Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi 29/10/2020, a pag.19 con il titolo "Ashkenazi: 'L’Europa partner strategico nel nuovo Medio Oriente' ", l'intervista di Gianni Vernetti a Gabi Ashkenazi; da LIBERO, a pag. 11, la breve 'Riconoscete che Hezbollah è terrorista'.
A destra: Gabi Ashkenazi
Ecco gli articoli:
LA REPUBBLICA - Gianni Vernetti: "Ashkenazi: 'L’Europa partner strategico nel nuovo Medio Oriente' "
Gianni Vernetti
Gabi Ashkenazi, 66 anni, è stato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito di Israele e dopo una lunga carriera militare ha lasciato l’esercito per dedicarsi a tempo pieno all’impegno politico. Nell’aprile del 2019 è stato eletto alla Knesset (il Parlamento di Israele) nella coalizione "Bianco e Blu" guidata da Benny Gantz e dal maggio di quest’anno è Ministro degli Affari Esteri del governo Netanyahu. Italia e Israele hanno festeggiato da poco 70 anni di relazioni bilaterali e la cooperazione politica, scientifica, economica e industriale è molto ampia. Ai settori tradizionali, si è aggiunta oggi la cooperazione scientifica sul contrasto al Covid, sulla sicurezza del cyberspazio, su energia e ambiente. In questa intervista esclusiva per La Repubblica alla vigilia della visita del suo omologo italiano Luigi Di Maio, Gabi Ashkenazi ci parla delle nuove sfide che Israele sta affrontando in un Medio Oriente in rapido mutamento dopo gli storici Accordi di Abramo, con uno sguardo all’Italia ed all’Europa.
Gli storici Accordi di Abramo fra Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Israele stanno già cambiando il panorama politico dell’intero Medio Oriente. Quale sarà l’impatto sul lungo periodo di tali accordi? «Gli Accordi di Abramo sono senza dubbio un evento storico che sta già cambiando il Medio Oriente. Gli accordi offrono l’opportunità di trasformare l’intera regione, per troppo tempo connotata da violenze e conflitti, in una grande area di prosperità e stabilità. Le nuove relazioni fra i nostri Paesi contribuiranno in modo determinante all’incremento della cooperazione economica, commerciale e scientifica a beneficio dei cittadini di tutta la regione».
La storia sembra essere nuovamente in movimento in Medio Oriente: quali saranno i nuovi Paesi che sceglieranno la via della piena normalizzazione dei rapporti con Israele? «Pochi giorni fa il Sudan si è unito agli Accordi di Abramo. È un fatto estremamente importante se consideriamo il fatto che il Sudan per molti anni è stato il principale alleato dell’Iran e punto di transito di molte organizzazioni terroristiche. Sono sicuro che altri Paesi si uniranno al processo di pace in corso in Medio Oriente e vorrei invitare la leadership palestinese a cogliere questa opportunità».
Crede che sia possibile una nuova architettura di sicurezza per il Medio Oriente capace di garantire sicurezza e stabilità per l’intera regione? «Gli Accordi di Abramo pongono le basi per un nuova realtà fatta di relazioni economiche, cooperazione, voli e turismo, nuovi accordi scientifici e tecnologici. Grazie a queste nuove basi di partnership affronteremo insieme le sfide più urgenti per contrastare chi minaccia la sicurezza. Dobbiamo riconoscere in tal senso il grande sforzo promosso dal Presidente Donald Trump per avere contribuito al nuovo processo di pace in Medio Oriente».
Considera l’Iran ancora una minaccia per Israele? «La più grande minaccia alla pace e alla stabilità in Medio Oriente è rappresentata dall’Iran e dalla sua politica aggressiva di esportazione della rivoluzione islamica. L’Iran sostiene diverse organizzazioni terroristiche in tutto il Medio Oriente (Hezbollah e Hamas) e promuove violenza e instabilità in numerosi paesi, fra cui Libano, Siria, Iraq e Yemen. Hezbollah, poi, usa la popolazione civile in Libano come scudo umano. Deve continuare lo sforzo della comunità internazionale per impedire che l’organizzazione si doti di missili e armamenti avanzati e contemporaneamente è fondamentale che ancora più paesi includano Hezbollah nella lista delle organizzazioni terroristiche. La vera stabilità in Medio Oriente sarà raggiunta soltanto quando sarà impedito in modo definitivo all’Iran di diventare una potenza nucleare».
La nuova assertività della Turchia nel Mare Egeo rappresenta un sfida per Grecia, Cipro, Israele e per tutta l’Europa. Qual è la sua opinione? «Le azioni unilaterali intraprese dalla Turchia possono produrre una pericolosa escalation e rappresentano una minaccia alla stabilità del Mediterraneo orientale. Israele conferma il suo forte sostegno alla Grecia e si oppone ai tentativi di minaccia dei propri diritti marittimi internazionalmente riconosciuti».
Ci può dire qualcosa sui rapporti fra Israele, Italia e l’Unione Europa. Che cosa si dovrebbe fare per migliorare ulteriormente le relazioni? «Attribuisco grande importanza al rafforzamento delle relazione fra Israele e tutta l’Unione Europea. Israele e la Ue condividono forti valori comuni: rispetto della vita, stato di diritto, democrazia ed una comune tradizione giudaico-cristiana. Le fondamenta sui cui poggiano Israele e l’Unione Europea sono molto simili. L’insieme condiviso di valori, la storia comune (sia quella buona, che quella cattiva), il livello di sviluppo, fanno dell’Europa il punto di riferimento più importante a cui guardano i cittadini israeliani. Le nostre relazioni con la Ue sono solide e di lunga data. Ho già incontrato dieci ministri degli Esteri di diversi Paesi europei e il mio primo principale obiettivo è quello di rafforzare le relazioni bilaterali in tutti i settori, nell’interesse di Israele e dell’Europa. In più Israele considera l’Europa come il partner più importante nello sforzo per impedire all’Iran di acquisire capacità nucleari militari».
Tornando da dove abbiamo iniziato: gli Accordi di Abramo. Ebrei, cristiani e musulmani considerano Avraham/ Abramo/ Ibrahim il patriarca del monoteismo. La forza evocativa di questa scelta non può lasciare indifferenti né l’Occidente né il mondo arabo. Crede che un negoziato con i palestinesi possa essere riaperto? «Non c’è nessuno al mondo più interessato di Israele alla pace con i palestinesi. Spero vivamente che la leadership palestinese colga l’opportunità del cambiamento storico in atto in Medio Oriente e scelga la via della pace, tornando prima possibile a negoziati diretti con Israele, senza precondizioni. L’unica soluzione possibile per Israele e Palestina è la pace».
LIBERO: 'Riconoscete che Hezbollah è terrorista'
Luigi Di Maio
Israele chiederà all'Italia di riconoscere Hezbollah come un'organizzazione terroristica, sia per quanto riguarda la milizia che il partito politico dell'organizzazione sciita libanese. Lo ha detto ieri l'ambasciatore israeliano Dror Idar in un incontro online con i giornalisti alla vigilia della vista in Israele di Luigi Di Maio, la sua prima come ministro degli Esteri. Chiederemo che l'Italia «riconosca come organizzazione terroristica» Hezbollah, in tutte le sue ramificazioni, lo chiediamo a tutti i paesi. Pensiamo che sia un importante messaggio contro le attività terroristiche, Hezbollah usa la maschera del braccio politico, ma sappiamo che controllano gran parte Libano e tengono in ostaggio libanesi e loro governo», ha detto l'ambasciatore. «Dobbiamo mandare questo messaggio a Hezbollah e ad altre organizzazione come Hamas, che queste maschere non possono coprire le loro vere intenzioni. Pensiamo - ha sottolineato il diplomatico - che ciò aiuterà a stabilizzare la regione». Hezbollah è ritenuto organizzazione terrorista da Stati Uniti, Paesi Bassi, Canada e da Israele. Il Regno Unito e l'Australia hanno preso una simile posizione limitatamente al braccio armato del movimento.
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