Riprendiamo oggi, 22/10/2020, a pag.17, con il titolo 'Svegliatevi musulmani è l’ora dell’Islam dei Lumi. E i professori sono profeti' l'intervista di Anais Ginori all'imam Hassen Chalghoumi; dalla STAMPA, a pag. 17, la breve "Macron: Samuel Paty incarna la libertà e la Repubblica".
A destra: l'imam Hassen Chalghoumi
Sono lodevoli le parole dell'imam Hassen Chalghoumi, che rischia la propria vita ogni giorno: è il prezzo che paga per esprimere il proprio pensiero. Peccato che conti poco nell'islam francese, in cui prevalgono posizioni estremiste lontane dalle sue. I governi francesi, e in particolare quelli orientati a sinistra, non hanno mai affrontato seriamente il pericolo crescente del terrorismo islamico, nonostante gli sgozzamenti che sono stati compiuti dai fanatici in questi anni al grido di AllahU Akbar.
Anche quelle di Macron, che riporta la Stampa, sono chiacchiere, mentre quello che conta è l'azione. In altre parole, i fatti: che sono proprio il grande assente in Francia quando si tratta di arginare il terrorismo islamico.
Ecco gli articoli:
LA REPUBBLICA - Anais Ginori: 'Svegliatevi musulmani è l’ora dell’Islam dei Lumi. E i professori sono profeti'
Anais Ginori
«Svegliatevi, musulmani». Il tunisino Hassen Chalghoumi, imam della moschea di Drancy, banlieue parigina, raccoglie l’appello lanciato su Repubblica dall’intellettuale Bernard-Henri Lévy. «Sono più di quindici anni che tento nel mio piccolo di diffondere un Islam dei Lumi contro un Islam politico che semina morte» spiega Chalghoumi, più volte minacciato dai fanatici, tra cui l’islamista Abdelhakim Sefrioui arrestato dopo la decapitazione dell’insegnante Samuel Paty, insieme al padre di un’alunna con il quale aveva organizzato il linciaggio in Rete contro il professore. «Un maestro è per noi un profeta, un uomo saggio che insegna l’amore. È il futuro dei nostri figli» osserva Chalghoumi.
Quando i musulmani francesi troveranno la forza di reagire? «Ci sono sei milioni di musulmani in Francia e i criminali fanatici sono per fortuna una piccola minoranza. La maggioranza silenziosa condanna gli attentati».
Perché silenziosa? «Non siamo abituati a protestare, abbiamo visto con le primavere arabe quanto sia stato difficile. E poi diciamolo: i musulmani in Francia hanno paura. Anche a me succede. Vivo sotto scorta, mi capita di dover fare la preghiera con un giubbotto anti-proiettile. Senza una chiara volontà politica non ce la faremo».
Che cosa chiede al governo? «I musulmani sono parte della soluzione, ma anche la République si deve svegliare. Sono questi criminali senza Dio che devono cominciare ad avere paura. Bisogna chiudere le moschee radicali, fermare i predicatori di odio. Fare pulizia. È compito dello Stato proteggerci. Pagheremo un prezzo? Lo stiamo già pagando. Dal 2012, quando c’è stato l’attacco a Tolosa di Merah, siamo arrivati a quasi trecento vittime del terrorismo islamico».
In tutti questi anni qualcosa è cambiato? «Abbiamo fatto tanti appelli, due anni fa ho girato la Francia con un bus contro il terrorismo con una sessantina di imam. Purtroppo non basta. Quando c’è un attacco a Gaza sfilano in ventimila a Barbès (quartiere popolare di Parigi, ndr .). Perché in questi giorni non ne abbiamo visto altrettanti per Paty?».
Qual è la sua risposta? «Alcuni giovani musulmani mi dicono che non devono giustificarsi perché si tratta di criminali fuori dall’Islam. Ma io spiego che uccidono in nome di Allah, il nostro Profeta. Che ci piaccia o meno, siamo trascinati in questa spirale di morte».
La Francia, con il suo modello di laicità, è più esposta? «Sono più di quarant’anni che lo Stato ha lasciato un’autogestione dell’Islam tra le varie comunità: marocchini, tunisini, algerini e turchi. Poi sono arrivate le varie ingerenze estere, dal Qatar ai sauditi. Lo Stato deve strutturare l’Islam».
L’ex presidente Sarkozy creò il Conseil français du culte musulman. «È stato un fallimento per l’influenza dell’Algeria. Alla marcia per Paty eravamo sei imam e nessuno del Cfcm. Ripeto è lo Stato che deve organizzare l’Islam di Francia, le prediche devono essere controllate e rispettare una carta di valori».
Sefriaoui l’aveva minacciata dieci anni fa ma non è mai stato fermato. «Se non fossi stato protetto dalla République, sarei finito come il povero Paty. I servizi segreti fanno il loro lavoro, segnalano i fanatici, ma le autorità spesso non intervengono, temono di attizzare nuove tensioni».
Vede qualche segno di speranza? «Siamo già una sessantina di imam francesi in lotta contro l’Islam politico, ma ci sentiamo un po’ soli. A febbraio avevo organizzato una conferenza di imam europei per la pace e nessuno ci ha finanziato».
I professori devono continuare a mostrare le caricature di Maometto in classe? «Anni fa avevo invitato nella mia moschea i disegnatori di Charlie, pace alla loro anima. Ero in disaccordo con i loro disegni, e ho fatto una vignetta per prenderli in giro. Ma ero per aprire il dialogo. Ora dico ai professori: insegnate la libertà. Siamo noi musulmani che dobbiamo adattarci».
LA STAMPA: "Macron: Samuel Paty incarna la libertà e la Repubblica"
Emmanuel Macron
Macron ha denunciato «i vigliacchi» che hanno ucciso Samuel Paty, e i complici che l'hanno «consegnato ai barbari». Parlando ieri nel corso dell'omaggio alla Sorbona all'insegnante decapitato per aver mostrato caricature di Maometto in classe, ha aggiunto: «Samuel Paty incarnava la Repubblica, che rinasce ogni giorno, la libertà che si trasmette e si perpetua nelle scuole. Samuel Paty è il volto della Repubblica».
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