Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 11/02/2021, a pag. 47 con il titolo "La tragedia delle foibe e i drammi degli esuli: la memoria in tv", l'analisi di Aldo Grasso; dalla STAMPA, a pag. 23, con il titolo "Foibe, il tempismo sbagliato", il commento di Mario Baudino.
Ecco gli articoli:
CORRIERE della SERA - Aldo Grasso: "La tragedia delle foibe e i drammi degli esuli: la memoria in tv"
Aldo Grasso
“Foiba” è una parola che deve rientrare nel lessico comune perché c è un oblio — ideologico o semplicemente nutrito dall'indifferenza — che tenta di inghiottirla. Indica un avvallamento di tipo carsico, entro il quale, nelle regioni confinanti con la Jugoslavia, venivano gettate le vittime di rappresaglie militari e politiche. La tragedia delle foibe — nelle quali i partigiani comunisti di Tito gettarono, tra il 1943 e il 1945, migliaia di italiani — e il dramma degli esuli istriano-dalmati, costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, seguita alla sconfitta dell'Italia nella Seconda guerra mondiale, sono una delle pagine più dolorose della storia del nostro Paese. Dal 2004 il Parlamento italiano ha istituito il «Giorno del Ricordo». Con diversi programmi, la Rai ha doverosamente commemorato questa triste ricorrenza, una macchia difficile da cancellare: il 10 febbraio è il giorno in cui istriani, fiumani e dalmati celebrano l'esodo, mantengono in vita la memoria di un crimine orrendo. Come hanno ricostruito Paolo Mieli e il prof. Raoul Pupo in una puntata speciale di «Passato e presente» su Rai3: le foibe hanno costituito un vero e proprio «laboratorio» della violenza politica dell'età contemporanea. Le foibe, nel racconto dei testimoni, sono legate a rituali raccapriccianti: cadute a catena, spoliazioni, evirazioni; una danza macabra dettata da un irrefrenabile odio etnico. Tito, seduto al tavolo dei vincitori, si voleva vendicare dei fascisti e degli italiani. Ma altrettanto doloroso è stato l'esodo: l'epiteto più gentile con cui molti dei nostri connazionali accolsero quei fuggiaschi era «banditi giuliani», giusto per equipararli al più insigne fuorilegge; i ferrovieri di Bologna negarono loro un piatto di minestra perché li consideravano fascisti. Le foibe sono davvero un abisso, la voragine dell'inebetimento umano.
LA STAMPA - Mario Baudino: "Foibe, il tempismo sbagliato"
Mario Baudino
Secondo Aristotele, la virtù sta nel fare la cosa giusta, rispetto alla persona giusta, nel momento giusto, nella giusta misura, nel modo giusto e anche per il giusto motivo. Vale anche, a rovescio, per la cosa sbagliata, magari aggiungendoci Twitter. Ne abbiamo esempi ogni giorno. Oggi è il turno dell'Anpi di Brescia, con un tweet a proposito della foiba di Basovizza, dove si erge il monumento agli italiani massacrati dai titini: «non è tecnicamente una foiba, ma un pozzo minerario abbandonato. Non ci sono prove documentarie certe che vi siano avvenute esecuzioni o vi siano state sepolte vittime delle epurazioni». Ebbene, a parte le «prove», dal punto di vista geologico non hanno neppure torto. Colpisce semmai la scelta di tempo, visto che ieri era il Giorno del ricordo, in memoria di tutte le vittime delle foibe e dell'esodo. Fra i tanti possibili, l'Anpi sceglie (si direbbe per sfregio) il giorno più «sbagliato», nella misura sbagliata e rivelando uno scopo sbagliato. Che è poi l'uso ideologico della storia, sempre molto, troppo vicino alla sua falsificazione.
Per inviare la propria opinione ai quotidiani, telefonare:
Corriere della Sera 02/62821
La Stampa 011/65681
Oppure cliccare sulle email sottostanti