Riprendiamo da BET Magazine-Mosaico di marzo 2023, a pag. 4, il commento di Francesco Paolo La Bionda con il titolo "Il declino dell’impero americano. E gli ebrei hanno di nuovo paura".
Un uomo incappucciato nel cuore della notte lancia una bottiglia molotov contro una sinagoga. Un gruppo di miliziani appende uno striscione antisemita su un ponte sopra l’autostrada. Uno studente è costretto a nascondere il Maghen David che porta al collo prima di entrare in classe. Non siamo a Lod in Israele durante gli scontri tra arabi ed ebrei di due anni fa, ma rispettivamente a Bloomfield in New Jersey, a Los Angeles e nell’Università Tufts del Massachusetts nel 2022. Il dato sconcertante è che l’antisemitismo negli Stati Uniti sta aumentando in modo allarmante. L’ultimo report del Dipartimento per la lotta all’antisemitismo della World Zionist Organization, ad esempio, tra il 2021 e il 2022 rileva un balzo dal 33% al 39% della quota americana di tutti gli incidenti antisemiti registrati. Un dato peraltro in difetto visto che, come rilevato dalla stessa organizzazione, spesso le vittime scelgono di non denunciare quanto accaduto per paura di ritorsioni. Per restituire con immediatezza la pervasività dell’odio e dei pregiudizi contro gli ebrei nella nazione americana, basta tornare al 22 novembre scorso nella lussuosa villa di Mar-a-Lago, in Florida, dove il condiviso sentimento antisemita ha portato a cena insieme il rapper afroamericano di fama mondiale Ye, al secolo Kanye West, e il blogger negazionista e suprematista bianco Nick Fuentes. Quel che è peggio, ad ospitarli è stato il penultimo presidente degli Stati Uniti, e potenziale candidato repubblicano nel 2024, Donald Trump.
L’aumento della propaganda
Se episodi come quello appena descritto danno il polso del fenomeno antisemita negli USA, sono le ricerche e le statistiche raccolte da organizzazioni ebraiche e per i diritti civili, e dalle forze dell’ordine e dalle istituzioni, a quantificare il dato, a partire dall’aumento della propaganda, spinta soprattutto dai social su cui trova facile cassa di risonanza. Basti pensare che uno studio UNESCO ha rilevato come ben il 49% dei post sulla Shoah presente sulla chat di messaggistica Telegram e il 17% di quelli su Tik Tok, la più popolare piattaforma tra i giovanissimi, neghi o distorca i fatti. È poco sorprendente, di conseguenza, l’aumento di convinzioni antisemite. L’Anti Defamation League tra settembre e ottobre del 2022 ha condotto un sondaggio sul tema che ha coinvolto oltre 4.000 persone in un campione rappresentativo della popolazione americana. I risultati sono stati più che allarmanti: i tropi antisemiti, ossia le false accuse e credenze contro gli ebrei, hanno raggiunto il tasso di diffusione più alto mai registrato da decenni. L’85% degli americani infatti crede ad almeno un tropo, contro il 61% registrato ancora nel 2019, e il 20% crede ad almeno sei di queste falsità, rispetto all’11% di tre anni prima. Tra i pregiudizi più diffusi: il 39% degli intervistati ritiene che gli ebrei siano più fedeli a Israele che agli Stati Uniti; il 20% afferma che essi hanno “troppo potere” nel paese; il 21% concorda sul fatto che agli ebrei “non importa di nessun altro se non di loro stessi”; e il 53% afferma che fanno di tutto per assumere nei posti di lavoro altri ebrei.
