Riprendiamo da MILANO FINANZA di oggi, 12/03/2021, a pag. 6, con il titolo "Israele modello anti-crisi: esporta farmaci anti-Covid in Africa e ora anche in Europa", il commento di Jonathan Pacifici.
Jonathan Pacifici
Visto da una Gerusalemme che si sta lasciando alle spalle la crisi Covid, il prossimo futuro sembra pieno di opportunità. Dopo le visite della scorsa settimana del cancelliere austriaco Sebastian Kurz e del primo ministro danese Mette Frederiksen, giovedì è stata la volta del premier ceco Andrej Babis e del primo ministro ungherese Viktor Orban. I due hanno incontrano Netanyahu per discutere le possibilità di cooperazione nella ricerca e sviluppo dei vaccini e nei protocolli di risposta alla pandemia di coronavirus. Babis ha presenziato all'apertura di un nuovo ufficio diplomatico del suo paese a Gerusalemme in Washington Street, a pochi passi dall'Hotel King David nel centro della città. Al taglio del nastro ha partecipato anche il ministro degli esteri israeliano Gabi Ashkenazi. Due anni fa la Repubblica Ceca aveva aperto nella capitale israeliana un centro culturale chiamato «The Czech House». Ora con questa mossa, poco meno di un ambasciata, Praga si affranca dalla politica estera di Bruxelles, notoriamente ostile al riconoscimento di Gerusalemme Capitale messo in moto dall'amministrazione Trump. Appena due settimane fa aveva fatto notizia la decisione di Netanyahu di destinare almeno 100.000 dosi di Moderna ad una vera e propria campagna di diplomazia del vaccino. L'operazione era stata poi sospesa per problemi regolatori, non prima però che Praga ricevesse 5.000 dosi. Anche l'Honduras ha già ricevuto una prima spedizione destinata, secondo il Presidente Juan Orlando Hernandez, ai lavoratori in prima linea. Ora la campagna riprende e secondo l'emittente pubblica Kan i paesi che dovrebbero ricevere dosi sono Cipro, Ungheria, Guatemala, Maldive, San Marino, Etiopia, Ciad, Kenya, Uganda e Guinea. Ci sarebbe anche la Mauritania, che con Israele non ha rapporti diplomatici ma presto potrebbe averne. Anche i diplomatici stranieri accreditati in Israele sono stati tutti vaccinati nonostante l'assenza di regime di reciprocità. Su richiesta degli Stati Uniti poi, Gerusalemme ha provveduto anche alla vaccinazione delle forze di Pace Mfo (Multinational force and observers) di stanza nel Sinai. Si tratta di 2.400 membri da 14 nazioni.
Secondo il quotidiano londinese Asharq Al-Awsat Israele sta finanziando l'acquisto di dosi di Sputnik V per la nemica Siria. Il finanziamento sarebbe parte di un accordo di scambio di prigionieri con il regime di Assad mediato da Mosca. Sul fronte palestinese, questa settimana è iniziata la vaccinazione di circa 120.000 persone che entrano quotidianamente in Israele con regolare permesso di lavoro (circa 87.000) e dei lavoratori palestinesi nelle comunità ebraiche dei territori (35.000). I centri di vaccinazione sono stati allestiti in diversi parchi industriali ed ai checkpoint. Secondo il piano, la somministrazione delle prime dosi del vaccino sarà completata entro due settimane, ha reso noto l'esercito, con i centri che successivamente si apriranno per altre due settimane per somministrare la seconda dose. Lo scorso giovedì è stato rodato il sistema con un pilot di 700 palestinesi vaccinati al checkpoint di Shaar Efraim. Secondo gli accordi di Oslo tutti gli aspetti sanitari della popolazione palestinese di Giudea e Samaria ricadono sotto la giurisdizione della Anp, la quale ha ripetutamente reso noto che non accetterà intromissioni israeliane in questa sua prerogativa. D'altro canto la Anp non dispone ad oggi di dosi in numero significativo e c'è chi sostiene che gli ordini fatti dal governo israeliano, ben oltre le necessità nazionali, prendono in considerazione il fatto che. alla fine. toccherà ancora una volta ad Israele supplire al malgoverno di Ramallah. Tutto questo è possibile perché Israele ha provveduto in tempi utili ad ordinare vaccini da più produttori, quando ancora non ne era chiara l'efficacia. Ora si ritrova con i magazzini pieni di validissime alternative e si prepara, non appena ci sarà l'ok dell'Fda, anche alla vaccinazione degli under 16 che dovrebbe finalmente portare all'immunità di gregge. Forte del successo vaccinale oggi Gerusalemme guarda avanti.
La Uae ha annunciato «discussioni formali per stabilire un corridoio di viaggio senza quarantena» con Israele. Gli Emirati Arabi Uniti riconosceranno i certificati di vaccinazione israeliani e viceversa. Grecia e Cipro hanno già firmato accordi simili con Israele in vista della stagione estiva. Anche con gli Usa è al vaglio l'integrazione dei sistemi informatici per un più veloce scambio di informazioni. Sembra invece saltato, almeno per ora, il vero colpaccio di King Bibi. Il Premier doveva volare ad Abu Dhabi per un tanto atteso incontro con il principe Mohamed bin Zayed Al Nahyan e, sembra, con lo stesso principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Un improvviso ricovero per appendicite della first lady Sara Netanyahu ha impedito il viaggio. Nell'era della diplomazia del vaccino la pace tra Israele e l'Arabia Saudita è ormai una questione di quando, non di se.