Testata: Corriere della Sera Data: 09 aprile 2021 Pagina: 1 Autore: Carlo Verdelli Titolo: «Le inutili proteste a salve, cittadinanza per Zaki»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/04/2021, a pag.1, l'editoriale di Carlo Verdelli dal titolo "Le inutili proteste a salve, cittadinanza per Zaki".
Carlo Verdelli
Patrick Zaki
E ogni volta che si arriva alla vigilia della farsesca udienza dove si decide se prorogare o meno il supplizio, che puntualmente viene prorogato, si alza un breve vento di speranza che subito muore, per lasciare il posto a un'indignazione altrettanto breve, e poi il silenzio, fino alla prossima stazione dei calvario che ha trasformato un ragazzo pieno di desideri e di capelli arruffati in uno spettro rasato e con gli occhi infossati. Patrick Zaki è egiziano, uno spirito libero che aveva preferito l'Italia come Paese dove proseguire gli studi dopo una laurea in Farmacia, e in Italia voleva tornare, perché ci aveva scelti e noi l'avevamo accolto con l'impegno di aiutarlo a crescere, con l'implicita promessa di proteggerlo dal male, proprio come si fa con i figli, nati in casa o venuti da fuori che siano. No che non se lo aspettava, Patrick, di essere arrestato, altrimenti non sarebbe stato così stupido da prendersi una vacanza dall'università di Bologna per tornare qualche settimana a casa dai suoi, un centinaio di chilometri dal Cairo. Era il 7 febbraio 2020, uno di quei giorni che si infilano come un chiodo nel palo altissimo della vergogna umana. Da allora, sotto di lui si e aperta la botola di un carcere da girone dantesco, un tunnel senza tempo e senza uscita apparente. Una speranza forse ci sarebbe ancora e abbiamo contribuito a lanciarla su questo giornale: dare a Zaki la cittadinanza italiana, riconoscerlo come «anche» nostro, così da poter esercitare una pressione più convincente su un regime sordo ai diritti umani ma molto sensibile ai rapporti economici e di potere (nel 2019 abbiamo venduto armi all'Egitto per 870 milioni di euro, contro i 31 di 5 anni prima). Il 13 aprile verrà esaminata in Senato una mozione presentata dal Pd, e sottoscritta persino dalla Lega, per far diventare italiano Patrick l'egiziano, con procedura d'urgenza. Tra chi ha aderito, la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta a un lager. Dietro di lei, zoo mila firme di gente comune e l'impegno di associazioni come Possibile e Amnesty, uniti nella convinzione che chi salva una vita salva il mondo intero. E poco importa da dove venga quella vita, che posto occupi nella classifica variabile delle priorità. Ma la verità indicibile è che della sorte di Patrick Zaki, come della verità sulla morte di Giulio Regeni, importa tanto a non tante persone. E niente a chi poteva/ potrebbe/ dovrebbe/ battere i famosi pugni sul tavolo del caro despota Al Sisi. Protestiamo a salve. Col rischio di trovarci a raccontare la cronaca di un'altra proroga, saputa e vigliaccamente accettata. Il 16 giugno Patrick compirà 30 anni.
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