La morsa sempre più stretta
Il sondaggio ha anche evidenziato un aumento dell’antisionismo. Il 40% degli americani ritiene, ad esempio, almeno parzialmente vero che gli israeliani trattino i palestinesi come i nazisti trattavano gli ebrei, e il 18% si dice addirittura a disagio nell’avere a che fare con qualcuno che sia a favore dello Stato ebraico. Sovrapponendo però i dati emerge come l’odio verso Israele sia sempre più strettamente interconnesso con quello verso gli ebrei in generale: infatti la correlazione tra i due ambiti si attesta al 40% del campione. Una maggiore distinzione si rileva semmai per fasce d’età: i giovani adulti credono leggermente meno ai pregiudizi antisemiti rispetto ai più anziani, col 18% contro il 20% che è convinto di almeno sei credenze, ma in compenso sono significativamente più ostili a Israele: il 21% degli under 30 infatti concorda con almeno cinque affermazioni antisraeliane contro l’11% della popolazione di età maggiore. Non è quindi un caso che il report della World Zionist Organisation (WZO) categorizzi tra i trend maggiormente allarmanti sia il rafforzamento delle organizzazioni suprematiste bianche sia l’aumento dei contenuti antisemiti nelle dichiarazioni antisioniste da parte della sinistra radicale americana.
Parole e fatti: aumentano le violenze
Ma le parole non restano mai tali e con l’aumento delle convinzioni antisemite negli Stati Uniti stanno crescendo anche gli episodi di violenza contro ebrei e istituzioni ebraiche, che già da anni, secondo le statistiche raccolte dall’FBI, rappresentano una quota spropositata dei crimini di odio nel paese, rimanendo consistentemente sopra il 50% del totale. Di nuovo, il dato è probabilmente peraltro più basso del reale: diverse organizzazioni come l’American Jewish Committee hanno fatto notare come molte città americane siano escluse dalle statistiche dell’agenzia federale a causa del mancato invio della reportistica da parte delle autorità locali. A riguardo la WZO ha raccolto ulteriori fonti, secondo cui negli anni più recenti si è assistito a una crescita del 61% delle violenze pianificate o attuate contro istituzioni ebraiche in America. Nello Stato di New York in particolare, dove vivono 2,2 milioni di ebrei, l’11% di tutta la popolazione ebraica americana, i crimini di odio antisemita sono addirittura aumentati del doppio rispetto alla media nazionale. Anche altre grandi città come Chicago e Los Angeles hanno visto un significativo balzo nella prima metà del 2022, circa il 20% in più.
Campus accademici: un ambiente ostile
Persino le istituzioni scolastiche, a partire dai campus universitari, sono diventate un terreno sempre più spinoso per gli studenti ebrei: uno su tre ha dichiarato di aver subito un episodio di antisemitismo durante l’anno scolastico, e di questi quasi l’80% anche più di una volta. Nel 2022 si sono verificati oltre 350 episodi di antisemitismo solo all’interno dei campus universitari, tanto che molti studenti ebrei hanno sentito il bisogno di nascondere la propria identità o il proprio sostegno a Israele. Questo clima di paura è legato soprattutto all’aumento delle attività delle organizzazioni legate al movimento antisraeliano e propalestinese BDS (Boycott, Disinvestment, Sanctions), che ha tenuto circa 165 manifestazioni e iniziative nelle università americane lo scorso anno.
Le contromisure del governo e delle associazioni
Di fronte all’evidente e innegabile aumento dell’antisemitismo negli Stati Uniti, il governo e lo stesso Joe Biden si sono mossi. Il 12 dicembre scorso, il presidente ha annunciato di stare lavorando per istituire un gruppo trasversale alle diverse agenzie federali in modo da poter coordinare meglio la lotta contro l’antisemitismo e le altre forme di razzismo e discriminazione. Una settimana dopo, durante la cena tenuta alla Casa Bianca per il secondo giorno di Chanukkà lo scorso dicembre, il capo dello Stato ha dichiarato che l’America “non resterà silente” di fronte alla crescita dell’odio antiebraico, aggiungendo che “il silenzio equivale a complicità”. Anche le istituzioni internazionali e le organizzazioni private si stanno muovendo con iniziative sul fronte educativo, tra cui quella annunciata sempre alla fine del 2022 che vede unite l’UNESCO, l’American Jewish Committee (AJC) e altre associazioni per mettere a disposizione di tutti i docenti americani dei corsi online che li aiutino a contrastare l’antisemitismo nelle scuole.
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