Gli aiuti militari dall'Italia all'Ucraina Cronaca di Virginia Piccolillo
Testata: Corriere della Sera Data: 05 ottobre 2022 Pagina: 6 Autore: Virginia Piccolillo Titolo: «Quinto invio di armi a Kiev, Guerini anticipa il nuovo decreto»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 05/10/2022, a pag. 6, la cronaca di Virginia Piccolillo dal titolo "Quinto invio di armi a Kiev, Guerini anticipa il nuovo decreto".
Lorenzo Guerini
Il governo si prepara a licenziare il nuovo decreto, il quinto, sugli aiuti militari all’Ucraina, sotto minaccia nucleare: ieri il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ne ha illustrato i contenuti, classificati, al Copasir. E il presidente Adolfo Urso (FdI), il più gettonato nel totoministri come prossimo titolare della Difesa, ha spiegato che il Copasir ha riscontrato l’aderenza del testo alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento. Anche se l’elenco è, appunto, segreto, si è parlato più volte di missili anticarro, sistemi di difesa aerea Stinger, mortai e altro. Perché, come ha spiegato il premier Draghi, non si può pensare che l’Ucraina si difenda «a mani nude». È bastata un’ora dall’intervento di Guerini per vedere arrivare la risposta via social dal consueto sapore provocatorio dell’ambasciata russa: «Le forniture di armi all’Ucraina non aiutano a risolvere il problema del caro-bollette», ha scritto l’ambasciata sui social sotto la foto di armi con scritte in lingua italiana. Polemiche giungono dal leader M5S, Giuseppe Conte che auspica manifestazioni di cittadini per invocare una «svolta negoziale» che, a suo giudizio, potrebbe porre fine al conflitto. Ma la situazione illustrata dal ministro non concede molte speranze sulle reali intenzioni di pace di Vladimir Putin che intende mantenere la posizione conquistata con i referendum-farsa. Per questo si accelera anche sulle contromisure che il nostro Paese ha approntato nel decreto Aiuti-bis. Il Copasir le ha analizzate ieri. Uno schema di decreto attuativo relativo all’impiego del personale delle forze speciali della Difesa all’estero, su proposta di Maurizio Cattoi, che ha avuto parere favorevole unanime. Poi, uno schema di regolamento che concede garanzie funzionali e amministrative agli 007 infiltrati all’estero, su proposta di Federica Dieni, anche questo approvato all’unanimità. E uno che regola le modalità con le quali può essere condotto un contrattacco hacker. Ovvero la risposta dell’intelligence nel caso in cui il nostro Paese subisca un attacco cibernetico da un altro Stato o dai terroristi.
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