Putin prepara la guerra totale Commento di Anna Zafesova
Testata: La Stampa Data: 21 gennaio 2023 Pagina: 2 Autore: Anna Zafesova Titolo: «Il Cremlino minaccia e prepara la guerra totale»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/01/2023, a pag.2 con il titolo "Il Cremlino minaccia e prepara la guerra totale" il commento di Anna Zafesova.
Anna Zafesova
Resta poco tempo per mandare aiuti all'Ucraina, avverte Volodymyr Zelensky, la nuova grande offensiva russa è alle porte, sostiene il comandante dei comandi unificati Usa Mark Milley, e il comando ucraino dice che le truppe russe sono già passate all'attacco, lungo la linea del fronte di Zaporizzhya. Dalla Russia non arriva nessuna conferma ufficiale, ma non è da escludere che il nuovo comandante della «operazione militare speciale» Valery Gerasimov – dopo aver riportato una sofferta vittoria sulle ambizioni del capo del gruppo Wagner Evgeny Prigozhin – sia costretto a dare a Vladimir Putin una rapida dimostrazione della sua bravura. Se l'obiettivo della conferenza di Ramstein era anche quello di mandare alla Russia una dimostrazione delle difficoltà che l'aspettano, e di tentare di spingere almeno parte dei militari verso un atteggiamento più realistico, a Mosca si parla insistentemente di una nuova chiamata dei russi alle armi, e forse della dichiarazione della legge marziale, in una svolta definitiva verso la guerra totale. Che il Cremlino non si aspettasse nulla di buono è evidente dall'installazione delle batterie di difesa antiaerea nei centro di Mosca: non solo i complessi di razzi Pantsir S1 sono stati piazzati in bella vista sui tetti di edifici importanti come il ministero della Difesa, ma ieri sono stati dislocati anche a una decina di chilometri dalla dacia di Putin, e a due chilometri dall'aeroporto dei jet privati di Gazprom a Ostafievo, nella regione di Mosca. Non è chiaro quanto la Russia consideri davvero imminente un attacco alla capitale, e quando si tratti invece di una manovra psicologica, visto che la propaganda ha anche ripreso a minacciare la guerra nucleare. L'ex presidente Dmitry Medvedev ha ricordato nel suo canale Telegram che «le potenze nucleari non perdono mai le guerre cruciali», e il deputato della Duma Viktor Sobolev ha promesso una mobilitazione totale «quando il fronte si espanderà a Polonia e Baltici». Dietro a questo attacco della propaganda si potrebbe nascondere uno scontro sui tempi e le modalità dell'offensiva. Nei canali Telegram degli «inviati di guerra» più falchi gira la voce delle dimissioni di Mikhail Teplinsky, comandante delle truppe d'assalto aviatrasportate russe: si sarebbe rifiutato di eseguire il piano di attacco di Gerasimov, per non sacrificare i suoi paracadutisti. Al suo posto sarebbe arrivato il generale Oleg Makarevich, sgradito alle frange più estreme come i mercenari di Prigozhin e i ceceni di Ramzan Kadyrov, infuriati dai tentativi di Gerasimov di ridurre l'influenza dei loro eserciti «irregolari». Il ridimensionamento dei mercenari – la Casa Bianca si prepara a riconoscere il gruppo Wagner come organizzazione criminale internazionale – aumenta però il rischio di una nuova mobilitazione per i russi comuni. Il portavoce di Putin Dmitry Peskov l'ha smentita, ma in diverse regioni russe sono ripartite le lettere di coscrizione. Secondo la giornalista Farida Rustamova invece la mobilitazione non ci sarà: non perché il Cremlino tema una rivolta della popolazione, ma perché le autorità regionali «non sanno dove mettere quelli già reclutati». Secondo Milley, la Russia ha messo sotto le armi almeno 250 mila nuovi soldati, dopo aver perso più di 100 mila uomini, praticamente tutta l'armata con la quale aveva lanciato l'invasione di un anno fa.
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