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Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.10.2022 Gli ucraini avanzano su Kherson
Cronaca di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 23 ottobre 2022
Pagina: 14
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Spazzati via ponti e chiatte. Gli ucraini stringono su Kherson»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 23/10/2022, a pag.14, con il titolo "Spazzati via ponti e chiatte. Gli ucraini stringono su Kherson" la cronaca di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

Ukraine and the Logic of Civil Resistance: Confronting Russian-Fueled  Insurgency - Atlantic Council

Kiev «Siamo in una situazione molto difficile nel Kherson», aveva già ammesso una decina di giorni fa il generale Sergej Surovikin. Vladimir Putin lo aveva appena nominato a capo del corpo di spedizione russo in Ucraina per la sua fama di ufficiale brutalmente efficiente. E lui, soldato tutto d’un pezzo, di poche parole e prono all’azione, non si era smentito: da quando comanda, le forze russe bombardano senza sosta con missili e droni le infrastrutture civili ucraine, stanno riducendo in briciole le centrali elettriche anche nelle regioni centro-occidentali, il Paese rischia di rimanere al freddo e al buio in pieno inverno. Intere città sono senza corrente, che adesso viene sempre più razionata. Kiev chiede nuove armi antiaeree agli alleati occidentali. Eppure, tutto questo non ferma la controffensiva ucraina. In quelle prime dichiarazioni ridotte all’osso di Surovikin c’era già la premessa di ciò che sta avvenendo oggi sul fronte meridionale. Gli ucraini avanzano nel Kherson, stanno spazzando via i ponti e le chiatte sul Dnepr, le loro unità sparano dal settore occidentale di Mykolaiev. Lo Stato Maggiore a Kiev per il momento tace: la stessa strategia del silenzio scelta al momento delle grandi avanzate di settembre nel Donbass. Gli stessi giornalisti ucraini non sanno quali siano i villaggi davvero liberati per evitare che i russi li bombardino da lontano. Conferme più o meno dirette dell’avanzata arrivano da fonti russe e dai collaborazionisti ucraini sul terreno. Ieri le autorità locali del Kherson sono tornate a chiedere alla popolazione di «evacuare la regione». Vladimir Saldo, uno degli ufficiali ucraini residente nel capoluogo e che da aprile lavora con Mosca, all’inizio della settimana aveva parlato di «un’evacuazione ordinata e scaglionata in cinque o sei giorni per 60.000 persone». Ma la situazione sembra degenerare. Un suo collaboratore, Kirill Stremousov, ieri su Telegram postava che soltanto 25.000 civili avevano attraversato il fiume. Per ordine di Putin una parte dei 30.000 soldati russi stazionati nella regione si stanno trincerando. Un mese fa i suoi generali sul campo avevano chiesto di evacuare la «sacca di Kherson», ma il presidente si era opposto. Pare vi siano confluiti sia corpi scelti di veterani tra i contractor della Wagner, ma anche circa 2.000 coscritti privi di qualsiasi esperienza e che rischiano di diventare «carne da cannone». Kherson, che sino a febbraio contava 300.000 abitanti, si va trasformando in una fortezza: barricate tra strade vuote e case abbandonate. Sembra che gli ucraini non intendono ridurre la città in macerie, come fecero i russi a Mariupol in primavera. Si preferirà accerchiarla e bloccare ogni via di rifornimento dalla Crimea e lungo le strade che arrivano dal Donbass lungo la costa del Mar Nero e il Mare di Azov.

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