Testata: Corriere della Sera Data: 09 gennaio 2023 Pagina: 14 Autore: Marta Serafini Titolo: «Mosca: strage a Kramatorsk. Kiev nega»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/01/2023, a pag. 14, con il titolo "Mosca: strage a Kramatorsk. Kiev nega" la cronaca di Marta Serafini.
Marta Serafini
«Abbiamo ucciso 600 soldati ucraini a Kramatorsk». Si scatena la propaganda del ministero della Difesa russa che ieri ha annunciato — dopo la fine della tregua unilaterale — di aver colpito due edifici nella regione di Donetsk al cui interno — sempre a dire di Mosca — erano ospitate 1.300 soldati di cui 600 sono morti. Secondo i testimoni sul luogo, due edifici, le scuole professionali numero 28 e 47, sono state sì bombardate, ma senza che al momento del raid ci fossero civili o militari all’interno. Anche il sindaco di Kramatorsk, Alexander Goncharenko, ha confermato l’attacco russo sulla città ma ha smentito che ci siano delle vittime parlando solamente di «molti edifici danneggiati». Una vendetta per il raid di Capodanno di Makiivka, secondo Mosca, che proprio in un bombardamento contro una scuola ha perso centinaia di soldati ammassati nell’edificio. Una sciocchezza per Kiev che ha bollato la notizia come fake news. Secondo gli ucraini, la propaganda russa tenta di distogliere l’attenzione della propria opinione pubblica dagli insuccessi e da scelte sbagliate come quella di concentrare così tanti militari in un edificio civile, come capitato a Makiivka. E se la prassi di utilizzare scuole e ospedali come basi militari è comune anche sul lato ucraino, di recente molti analisti hanno sottolineato come i militari di Kiev negli ultimi mesi abbiano cambiato strategia. Mosca, intanto, insiste accusando i servizi ucraini di mentire sui crimini di guerra. «Hanno preparato una provocazione su larga scala nella regione di Kharkiv aprendo le tombe in diversi cimiteri», dicono ancora dal ministero della Difesa russo. Secondo il Cremlino, «i cadaveri dissotterrati sono stati sfigurati per farli passare come prova delle “torture” e delle “esecuzioni” russe». Kiev segnala invece esplosioni nelle città meridionali di Zaporizhzhia e Melitopol che sarebbero state colpite con bombe a grappolo, armi vietate dalle convenzioni internazionali che però né l’Ucraina né Mosca hanno mai sottoscritto. A muoversi sono anche gli alleati dei rispettivi fronti. Russia e Bielorussia hanno annunciato che terranno esercitazioni aeree congiunte a partire dal 16 gennaio fino al 1° febbraio. Sul fronte Nato sale la tensione tra Stoccolma e Ankara. Dopo l’intesa a tre firmata a giugno per sbloccare l’impasse — Svezia e Finlandia rinunciano a ospitare militanti del Pkk in cambio del sì turco all’adesione alla Nato — i punti di frizione non sono superati. Stoccolma, che ha legami più solidi con la diaspora curda, è accusata da Ankara di non aver fatto abbastanza per estradare sospetti terroristi. Ora però il premier svedese Ulf Kristersson ha messo in chiaro come il suo governo abbia rispettato i suoi impegni. E la Svezia, in attesa del fatidico sì di Ankara (e di Budapest, che però non appare un ostacolo), ha annunciato la partecipazione ai pattugliamenti della Nato nel Mare del Nord: un ulteriore segnale da parte del blocco occidentale che l’adesione di Stoccolma non è più una questione di se, ma di quando.
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