Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 07/04/2021, a pag.18, con il titolo "Netanyahu (a processo) incaricato di formare il governo" il commento di Davide Frattini.
Davide Frattini
Benjamin Netanyahu
La foto scattata al primo giorno di scuola del nuovo parlamento li ritrae come compagni di banco che non si parlano più. Le spalle voltate l'uno all'altro, le braccia incrociate. L'alleanza d'emergenza tra i due Benjamin — Netanyahu e Gantz — per combattere la pandemia è finita ben prima di ieri, nelle campagna elettorale degli ultimi mesi erano tornati a essere avversari-dopo la rottura che ha riportato il Paese alle elezioni e allo stallo politico. I leader di partito si sono presentati nella residenza a Gerusalemme del presidente Reuven Rivlin e hanno indicato il loro candidato a formare un governo o almeno a provarci: Netanyahu ha ricevuto il sostegno di 52 deputati (l'insieme dei gruppi di destra e degli ultraortodossi) mentre Yair Lapid si è fermato a 45: riunisce il centro-sinistra, compresi Gantz (ormai ridimensionato) e i laburisti. Nessuno dei due ha i numeri sufficienti per raggiungere la maggioranza di 61. Dopo le consultazioni e con una decisione «difficile dal punto di vista dei valori e della morale», Rivlin ha deciso di affidare il mandato al primo ministro in carica. Nonostante gli attacchi continui ricevuti dal Likud (da cui peraltro proviene) che lo considera ormai un nemico, il capo dello Stato negli ultimi anni ha già offerto per cinque volte a Bibi — com'è soprannominato — la possibilità di mettere insieme una coalizione. A questo giro il presidente è ancora più pessimista, convinto com'è «che nessun candidato possa farcela».
Reuven Rivlin
Netanyahu ha 28 giorni (più un'estensione di 14, di solito concessa) per convincere Naftali Bennett a riportare a casa i suoi 7 deputati e a creare un governo di destra, nazionalista, con frange estreme razziste e omofobe. Per ora Bennett con la sua fazione ha indicato al presidente se stesso come possibile primo ministro: lascia aperta la porta per un'intesa con Lapid che eviterebbe agli israeliani di tornare a votare per la quinta volta in due anni e mezzo. In queste stesse settimane andrà avanti il processo per corruzione contro il premier che è stato obbligato a sedersi davanti ai giudici nelle ore in cui si discuteva del suo futuro politico. Prima dell'udienza ha attaccato la magistratura che accusa di aver «tentato un colpo di mano istituzionale contro un primo ministro forte di destra». Nahum Barnea, uno dei giornalisti più letti e rispettati in Israele, ha raccontato sul quotidiano Yedioth Ahronoth l'atmosfera dentro (e fuori) l'aula: «All'interno arriva il tam, tam, tam dei tamburi come nell'Argentina di Perón. Impossibile dire se a batterli siano i fedelissimi di Bibi o chi protesta contro di lui. Questa sentenza verrà decisa nelle strade, così ha voluto Netanyahu con una mancanza di scrupoli mai vista prima».
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