Il Kotel, o Muro del Pianto: ciò che rimane del Tempio antico
Nel cuore della città di Roma, non lontano dal Vaticano, sede del papato, si trova l'Arco di Tito, superbo monumento eretto nell'81 dC alla gloria dell'imperatore Tito, morto per mano del fratello e successore, Domiziano. Esso celebra la vittoriosa campagna di Tito e la distruzione del secondo tempio di Gerusalemme nel 70. Da quasi duemila anni il popolo ebraico commemora questo giorno funesto - il nono giorno del mese di Av, l'undicesimo mese del calendario ebraico - seguito dalla fine del regno di Giudea, con i suoi abitanti fatti prigionieri. Per dovere di cronaca, solo cinque secoli dopo nacque il Profeta dell'Islam. Ancora oggi, nel moderno Stato di Israele è un giorno di lutto; decine di migliaia di uomini e donne trascorrono la notte in preghiera davanti all'ultima vestigia del muro di cinta che il re Erode aveva fatto costruire intorno alla Spianata del Tempio. Prima di loro, generazioni di ebrei erano venute a raccogliersi in questo luogo, dandole il nome di “Muro del Pianto”. “ Dopo tante sofferenze inaudite, dopo tanti secoli di esilio e diaspora, l'attaccamento incrollabile di questo popolo a una patria perduta è un caso unico, commovente e sublime “ così scriveva Pierre Loti nel 1895. Va precisato che, per molti secoli, agli ebrei era stato negato l'accesso al Monte del Tempio di cui si erano appropriati i musulmani. Fu solo con la vittoria del 1967 che gli ebrei poterono finalmente mettere piede su quella che per loro è la Spianata del Tempio. Tuttavia, lo fanno solo con parsimonia; certamente Gerusalemme, mai menzionata nel Corano, non era un luogo sacro dell'Islam, ma i fedeli della nuova religione vi hanno edificato due moschee: la Cupola della Roccia e la Moschea di Al Aqsa. Per loro, quello che per un millennio è stato “il Monte del Tempio”, oggi è il Santo Santuario, la Spianata delle Moschee o più semplicemente “Al Aqsa” e vedono nella presenza ebraica un intollerabile attacco alla santità del luogo. Come si sa, la libertà di culto non fa parte dei dogmi dell'Islam. Ecco perché, in questo nono giorno del mese di Av, quando quasi duemila ebrei sono andati a pregare lì, dei fanatici islamici sovreccitati si sono scontrati con la polizia israeliana per manifestare la loro indignazione. Da qui è sorto un vero e proprio concerto di condanne da parte di Hamas e dell'Autorità Palestinese che vedono in questi uomini e nelle loro mogli in preghiera una manifestazione di forza tipica “dei coloni”. Di fronte a questa violazione c’è stata anche la condanna da parte di quel principe della libertà di espressione che è il Presidente turco. La Giordania ha espresso una protesta ufficiale; il portavoce del Ministero degli Esteri, Al-Fayez, ha affermato che l'intero complesso del Monte del Tempio è un luogo di culto esclusivamente per i musulmani. L'Europa, ma soprattutto l'Europa cristiana, resta stranamente in silenzio. Per reagire e per richiamare Israele ad una maggiore moderazione, resta in attesa di un possibile scontro violento tra fanatici musulmani e forze dell’ordine.
Michelle Mazelscrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".