Caos e scontri in Olanda: che cosa dobbiamo imparare La cronaca a firma I.So.
Testata: Corriere della Sera Data: 28 gennaio 2021 Pagina: 1 Autore: I.So. Titolo: «Olanda, 5 giorni di scontri e saccheggi per il coprifuoco»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 28/01/2021, con il titolo "Olanda, 5 giorni di scontri e saccheggi per il coprifuoco", la cronaca a firma I.So.
Speriamo che la lezione che proviene dall'Olanda sia attentamente analizzata, per evitare che si riproponga anche in Italia e in altri Paesi...
Ecco l'articolo:
Vetrine infrante ad Amsterdam
Cinque giorni di negozi devastati, auto incendiate, sassaiole contro la polizia e 565 arresti: è questo il provvisorio bilancio dei disordini in decine di città dei Paesi Bassi, dove alcune centinaia di manifestanti protestano dal 23 gennaio contro il coprifuoco. Ieri il dimissionario Mark Rutte, premier per gli affari correnti sino al voto del 17 marzo, ha risposto che l’esercito «non è un tabù» a un’interrogazione del populista Geert Wilders.
In Belgio, dove vige un identico coprifuoco, crea apprensione un raduno organizzato per domenica a Bruxelles, e che la ministra dell’Interno Annelies Verlinden ha definito «ispirato dai Paesi Bassi». Paura anche in Francia. Che il coprifuoco, il primo dall’occupazione nazista, fosse per questo una misura impopolare la Camera lo ha sempre previsto: da settembre lo si vota periodicamente ed è sempre bocciato. Ma a 13.600 morti e quasi un milione di casi il lockdown in vigore da dicembre è sembrato una misura non più sufficiente. Così la Camera ha acconsentito: divieto di uscire dalle 21 alle 4:30, pena multe di 95 euro. Già sabato 23 i primi disordini, organizzati su Telegram. A Urk, nel Flevoland, un centro tamponi è stato incendiato; il giorno dopo, violenti scontri andavano in scena ad Amsterdam, Eindhoven, Rotterdam e altre 26 città. A Tillburg, Maastricht e Breda le tifoserie di calcio hanno inviato un «servizio d’ordine», e a fianco della polizia è scesa anche la KMar, la polizia militare reale. I cittadini non sostengono le proteste: migliaia le denunce e i crowdfunding per i negozi devastati. Ma i manifestanti non sembrano voler mollare.
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