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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.02.2023 I tank tedeschi modello anni '80. vergognati Germania!
Cronaca di Andrea Nicastro

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 febbraio 2023
Pagina: 16
Autore: Andrea Nicastro
Titolo: «Altri Leopard a Kiev, meno potenti. L’allarme Onu: rischio atomico reale»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 08/02/2023, a pag. 16, con il titolo "Altri Leopard a Kiev, meno potenti. L’allarme Onu: rischio atomico reale" l'analisi di Andrea Nicastro.

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Andrea Nicastro

Volodymyr Zelensky

Foto ricordo con tank giocattolo dall’Ucraina: il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius e quello ucraino Oleksi Reznikov mostrano un modellino di carro armato Leopard-2 sotto una calotta di plastica trasparente. Sono a Kiev, sorridono. Dovrebbe essere il sigillo sulla svolta tedesca verso le forniture militari per respingere l’invasione russa. In gennaio, Berlino ha assicurato la fornitura di quattordici Leopard-2 A6. Ieri, però, il tedesco Pistorius ha portato in dono la promessa di 178 altri carri armati. È davvero così? Meglio controllare numeri e sigle: il «2» indica la seconda generazione dei carri e «A6» il modello più recente, quello in uso nelle forze armate tedesche. Il 2 A6 è un Leopard letale. Un concentrato di elettronica, sistemi di stabilizzazione del tiro, puntamento e acquisizione dell’obbiettivo computerizzati. In sostanza i carristi indicano sullo schermo il bersaglio e il cannone si muove da solo per centrarlo. Un’arma che i russi non hanno disponibile in numero sufficiente al fronte. Neppure i loro T90 hanno altrettanta rapidità di fuoco e precisione. Forse solo i T14 Armata dovrebbero, sulla carta, essere equivalenti o superiori, ma non sono ancora operativi. I carri armati promessi ieri dal ministro tedesco sono invece i Leopard-1 A5, cioè il modello che ha cessato di essere prodotto a metà degli anni 80 ed è uscito dalle caserme tedesche per andare in deposito nel 2003, venti anni fa. Ferri vecchi? L’industria che li produceva, la Rheinmetall, ha fatto sapere di essere in grado di revisionarli e metterli in condizione di funzionare.

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Con il tempo dovuto, però. Circa 20 quest’anno, gli altri minimo l’anno prossimo. Il Leopard-1 era uscito di produzione perché i T90 sovietici l’avevano superato. I T90 sono proprio i tank che adesso i russi usano in modo massiccio sul fronte del Donbass. Il regalo tedesco di ieri non è poi gran cosa. Secondo il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, «il mondo non è un sonnambulo che cammina verso una guerra più grande, ma ho il timore che ci stia andando con gli occhi bene aperti. In Ucraina — ha detto Guterres — le prospettive di pace continuano a diminuire e aumentano invece quelle di un’escalation e di un peggiore bagno di sangue. Mai nella nostra vita abbiamo visto crescere tanto i rischi di una minaccia nucleare». Le Nazioni Unite sono un organismo squalificato, inascoltato, ridotto nelle sue funzioni dalle troppe guerre che non ha fermato. Ma ha ancora antenne efficienti su tutte le crisi mondiali. Guterres ha parlato dal palco del Palazzo di vetro, inascoltato. Gli «occhi bene aperti» del mondo sono puntati sul fronte del Donbass dove Kiev si aspetta una grande offensiva entro febbraio e dove Mosca vuole prevenire l’annunciata riconquista ucraina di primavera. Secondo Kiev i russi lunedì hanno patito mille vittime, tra morti e feriti. Mosca replica che «solo a gennaio gli ucraini hanno perso 6.500 uomini», vorrebbe dire oltre 200 morti al giorno, cifra non inverosimile secondo una grande varietà di fonti. Non ci sono osservatori neutrali, bisogna basarsi sulle immagini, spesso sadiche, rilasciate sui social media da vari autori, tutti però riconducibili ai due governi. Il presidente ucraino Zelensky, che ieri era ancora a Kiev, sta ancora cercando la via più sicura per presentarsi a Bruxelles giovedì o venerdì al Consiglio europeo. Il tema del suo intervento: la riconquista delle aree occupate grazie alle forniture di missili a lunga gittata, caccia e navi, l’ingresso nell’Ue, nella Nato e ricostruzione.

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