Gay palestinese decapitato, il silenzio delle associazioni Lgbt+ Si era rifugiato in Israele, gay palestinese decapitato in Cisgiordania
Testata: Corriere della Sera Data: 09 ottobre 2022 Pagina: 16 Autore: la redazione del Corriere della Sera Titolo: «Si era rifugiato in Israele, gay palestinese decapitato in Cisgiordania»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/10/2022, a pag.16, la breve "Si era rifugiato in Israele, gay palestinese decapitato in Cisgiordania".
Non ci risulta che i movimenti gay siano intervenuti, schierandosi senza distinguo con la vittima. Gli stessi media ignorano quasi la notizia con la sola eccezione del Corriere della Sera. Uccidere un omosessuale nei territori palestinesi non deve essere pubblicata?
Ecco la breve:
Ahmad Abu Marakhia
Un palestinese della Cisgiordania accolto due anni fa in Israele da una ong di assistenza e protezione agli omosessuali è stato brutalmente ucciso da sconosciuti che hanno poi abbandonato il suo corpo a Hebron (Cisgiordania). Le immagini del cadavere decapitato hanno suscitato grande emozione. La polizia palestinese ha poi arrestato una persona che potrebbe essere coinvolta nel delitto. Il Jerusalem Post precisa che la vittima si chiamava Ahmad Abu Marakhia e aveva 25 anni. In Israele era stato assistito dall’associazione «Al-Bait al-Mokhtalef» (Una casa diversa) che aveva provveduto a garantirgli un permesso temporaneo di residenza fino ad un trasferimento definitivo in Canada, che sembrava ormai a portata di mano. La mattina di mercoledì era ancora a Tel Aviv, diretto al suo lavoro, mentre il suo cadavere è stato trovato la sera stessa a Hebron.
È presumibile che l’uomo sia stato rapito una volta arrivato nella città dove risiede la sua famiglia. La parlamentare laburista araba Ibtisam Mara’ana, che si è prodigata per allestire in Israele ostelli protettivi per gli omosessuali palestinesi, ha espresso dolore per l’uccisione di Abu Marakhia e promesso che continuerà i suoi sforzi. Sarebbero 90 i gay palestinesi che hanno ottenuto finora accoglienza in Israele perché temevano per la propria vita nei Territori controllati dall’Anp.
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