Covid in Israele, i contagi scendono Commento di Davide Frattini
Testata: Corriere della Sera Data: 07 febbraio 2021 Pagina: 14 Autore: Davide Frattini Titolo: «'Magia' di Israele: le curve in picchiata (ma preoccupano i casi tra i giovani)»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 07/02/2021, a pag.14, con il titolo " 'Magia' di Israele: le curve in picchiata (ma preoccupano i casi tra i giovani)" il commento di Davide Frattini.
Davide Frattini
La musica pop sparata dentro ai tendoni bianchi, i volontari chi indirizzano al cubicolo con il numero giusto. Le code davanti alle cliniche per le vaccinazioni sono ormai sparite, resta il clima di festa nazionale. Nessuno prova più a passare davanti agli altri per ottenere la puntura, le transenne messe nei primi giorni della campagna separano file ormai inesistenti. Oltre 3,3 milioni di israeliani (su 9,2) hanno ricevuto la prima dose, quasi 2 milioni anche la seconda. La percentuale molto alta di vaccinati permette agli scienziati di calcolare i primi risultati a 40 giorni dall’inizio delle operazioni. Eran Segal, ricercatore dell’Istituto Weizmann, ha commentato entusiasta: «La magia è cominciata».
Benjamin Netanyahu vaccinato in diretta tv
Elenca i dati positivi tra gli over 60, i primi a essere inoculati: calo del 40 per cento di nuovi contagiati dal Covid-19 rispetto alla metà di gennaio, meno 31 per cento di ricoveri. Fa notare che questi numeri sono migliori che in generazioni più giovani e non erano stati raggiunti neppure con il lockdown precedente: nel gruppo dai 59 anni in giù, i casi sono scesi solo del 12 per cento e gli ingressi in ospedale del 5. Nella corsa globale all’immunizzazione di massa Israele è tra i primi. I medici e gli infermieri iniettano quasi 100 mila persone al giorno, un numero che si è dimezzato rispetto alle prime settimane e comincia a preoccupare: per attrarre più persone il governo ha dato il via libera alle quattro mutue assistenziali di convocare fino ai diciottenni. Gli esperti temono anche il momento in cui andranno affrontati gli scettici: chi rifiuta di ricevere la dose potrebbe far saltare l’obiettivo di coprire entro la fine di marzo i due terzi della popolazione. Il Paese resta chiuso — il blocco totale è stato esteso a oggi, il governo è diviso su come riaprire — e isolato dal resto del mondo, i voli in ingresso e uscita bloccati per almeno altre due settimane. Preoccupano le varianti inglese e brasiliana, al punto che si allontana la promessa di un patentino verde: avrebbe permesso agli israeliani di tornare a viaggiare senza l’obbligo al ritorno di rimanere in casa per quattordici giorni, ridotti a dieci con test negativo. Gili Regev-Yochay, direttrice dell’unità di epidemiologia all’ospedale Sheba, avverte che con queste mutazioni in circolazione una percentuale più alta della popolazione (l’80-90 per cento) deve essere vaccinata per raggiungere l’immunità di gregge. Fino ad ora i calcoli sono stati eseguiti escludendo i minori di 16 anni (un terzo del totale) e secondo la professoressa Regev-Yochay «sarà inevitabile vaccinare anche loro». In ogni caso — prevede — «gli israeliani dovranno indossare le mascherine almeno fino all’estate». La campagna vaccinale coincide con quella elettorale. Si vota il 23 marzo e per il premier Netanyahu sembra allontanarsi la speranza anche politica di poter proclamare entro quella data: «Abbiamo sconfitto il Coronavirus».
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