La Russia in Medio Oriente e la posizione di Israele Commento di Anna Mahjar-Barducci
Testata: La Ragione Data: 10 marzo 2022 Pagina: 5 Autore: Anna Mahjar-Barducci Titolo: «L'arduo dilemma di Bennett fra la Russia e l'Iran»
Riprendiamo dalla RAGIONE di oggi, 10/03/2022, a pag. 5, l'analisi di Anna Mahjar-Barducci dal titolo "L'arduo dilemma di Bennett fra la Russia e l'Iran".
Anna Mahjar-Barducci
Naftali Bennett - Joe Biden
Gerusalemme — Nel conflitto fra Russia e Ucraina, che coinvolge tutto l'Occidente, Israele cerca di rimanere il più neutrale possibile. Gli Stati Uniti, da cui Israele dipende per la sua difesa, spingono il governo Bennett a prendere una posizione anti-Russia. Non è però semplice. La Russia mantiene in Siria la sua presenza strategica nel Mediterraneo, che non è disposta a cedere. Mosca ha infatti firmato un contratto di leasing di cinquant'anni per la base aerea di Hemeimeem e per la base navale di Tartus. Ingenti capitali sono già stati investiti per sviluppare questi due centri strategici. In cambio, la Russia si è impegnata a pagare il prezzo di combattere al fianco del presidente siriano Bashar Al-Assad contro i terroristi dell'Isis e l'opposizione siriana. Il regime di Assad è però anche sostenuto dall'Iran, che minaccia l'esistenza stessa di Israele. Peraltro, Mosca non ha avuto fino a oggi l'interesse ad allinearsi con Teheran (nonostante la Russia mantenga forti interessi economici con il regime degli ayatollah) contro Israele (che ha una popolazione di più di due milioni di persone di lingua russa, tanto che il presidente Vladimir Putin ha definito Israele come un Paese «russofono»). Negli ultimi anni fra Russia e Israele è stato osservato un tacito accordo che ha permesso allo Stato ebraico di bombardare indisturbato target iraniani presenti in Siria. Dal canto suo, la Russia non ha mai attivato il suo sistema di difesa aerea contro Israele e quest'ultimo si è impegnato a non colpire target siriani. Israele teme di rompere questo fragile equilibrio. Se lo Stato ebraico decidesse però di prendere delle nette posizioni contro la Russia sulla questione ucraina, Mosca non permetterebbe più a Israele di colpire basi e milizie iraniane e si potrebbe aprire un nuovo fronte di guerra sulle alture del Golan. Le conseguenze si farebbero sentire anche in Libano, dato che gli attacchi mirati israeliani hanno anche limitato il supporto iraniano a Hezbollah, prevenendo il trasferimento di capacità militari dalla Siria al Libano per lo sviluppo di un arsenale militare. Il colonnello israeliano Daniel Rakov ha scritto che Israele deve continuare a mantenere un dialogo aperto con Mosca per salvaguardare la sua libertà d'azione militare e diplomatica in Siria, a prescindere dall'intensificarsi dello scontro militare e ideologico fra Occidente e Russia. Rakov ha inoltre notato che, mentre nella foto ufficiale della visita del presidente iraniano Ebrahim Raisi dello scorso gennaio i due leader erano seduti distanti all'ormai noto tavolo bianco lungo diversi metri, il premier israeliano Bennett è stato fotografato in una conversazione intima con Putin a Sochi. Bennett si trova in una posizione difficile. Non vuole mettersi contro l'amministrazione Biden ma sa anche che non può permettersi il lusso di fare passi falsi e di mettere la Russia nella posizione di dover scegliere fra Israele e l'Iran.
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