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La Stampa Rassegna Stampa
12.02.2023 Salone del Libro: parlano Elena Loewenthal e Paolo Giordano
Interviste di Elisabetta Pagani

Testata: La Stampa
Data: 12 febbraio 2023
Pagina: 27
Autore: Elisabetta Pagani - Cristina Insalaco
Titolo: «"Salone del libro, serve responsabilità disponibile al tandem con Giordano" - Salone, si riapre il dialogo sul tandem. Giordano: "Mai detto no a Loewenthal"»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 12/02/2023 a pag.27 con il titolo "Salone del libro, serve responsabilità disponibile al tandem con Giordano" l'intervista di Elisabetta Pagani; sul dorso torinese, a pag. 47, il servizio di Cristina Insalaco dal titolo "Salone, si riapre il dialogo sul tandem. Giordano: "Mai detto no a Loewenthal" ".

Ecco gli articoli:

Elisabetta Pagani: "Salone del libro, serve responsabilità disponibile al tandem con Giordano"

Elena Loewenthal è la nuova direttrice del Circolo dei Lettori di Torino |  Artribune
Elena Loewenthal

«Ho avuto un'ora di tempo per decidere. Mi sono consultata con un paio di persone di fiducia e, prima dello scadere dell'ultimatum, ho accettato, per senso di responsabilità e per amore del Salone del Libro. Se Paolo Giordano venerdì ha rifiutato avrà avuto le sue ragioni, e la mia stima per lui non cambia, ma ci tengo a sottolineare che io la mia disponibilità l'ho data». Elena Loewenthal, scrittrice, traduttrice ed ex direttrice del Circolo dei lettori (il suo mandato è scaduto il 2 febbraio), è amareggiata dall'ennesima fumata nera nella partita per la scelta del nuovo direttore del Salone del Libro di Torino. Fumata nera che la coinvolge direttamente. E che, in serata, non sembra però più così nera. Giordano infatti fa sapere che «non corrisponde a realtà» che abbia «rifiutato di collaborare con Loewenthal», di cui, aggiunge, «ricambio la stima».

Si riapre la possibilità di un tandem? Ma cosa è successo in questi due giorni? Venerdì il comitato direttivo che deve nominare il successore di Nicola Lagioia (che a maggio organizzerà il suo ultimo Salone) sembrava aver trovato un accordo dopo due mesi di stallo e varie ipotesi già saltate: un tandem con direttore lo scrittore Premio Strega, che piace agli organizzatori privati, e vicedirettrice Loewenthal, che piace alla Regione. Tutto sfumato in poche ore, alla vigilia della presentazione della prossima edizione della manifestazione. «In questi mesi il mio nome è stato spesso tirato in ballo. A questo punto - sottolinea Loewenthal - mi sembra doveroso dire la mia».

Cosa è successo venerdì? «Alle 14.30 mi ha telefonato il mio presidente, Giulio Biino, dicendomi che avevo un'ora di tempo per accettare o meno la vicedirezione del Salone. Ci ho pensato e ho dato la mia disponibilità. Alle 18 mi hanno detto: Giordano ha rifiutato, non se ne fa nulla».

Le ultime dichiarazioni dello scrittore, però, fanno pensare a un'apertura, non crede? «A me non ha detto nulla. In quelle parole leggo solo che il suo rifiuto non è dovuto a disistima nei miei confronti. Rimango alla notizia ufficiale di venerdì, al suo rifiuto, non mi risultano retromarce».

Con Giordano ha parlato? Che rapporti avete? «Ottimi, è venuto al Circolo a presentare il suo libro, ci scambiamo ogni tanto messaggi di stima e rispetto. L'ultimo ieri mattina, dello stesso tenore. Del Salone però non ci siamo parlati. Alla proposta che ci hanno fatto la mia reazione è stata una disponibilità a priori. Poi ovviamente avremmo dovuto discutere, soprattutto delle deleghe».

Quali avrebbe voluto, o vorrebbe? «È da valutare, con due teste bisogna definire chi fa cosa».

Se si riaprissero i giochi con Giordano accetterebbe la vicedirezione? «Ribadisco la mia disponibilità a negoziare, sedendoci intorno a un tavolo, ma non nel ruolo di vicedirettrice, che mi sta stretto, non credo di aver bisogno di un tutoraggio e sicuramente non accetterei una situazione di subalternità».

Quindi? «Nella telefonata della proposta si è parlato anche del ruolo di direttrice esecutiva».

Lo accetterebbe? «Sono due mesi che leggo fra le righe e non mi va di fare congetture. Confermo la mia disponibilità per superare il pantano, ma bisogna negoziare. Credo sia doveroso arrivare a una soluzione, anche di compromesso. Il mio amato Amos Oz diceva che il compromesso è sinonimo di forza e di vita, non di debolezza. E il compromesso è il mio mantra. Detto questo, rispetto e rispetterò le decisioni di Paolo».

È possibile fare un Salone con due teste o rischia di essere più debole? «Definendo bene le deleghe è possibile».

Perché puntare su un tandem invece che su un solo nome? «Nel direttivo non c'è accordo e allora quella sarà sembrata la strada migliore. C'è una manifestazione di interesse e da due mesi non si trova il direttore? Non è gratificante, anzi, è imbarazzante per i candidati. A monte di tutto c'è un direttivo che si è trovato in una situazione ingestibile».

