UE: tribunale speciale per il dittatore Putin Cronaca di Marco Bresolin
Testata: La Stampa Data: 01 dicembre 2022 Pagina: 10 Autore: Marco Bresolin Titolo: «Von der Leyen alza il tiro per punire Mosca: 'Tribunale speciale e beni russi all'Ucraina'»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi 01/12/2022, a pag.10 con il titolo "Von der Leyen alza il tiro per punire Mosca: 'Tribunale speciale e beni russi all'Ucraina' " il commento di Marco Bresolin.
Marco Bresolin
Ursula von der Leyen, meno parole, prepari un processo sull'esempio di Norimberga
«La Russia deve pagare per i suoi crimini orribili commessi in Ucraina». L'intenzione c'è e per darle seguito Ursula von der Leyen ha preparato il conto da saldare, sia in termini di giustizia, sia in termini economici. Ma la riscossione non sarà affatto semplice. Bruxelles vuole da un lato istituire un tribunale speciale internazionale per giudicare i crimini di guerra commessi da Mosca e dall'altro utilizzare i beni congelati alla Banca centrale russa e agli oligarchi per recuperare le risorse necessarie alla ricostruzione dell'Ucraina. «La stima dei danni provocati dall'invasione ammonta a 600 miliardi di euro e la Russia deve risarcire Kiev» ha avvertito Ursula von der Leyen in un video pubblicato ieri mattina, poi cancellato e ripubblicato senza il passaggio in cui parlava di «100 mila militari ucraini morti e 20 mila civili». Cifre, ha precisato la sua portavoce, provenienti da stime effettuate da «fonti esterne» che si riferiscono «sia ai morti che ai feriti». Resta confermato il conto da 600 miliardi, ma le possibilità di saldarlo con i beni sequestrati sono estremamente remote. Secondo Bruxelles, il valore dei beni della Banca Centrale russa congelati nell'Ue e nei Paesi del G7 ammonta a circa 300 miliardi. Si tratta di somme che prima o poi andranno restituite ai proprietari (con gli interessi) e che dunque non possono essere confiscate. L'Ue intende vincolare lo "scongelamento" di queste somme alla firma di un accordo di pace, ma nel frattempo sta studiando con il G7 un sistema per "far fruttare" le risorse, investendole e girando a Kiev le rendite. C'è l'ipotesi di istituire un fondo speciale per utilizzare questi 300 miliardi, ma con ogni probabilità si potrà investire soltanto il denaro "liquido". E al momento l'ammontare disponibile non è ancora chiaro. Ci sono poi i 19 miliardi di euro di beni sequestrati agli oligarchi: in questo caso la confisca è possibile, ma solo in presenza di un reato. L'Ue sta finalizzando il lavoro per introdurre il reato di aggiramento delle sanzioni, che permetterebbe di mettere mano a una parte delle risorse, venderle e ricavarne i fondi per l'Ucraina. Parallelamente, l'Ue ha lanciato l'idea di istituire un tribunale internazionale indipendente «sostenuto dall'Onu»per giudicare i crimini di guerra commessi in Ucraina. La Corte penale internazionale dell'Aia non può esprimersi sul reato di "aggressione" se l'imputato è la Russia, visto che Mosca non ha ratificato lo Statuto di Roma. Potrebbe farlo solo in presenza di una richiesta del Consiglio di sicurezza dell'Onu, dove però la Russia ha il veto. Per questo Bruxelles ha messo sul tavolo due ipotesi: istituire un tribunale ad hoc oppure utilizzare un sistema ibrido, inquadrato in una giurisdizione nazionale (in questo caso ucraina) ma integrato da giudici internazionali.
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