Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 28/01/2023, a pag. 3, con il titolo 'I russi arrivano a ondate, i Leopard sono essenziali. Impareremo in fretta, la guerra accelera tutto' l'intervista di Andrea Nicastro.
Andrea Nicastro
Oleksii Hodzenko ha ancora negli occhi l’ultima volta che è stato sul campo di battaglia. «Non si vedeva più un filo d’erba, solo cadaveri di soldati russi. È che loro combattono così, come nel videogioco Starcraft dove nella guerra tra i popoli galattici ci sono zergling che non usano macchine, ma solo i loro corpi. I russi lo stesso: ondate di carne, una dopo l’altra». Marine, 31 anni, durante la ritirata da Mariupol ha resistito 5 giorni con la sua unità per poi ritirarsi. «Avevamo solo blindati, mentre loro avevano tank, elicotteri, artiglieria, non potevamo farcela e abbiamo ripiegato per non sacrificare le vite. Noi facciamo così. I russi invece hanno lo stesso modello sovietico della Seconda guerra mondiale: ondate di soldati a perdere. Ecco, vi faccio vedere cos’era Vuhledar ieri sera».
Oleksii Hodzenko
Il consigliere del ministro della Difesa ucraino cerca nel cellulare un filmato preso da un drone. Si vede una città, con cinque o sei focolai d’incendio. «È Vuhledar, vicino a Donetsk, in Donbass: incendi dappertutto, case diroccate, continui tiri d’artiglieria. E i russi che vengono avanti senza copertura, senza nascondersi dietro gli alberi, senza aspettare la notte. Salgono su un blindato e partono perché gli dicono “dovete prendere Vuhlevar”. La raderanno al suolo come hanno fatto con Soledar, ma sarà un altro loro cimitero».
Se avanzano così in campo aperto, perché non li eliminate tutti? È la loro artiglieria a tenervi lontano? «Questo non è il 1945. Non si spara più fissando i piedi del cannone o annusando il vento. Esistono i droni e armi adeguate a combattere il muro di fuoco russo. Se li vediamo avanzare, spostiamo un pezzo, impostiamo le coordinate, spariamo, lo eliminiamo e torniamo indietro. Si può fare, è tutto computerizzato, ci vuole un attimo. Non ha idea di quanti ce ne mandano contro. Davvero una marea, non abbiamo abbastanza armi per ammazzarli tutti».
Servono a questo i Leopard e gli Abrams che vi hanno promesso? «Anche. Assieme ai blindati, trasportano truppe, cannoni, contraerea, lanciarazzi che stanno già arrivando».
Il presidente Zelensky aveva chiesto 300 tank, sembra che ne arrivino tra i 120 e i 150, ma in un anno. Bastano? «Capisco la reticenza, non presti l’auto a uno che non sai come guida. Era successo anche con i cannoni M777 Howitzers. Arrivò una sola batteria. Quando i partner hanno visto come li usavamo, ne sono arrivati un sacco. Lo stesso per gli Himars. Quando dimostreremo che sappiamo usare i Leopard, sono sicuro che ne arriveranno altri».
Perché i Leopard? «Ci andavano bene anche i Leclerc o gli Abrams o i Challenger, qualunque cosa riesca a mettere fuori combattimento i T90 russi. È che i Leopard sono ovunque in Europa, non avremo problemi di munizioni».
Dicono che con tante armi diverse sarà un incubo logistico. «Non preoccupatevi. Ce la faremo. C’è un intero Paese che sta lavorando a questo. È questione di sopravvivenza, non di comodità. Mi fa ridere quando dicono che è impossibile che gli ucraini imparino in poche settimane. Non conoscono la guerra. Un conto è addestrarsi in pace e un altro sapendo che prima impari e prima salvi la tua famiglia».
Sarà, ma non ci si improvvisa carristi. «Infatti mandiamo soldati di professione, non ragionieri usciti dalla metropolitana. È già successo tante volte che i nostri sorprendessero gli istruttori. Due esempi. L’artigliere che chiede come distruggere il cannone. L’istruttore trasecola, si arrabbia. Il problema era che sul manuale non c’è scritto cosa fare in caso di ritirata. Hanno dovuto studiarlo perché in guerra succede. O quella volta che un fante ha abbattuto un elicottero con un Javelin. L’istruttore l’ha rimproverato: “Non hai letto nelle istruzioni che serve contro i carri armati?”. E quello: “Mi scusi signore, ma l’elicottero non sapeva di non essere un tank”».
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante