Israele pronto ad aiutare Kiev? Cronaca di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 21 ottobre 2022 Pagina: 16 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: «Il Cremlino ha 'fame' di truppe: trasferiti due battaglioni dalla Siria»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/10/2022, a pag.16, con il titolo "Il Cremlino ha 'fame' di truppe: trasferiti due battaglioni dalla Siria" la cronaca di Lorenzo Cremonesi.
Lorenzo Cremonesi
Kiev La «fame» di truppe scelte pronte da inviare rapidamente sui campi di battaglia «mangiauomini» dell’Ucraina sta spingendo lo Stato maggiore russo a spostare soldati e armi dalla Siria ai fronti caldi del Donbass e di Kherson. La notizia non è nuova, se ne parlava già a inizio estate, ma adesso viene rilanciata negli ambienti diplomatici occidentali del Medio Oriente e tra gli osservatori militari. Sembra che almeno due battaglioni, circa 1.600 uomini, abbiano lasciato di recente l’aeroporto di Damasco per la Russia meridionale. Sono unità addestrate, abituate alla guerra: tra loro vi sarebbero anche elementi della Wagner, contractor ben pagati, noti per la loro brutalità. L’indebolimento della presenza militare russa in Siria apre la via a nuovi sviluppi sia strategici che sul piano delle relazioni internazionali in Medio Oriente. Israele, non più condizionato dalla necessità di mediare con la potenza russa che garantisce il regime di Bashar Assad, potrebbe essere più incline ad aiutare militarmente l’Ucraina, per esempio fornendo razzi terra-aria per abbattere i droni iraniani (sono sistemi ben rodati contro Hezbollah in Libano e utilizzati per fermare gli attacchi di Hamas da Gaza), che i russi tirano contro le infrastrutture civili. Vanno in questo senso anche le accuse della Casa Bianca di ieri per cui truppe iraniane sarebbero stanziare in Crimea per aiutare quelle russe. La necessità per Mosca di richiamare i soldati dalla Siria conferma in ogni caso la sua debolezza militare in Ucraina. Nelle ultime 24 ore sono stati trasferiti oltre 15.000 civili dalla regione presa di mira dall’offensiva ucraina sul Kherson alla riva orientale del Dnipro. I russi pianificano di trasferirne altri 45.000 nei prossimi giorni. Non è da escludere che con loro possano ritirarsi anche una parte dei circa 30.000 soldati russi che oggi rischiano di rimanere accerchiati. Tuttavia, la precarietà russa e il rischio di un grave rovescio del suo esercito nel Kherson non fanno ancora credere che la guerra possa terminare a breve con una netta vittoria ucraina. Dal Pentagono e dagli stessi comandi ucraini si continua a ribadire che Mosca resta in grado di mobilitare ingenti contingenti di uomini e mezzi: il conflitto pare destinato a durare ancora a lungo. Le maggiori preoccupazioni della popolazione ucraina sono intanto concentrate sulle necessità di fare fronte alle durezze del «generale inverno» aggravate dai recenti raid russi mirati in particolare contro la rete elettrica. Due giorni fa il presidente Zelensky ha denunciato che i missili e i droni russi dell’ultima settimana hanno bloccato «oltre un terzo» delle infrastrutture elettriche. Il Paese rischia lunghi mesi di gelo e buio. Ieri il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha invitato la popolazione a rinunciare a forni a microonde, tostapane e stufette elettriche. Nei negozi generatori e power bank sono esauriti da tempo. In gran parte delle città la corrente viene ormai razionata.
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