Chi insulta la memoria: Una sfida accettata, vedremo Analisi di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 17 ottobre 2022 Pagina: 1 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Chi insulta la memoria»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 17/10/2022, l'analisi di Fiamma Nirenstein, a pag.1, dal titolo "Chi insulta la memoria"
Fiamma Nirenstein
"Tragica buia insanabile". Dice bene Giorgia Meloni, fu veramente questo la giornata del 16 ottobre 1943 quando "la furia nazifascista", come recita il testo di cordoglio da lei stilato,intraprese la "vile e disumana deportazione di ebrei romani … strappati dalla vita, donne, uomini e bambini casa per casa". Meloni aggiunge che questa memoria "di tutti gli italiani" deve servire per continuare a combattere in ogni sua forma l'antisemitismo. Il messaggio di Meloni viene di concerto con un insieme compatto di messaggi proveniente da tutte le parti politiche, in cui si ricorda l'orrore di quelle 1259 creature senza colpa, trascinati via da casa all'alba, mezzi spogliati, terrorizzati, fra cui 207 bambini: tutti, mandati a morire ad Auschwitz dopo un gesto che, pur nella selva oscura della Shoah, resta un abisso inguardabile. Non è strano che si usino parole forti ricordandolo. Qui, tuttavia, dato anche che un linguaggio altrettanto incandescente viene usato dal presidente del Senato Ignazio La Russa, dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, e che interviene con intensità anche Silvio Berlusconi ("una barbarie che non possiamo dimenticare") e Matteo Salvini ("L'antisemitismo non deve esser mai sottovalutato o peggio tollerato") si disegna, comunque la si voglia valutare, una presa di posizione che indica una strada di lotta all'antisemitismo. Per FdI significa affrontare un compito educativo, specie fra i ragazzi, gli studenti e i giovani dei quartieri in cui esiste un'ignoranza eccitata di fronte alla parola "ebreo".
Giorgia Meloni certo lo sa: nella sua parte politica si tratta di un processo intrapreso da tempo. Quando nel 2003 Gianfranco Fini si inginocchiò a Yad Vashem, il Museo della Shoah, ormai da anni lo si copriva di accuse di falsità e di opportunismo politico da sinistra e di tradimento da destra. Le accuse e il dissenso di quegli anni, con le caricature con la kippa, sono forse il suo migliore successo politico: quando parlò in Israele dell'Olocausto come di "un abisso di infamia" il cristallo della connivenza della destra con un passato innominabile nascosto sotto il tappeto della memoria si infranse, antisemita divenne un insulto anche a destra. Nessuno poté più vantarsi di odiare o disprezzare o ridere degli ebrei. Israele, la grande conquista del popolo ebraico, divenne molto più visibile e apprezzabile a destra. Intanto Berlusconi, il premier liberal-conservatore con un bacino di voti anche a destra, aveva seguito il suo personale istinto di simpatia verso il popolo ebraico con una politica nuova, rivoluzionaria, di avvicinamento a Israele, e questo cambiò la strada dopo anni di rifiuto andreottiana-comunista. Le parole di Meloni, mentre inaugura in questi giorni la sua politica governativa, spingono di fatto la sua destra a contrapporsi all'antisemitismo contemporaneo, in grande crescita. É una sfida accettata, e vedremo. Ma il nuovo antisemitismo, che riempie i social di "morte agli ebrei e a Israele" (ogni 80 secondi circa su un social media fra i più comuni viene caricato un post antisemita in 20 lingue diverse) non è certo solo di destra, anzi, si è allargato a macchia d'olio soprattutto a sinistra.