Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 29/04/2021, a pag.26, con il titolo "Al macero la biografia di Roth" il commento di Daniele Abbiati; dalla STAMPA, a pag. 30, con il titolo 'Assurdo giudicare l'arte con criteri morali. Cancel e culture non possono stare insieme', l'intervista di Caterina Soffici a Elisabetta Sgarbi.
Ecco gli articoli:
IL GIORNALE - Daniele Abbiati: "Al macero la biografia di Roth"
La copertina dell'edizione americana
Passerà sicuramente alla storia come il primo best seller morto in culla. Il pargolo è vissuto soltanto 22 giorni, e la sua crescita che aveva del miracoloso, avendolo portato subito in vetta alle classifiche di vendita negli Stati Uniti, è stata stroncata. Non dagli stroncatori di professione, però, non dai soliti critici e giornalisti bastian contrari. A sopprimere la creatura ha provveduto chi l'ha messa al mondo: la sua casa editrice. Per fare un libro, infatti, come per fare un bambino occorre essere in due, e soprattutto occorre essere consenzienti. L'autore, da solo, non basta mai. Ma in questo caso l'autore, il padre, è stato clamorosamente ricusato dall'editrice, cioè dalla madre. L'autore di Philip Roth: The Biography si chiama Blake Bailey ed è stato travolto da uno scandalo di natura sessuale, finendo sotto accusa per molestie sessuali e stupri commessi anni prima, a seguito delle denunce di due sue ex studentesse e di una dirigente editoriale. La sua stessa agenzia, la Story Factory, non appena ha sentito puzza di bruciato, ha rotto i rapporti con lui. E ieri, a strettissimo giro di posta, anche l'editore, la W.W. Norton e Company, ha mollato il colpo. Non volendo restare con il cerino in mano, lo ha usato per accendere (metaforicamente, s'intende) un bel falò in cui gettare migliaia e migliaia di copie. Visto, non si stampi, al contrario: si bruci. Al diavolo il successo annunciato, stop ai torchi «con effetto immediato» e ritiro dei volumi già distribuiti. Non solo, la W.W. Norton ha anche annunciato che donerà l'importo dell'anticipo del libro a organizzazioni impegnate nella lotta alle violenze sessuali. Infine, la damnatio memoriae colpirà anche l'altro libro di Bailey edito dalla stessa casa nel 2014 che ha un titolo, letto ora, dal suono vagamente canzonatorio per l'autore: The Splendid Things We Planned, vale a dire «Le cose splendide che abbiamo preparato»... Dicono gli ammiratori e gli studiosi di Philip Roth che a fare le spese di questa vicenda sarà però una memoria non meritevole di dannazione, quella, appunto dell'autore di Lamento di Portnoy e Pastorale americana, morto nel 2018, perché la sua biografia scritta da Bailey, lui l'aveva autorizzata, essendo il frutto di anni di incontri e di ricerche. «Ora Bailey si cerchi un altro editore, se lo desidera», tuonano alla W.W. Norton (sottintendendo: se lo trova). Il quale Bailey ha negato la fondatezza delle accuse a lui rivolte, mentre il suo avvocato, Billy Gibbens, ha fatto notare che il libro è ancora in vendita all'estero. Chi già lo possiede, ne faccia ciò che vuole. Potrebbe persino leggerlo e trovarlo un buon libro.
LA STAMPA - Caterina Soffici: 'Assurdo giudicare l'arte con criteri morali. Cancel e culture non possono stare insieme'
Elisabetta Sgarbi
Elisabetta Sgarbi, fondatrice e direttrice della Nave di Teseo, ha pubblicato in Italia l'autobiografia di Woody Allen, censurata negli Usa per l'accusa di molestie sessuali. Come commenta la vicenda di Blake Bailey? «Ci sono due ordini di considerazioni. La vicenda di Woody Allen si era conclusa con un non luogo a procedere. La giustizia americana aveva valutato le accuse e le aveva considerate non probanti. Quindi la vicenda di Woody Allen è frutto di una isteria, non certo di una vicenda giudiziaria. La domanda che mi ponevano era: se Woody Allen - che non è colpevole di nulla - fosse colpevole, pubblicherebbe lo stesso la sua autobiografia? La risposta allora e ora è: sì pubblicherei quel libro perché è un grande libro. E io devo giudicare il libro. Quanto alla vicenda della biografia di Philip Roth non posso che dire lo stesso. Se la biografia è valida, punirla perché l'autore si è macchiato di un reato lo trovo ingiusto. Semmai - giudiziariamente - va punito l'autore, non l'opera».
Sono precedenti pericolosi? «E certo. Assurdo giudicare l'arte con criteri morali e giudiziari. E anche qualora un autore fosse colpevole di un crimine, la sua opera va giudicata alla luce di quello che è. E gli editori dovrebbero avere il diritto e il dovere - se l'opera lo merita, di pubblicarla. Arrivare al macero è assurdo. Direi che è un atto, questo sì, illegale, e immorale, forse».
Sarà la Nave di Teseo a pubblicare la biografia censurata? «Mi pare che sia Einaudi a pubblicarla. Essendo Einaudi l'editore di Roth mi sembra naturale. Ma certamente la pubblicherei. Noi con la rivista Linus dedicheremo un numero a Philip Roth prossimamente».
Con il #Metoo gli americani stanno esagerando? «Tanto più crescono l'immoralità e l'ignoranza, tanto più prosperano il moralismo e la censura».
Cosa pensa della «cancel culture»: è anch'essa una censura? «Cancel e culture sono due termini che non possono stare insieme. La cultura è anzitutto rispetto della storia, di ogni storia. Anche le più dolorose. Cultura è memoria. La cancellazione è un processo complesso che avviene all'interno della cultura, ma non è una cancellazione, piuttosto un entrare in penombra di tratti di storia che possono riemergere grazie allo studio e all'intelligenza degli uomini».
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