economici», in visita del vertice governativo bilaterale in programma in Israele nei prossimi mesi. Ripartirà da qui la conversazione tra Netanyahu e Tajani. «Siamo pronti a lavorare su questo fronte. Vogliamo essere l'hub energetico di tutta Europa. Abbiamo un progetto di cui parlerò con il premier israeliano». Oltre al fatto che Israele è considerato un «partner strategico per una collaborazione politica, nella lotta contro il terrorismo, nei settori più moderni dell'industria, dallo spazio, alla tecnolohgia, alle startup». Resterà invece chiuso nel cassetto il dossier del riconoscimento di Gerusalemme capitale di Israele, assicurano le fonti diplomatiche italiane. Il primo appuntamento, ieri, è stato un lungo incontro a quattr'occhi, allargato poi alle delegazioni, con il presidente di Israele Isaac Herzog. Tra le principali questioni regionali affrontate, innanzitutto quella iraniana. Poi la guerra in Ucraina e gli effetti della crisi anche sulla regione mediorientale. «Se Israele può fare qualcosa per rafforzare un'azione diplomatica è bene che lo faccia. Avrà il sostegno completo dell'italia», ha commentato il ministro. Nessun riferimento, invece, alle proteste in corso nel Paese contro la contestata riforma della giustizia portata avanti dal governo israeliano. «Il dibattito interno alla politica israeliana - ha precisato - non può vedere il governo italiano impegnato a dare giudizi. Israele è una grande democrazia, siamo convinti che alla Knesset si possa raggiungere un accordo tra le parti, come accade in tutte le democrazie e una soluzione anche grazie all'impegno del presidente della repubblica." Tajani e Herzog hanno invece affrontato il tema dell'immigrazione, su cui il ministro italiano, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha detto che «non bisogna mai strumentalizzare quello che accade. Siamo tutti quanti impegnati per evitare queste tragedie nel mediterraneo».
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