Chi l'ha creata? Del direttivo fa parte, con due membri, anche il Circolo dei lettori di cui è ex direttrice. «Non imputo incompetenze al direttivo, vedo confusione e l'imbarazzo di non aver saputo esprimere un nome».

Ora cosa farà? «Voglio stare in ascolto e capire cosa succede. Mi riservo la libertà di fare poi le mie scelte».

Se non dovesse andare in porto il Salone potrebbe rimanere al Circolo dei lettori? «Prima voglio vedere cosa succede».

Tra i candidati c'è malumore perché non sono stati fatti colloqui né chiesti progetti. «È stato gestito in modo un po' approssimativo».

La politica, altra critica, non ha troppo peso? «Ce l'ha la politica come la parte privata, in assoluta parità. Indignarsi perché le istituzioni contano non è logico. Pagano la parte culturale».

Qual è il suo progetto di Salone? «Servono continuità e senso di responsabilità. La mia idea è quella di garantire solidità e creatività, qualità di cui il Salone ha dato prova da sempre e anche, con forza, con la direzione di Lagioia. È importante farlo crescere, ascoltare il pubblico, avere idee, continuare a renderlo una festa del libro. Non servono rivoluzioni né voli pindarici, non c'è bisogno di inventare nulla, ma di portare avanti con responsabilità una macchina che funziona bene. Per Torino e l'Italia, per la cultura che ci rappresenta. È un lavoro bellissimo, che amo».

Cristina Insalaco: "Salone, si riapre il dialogo sul tandem. Giordano: "Mai detto no a Loewenthal" "

Paolo Giordano, uno scrittore nel 2020
Paolo Giordano

Ieri sera si è inaspettatamente riaperta la possibilità, o per meglio dire uno spiraglio di possibilità, per il tandem tra Paolo Giordano ed Elena Loewenthal alla direzione del prossimo Salone del Libro. Sembrava che Giordano avesse rifiutato la proposta, e che volesse guidare la kermesse da solo, con le mani libere, senza mansioni o stipendi dimezzati. E invece dopo la dichiarazione ai giornali di Elena Loewenthal, in cui si è espressa a favore di una co-direzione con lo scrittore, definendo le rispettive deleghe, tutto è cambiato. «Ho stima per Paolo Giordano e per le sue scelte - ha detto Loewenthal, direttrice uscente del Circolo dei lettori -. Venerdì ho dato la mia disponibilità a priori al tandem per la direzione del Salone. So che Giordano ha risposto di no. Io, quando mi è stato chiesto di decidere entro un'ora, per amore e rispetto del Salone ho accettato». Quando Paolo Giordano ha letto le sue parole, è intervenuto smentendo almeno in parte la notizia del suo "no" al ticket. «Sto mantenendo riserbo sulla procedura in corso - ha detto - in quello che mi sembra essere l'interesse migliore del Salone del Libro. Leggo però con sorpresa che avrei rifiutato la possibilità di collaborare con Elena Loewenthal e su questo specifico punto mi sento di precisare che ciò non corrisponde a realtà. E che la stima che lei esprime nei miei confronti è pienamente ricambiata». Una risposta che non è né un «no» ma neanche un «sì» categorico, che sembra in qualche modo voler girare attorno alla questione prendendo un po' di tempo e cercando di uscire dall'imbarazzo in attesa che la situazione si sblocchi. Loewenthal a questo punto ieri sera ha rilanciato ancora, stavolta con toni più duri. «A me non ha detto niente. Da queste parole io capisco che ha rispetto e stima per me - dice -. Ma rimango alla notizia ufficiale del suo rifiuto a una direzione insieme. Stamattina (ieri per chi legge) ci siam scambiati messaggio di stima e rispetto». Poi prosegue: «La mia disponibilità nei suoi confronti rimane, ma non nel ruolo di vicedirettore». Adesso, dopo questo botta e risposta delle ultime ore, non sarebbe più disposta a un ruolo di subalternità. Meglio una direzione alla pari. Insomma, se queste sono le premesse della prossima governance del Salone del Libro dal 2024 al 2026, non sembrerebbero essere a oggi quelle capaci di garantire la migliore fiera possibile. Specie dopo due mesi di stallo, risse da saloon e di lavoro per trovare un leader, o un Mbappè, come raccontato dal comitato direttivo settimane fa. A questo punto, è quasi certo che domani, alla prima conferenza stampa di presentazione del prossimo Salone, non ci sarà il nuovo direttore. Sembrava che la nomina dovesse arrivare prima dell'annuncio del programma e degli ospiti dell'edizione al Lingotto Fiere dal 18 al 22 maggio, e invece è ancora caos, confusione, rabbia, tentativi di compromesso e di uscire dal pantano. In questo clima complesso spuntano altre due ipotesi: quella di Giuseppe Culicchia alla direzione del Circolo dei lettori e quella di Marco Pautasso (attuale segretario generale) alla presidenza del Salone del Libro. Un ruolo quasi onorifico, per riconoscergli il lavoro fatto in questi anni per la kermesse.

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