Unrwa in difficoltà: un'ottima notizia per chi vuole davvero la pace Le omissioni di Paolo Lepri
Testata: Corriere della Sera Data: 21 novembre 2020 Pagina: 35 Autore: Paolo Lepri Titolo: «Lazzarini, un appello per i profughi a Gaza»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/11/2020, a pag. 35, con il titolo "Lazzarini, un appello per i profughi a Gaza", il commento di Paolo Lepri.
L'Unrwa non solo non è utile alla causa di chi davvero vuole la pace e la convivenza tra arabi palestinesi e Israele, ma a questa è di ostacolo. Infatti contribuisce a diffondere l'odio contro Israele e, nella striscia di Gaza, coopera di fatto con i terroristi di Hamas. E' quindi un'ottima notizia per la pace la difficoltà economica in cui l'Unrwa versa da quando l'Amministrazione Trump ha deciso di sospendere i contributi degli Stati Uniti. Vedremo se la nuova Amministrazione Biden che si insedierà a gennaio sceglierà su questo dossier la continuità o la rottura con le decisioni prese in questi ultimi quattro anni.
L'Unrwa, che fa di tutto per mantenere nello stato di "profughi" i nipoti e bisnipoti dei veri profughi, ormai scomparsi, dovrebbe non essere salvata, ma demolita completamente perché è sul campo un'arma nella guerra di delegittimazione e odio contro lo Stato ebraico. Ma Paolo Lepri tutto questo omette accuratamente di riportarlo.
Ecco l'articolo:
Paolo Lepri
Una scuola dell'Unrwa a Gaza, trasformata in deposito di missili da Hamas
“Siamo sull'orlo del precipizio», avverte Philippe Lazzarini, che da marzo dirige l'Unrwa, l'agenzia della Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi, fondata nel 1949. Il suo bilancio, coperto dalle donazioni volontarie dei Paesi Onu e dell'Unione europea, ha un buco di quasi 60 milioni di euro per i mesi di novembre e dicembre. E’ fortemente minacciata, quindi, la sussistenza di circa 5,7 milioni di profughi in Cisgiordania, a Gaza, a Gerusalemme Est, in Libano e in Giordania. Sono a rischio anche i salari dei 28.000 dipendenti. «Le nostre risorse finanziarie —ha detto nel giorni scorsi Lazzarini — sono al loro livello più basso di sempre. Ci auguriamo di poter mantenere l'Unrwa operativa. Faremo tutto il possibile per riuscirci». Svizzero, 56 anni, studi a Losanna e Neuchâtel, sposato con quattro figli, Lazzarini ha un'esperienza trentennale nell'assistenza umanitaria e nel coordinamento internazionale nelle aree di crisi. Lavora dal 2003 nel sistema della Nazioni Unite. È proprio la grande conoscenza dei problemi maturata in questo lungo periodo a renderlo molto preoccupato. A suo giudizio la crisi finanziaria dell'Unrwa, In particolare, potrebbe provocare un «disastro totale» nella striscia di Gaza e accrescere l'instabilità del Libano.
«Sarebbe una conseguenza drammatica dover chiudere le nostre scuole e i nostri centri sanitari proprio durante la pandemia», ha sottolineato in una intervista alla Neue Zürcher Zeitung. Un colpo determinante all'agenzia dell'Onu, già in difficoltà, è arrivato nel 2018 con la decisione del presidente americano Donald Trump di sospendere i contributi degli Stati Uniti. Alle casse dell'organizzazione sono venuti a mancare oltre 300 milioni di dollari. Con il cambio della guardia alla Casa Bianca è ora certamente possibile un'inversione di rotta, ma è necessario che sia rapida: la posta in gioco è troppo alta Lazzarini sembra abbastanza fiducioso. «Tutti I segnali indicano che ci sia disponibilità a ripristinare la partnership che abbiamo avuto per lungo tempo con l'amministrazione americana». Non è l'unico a sperare in Joe Biden.
Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante