Russia, Navalny in Gulag Cronaca di Fabrizio Dragosei
Testata: Corriere della Sera Data: 03 marzo 2021 Pagina: 18 Autore: Fabrizio Dragosei Titolo: «Navalny, si muovono Usa e Ue. Sanzioni ai fedelissimi di Putin»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/03/2021, a pag. 18, con il titolo "Navalny, si muovono Usa e Ue. Sanzioni ai fedelissimi di Putin", il commento di Fabrizio Dragosei.
Fabrizio Dragosei
Aleksej Navalnyj
La decisione di trasferire il dissidente Aleksej Navalny in una durissima colonia penale ha forse spinto Europa e Stati Uniti ad accelerare i tempi. L'Ue ha decretato le sanzioni per quattro alti funzionari dell'amministrazione statale coinvolti nell'arresto e nella condanna del principale oppositore di Vladimir Putin. E gli Stati Uniti si sono mossi con una prima misura che sarà probabilmente seguita da altre iniziative per punire le azioni dei servizi segreti russi contro installazioni americane e le interferenze nelle elezioni presidenziali. Gli Usa hanno deciso di colpire sette persone, già sanzionati dalla Ue. Il direttore dell'Fsb Bortnikov, il capo del direttorato per la politica interna Yarin, il vicecapo dello staff presidenziale Kiriyenko, due viceministri della Difesa, Krivoruchko e Popov, il responsabile dell'organizzazione penitenziaria Kalashnikov e il procuratore Krasnov. Washington ha anche messo nel mirino i3 entità economiche impegnate nella fabbricazione illecita di agenti biologici e chimici. Aziende e istituti di ricerca russi legati al ministero della Difesa, ma anche tre imprese tedesche e una svizzera. E un primo importante segnale della nuova amministrazione nei confronti del Cremlino: i rapporti sono decisamente cambiati dai tempi di Donald Trump che era arrivato al punto di dare più credito alle affermazioni del leader russo che a quelle dei capi dei suoi servizi di sicurezza. Con Biden si torna alla politica del «containment» attuata nei riguardi dell'Urss per tutta la Guerra fredda. La Russia è vista come un avversario che va contenuto con fermezza, naturalmente senza giungere a uno scontro aperto. L'Europa, su fortissima pressione del governo di Berlino, ha deciso di non colpire Mosca andando a bloccare il raddoppio del gasdotto Nord Stream verso la Germania. Si è preferito sanzionare quattro funzionari: Kalashnikov, e Krasnov come gli Usa, il capo del Comitato investigativo Bastrykin, e il comandante della Guardia nazionale Zolotov. Il ministro degli Esteri Lavrov ha già fatto sapere che Mosca risponderà per le rime.
Vladimir Putin davanti a un ritratto di Stalin
Il campo IK-2 a sud di Mosca dove è stato trasferito Navalny non è di quelli destinati a criminali pericolosi, però è uno dei più duri di tutto il Paese, secondo le testimonianze di chi c'è passato. Di primo mattino e di nuovo la sera, con pioggia, neve e con il freddo che può raggiungere i 25 gradi sotto zero, si ripete una scena che fa pensare a un viaggio nel tempo, fa tornare in mente i lager del famigerato arcipelago Gulag di staliniana memoria. Sull'attenti, con le mani dietro la schiena, i reclusi partecipano all'appello che può durare anche un'ora, secondo il racconto di Kostantin Kotov, dissidente passato per la colonia IK-2. Gli uomini sono in piedi già dalle sei, sono già stati fuori per ascoltare l'inno nazionale. Poi, dopo colazione, di nuovo all'aperto per l'appello. Quindi tutti al lavoro, in falegnameria, nel reparto meccanico o in sartoria. All'arrivo Navalny è stato posto in isolamento per due settimane. Lì non si parla con nessuno e bisogna tenere gli occhi sempre bassi. Lui poi è stato classificato come detenuto «propenso alla fuga» secondo i giornali russi. Quindi ogni due ore una guardia lo fa mettere sull'attenti e gli fa ripetere una specie di litania: nome e cognome, articolo penale in base al quale si è stati condannati, date di inizio e fine pena.
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